Lamezia: Truffe, arresti e sequestro di beni per 6 milioni di euro

 

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Lamezia Terme, 8 maggio - La Guardia di finanza ha eseguito 7 misure cautelari, tra cui arresti e obblighi di firma, a carico di altrettanti imprenditori tra Lamezia Terme e Gizzeria i quali sono accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta e truffa aggravata. L'inchiesta che ha portato all'emissione delle misure cautelari e al sequestro di beni è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Lamezia guidata da Domenico Prestinenzi e condotta dal sostituto procuratore Santo Melidona.

Le imprese coinvolte

Si tratta della Egiro Srl, Argento Trasporti Srl, Miniero Trasporti Sas, Fratelli Argento Snc, Argento Group Srl, Ditta individuale Cerra D, Trans Express Srl.

I reati vanno dalla truffa alla bancarotta fraudolenta e false fatturazioni

L'importo dei beni riconducibili ai sette indagati di cui è stato disposto il sequestro equivale alle imposte evase dagli indagati in materia di Iva e Irpef. Alle persone a carico delle quali sono state emesse le misure cautelari vengono contestati, oltre che la bancarotta fraudolenta e la truffa, anche l'emissione di una serie di fatturazioni per operazioni inesistenti. Le imprese di cui sono titolari i sette indagati lavorano nel settore dell'autotrasporto.

L'inchiesta è partita nel 2010 dopo la dichiarazione di fallimento della Poliservice

Le indagini sono state avviate dopo il fallimento, dichiarato nel'ottobre 2010, da parte della società Poliservice. I finanzieri del Gruppo di Lamezia hanno accertato che la società era stata costituita ad hoc nel 2008 per consentire alle altre, riconducibili ad un ristretto nucleo familiare, di conseguire "illeciti risparmi di imposte e contributi previdenziali e assistenziali, per poi essere destinata, a causa degli ingenti debiti erariali accumulati, al fallimento per insolvenza". Tutto questo dopo aver distratto il patrimonio e i ricavi creando passività per quasi quattro milioni di euro. Il sistema utilizzato, secondo l'accusa, era quello della stipula di contratti di "associazione in partecipazione" tra la Poliservice e le altre imprese, che avevano licenziato formalmente quasi tutti i loro dipendenti per farli assumere, "sulla carta", dalla prima. Quest'ultima impiegava lo stesso personale, circa 300 dipendenti, nelle attività lavorative svolte dalle altre società. In realtà, secondo l'accusa, i dipendenti continuavano ad essere gestiti, e in alcuni casi remunerati, direttamente dalle imprese di provenienza. "Per la prima volta - ha detto il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi - è stato applicato il sequestro per equivalente che consente di sottrarre alle disponibilità delle persone indagate beni rapportati al danno cagionato all'erario". Per il maggiore della Guardia di Finanza di Lamezia Maurizio Pellegrino "si tratta anche di un danno non solo per gli enti previdenziali (Inps, Inail) ma anche per i lavoratori che non hanno avuto i contributi versati così come prevede la legge". Presente in conferenza stampa anche il generale della Guardia di Finanza di Catanzaro Antonio De Nisi che ha puntato l'attenzione sull'operazione odierna come esempio di riaffermazione della legalità in questo settore.

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Gli arrestati

In particolare sono sette i provvedimenti restrittivi emessi dalla Procura lametina. Per 4 degli amministratori è stato previsto il regime degli arresti domiciliari mentre per altri tre amministratori è stato notificato l'obbligo di dimora. Agli arresti domiciliari sono finiti Luigi Barbagallo (48 anni), Francesco Argento (66 anni), Alfredo Argento (73 anni) e Carmelino Scalise. Obbligo di dimora per Francesco Argento (48 anni), Domenico Cerra (44 anni) e Michelino Argento (45 anni).

Le imposte evase e il sequestro "per equivalente"

Iva non versata per 1.214.365,49 euro; ritenute Irpef non versate per 434.562,36 euro, totale imponibile fatture false emesse/utilizzate per 8.982.720,64 euro; totale Iva fatture false emesse/utilizzate per  1.797.835,85 euro.

I beni sequestrati

Si tratta di 74 fabbricati, 93 terreni,  195 mezzi, quote societarie e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di circa sei milioni di euro

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