Sequestrati sei depuratori nel lametino

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Lamezia Terme - A seguito di controlli da parte della Guardia Costiera di Vibo sugli impianti di depurazione comunali presenti sul versante tirrenico catanzarese, sono emerse delle criticità di gestione per sei impianti. Gli esiti delle indagini sono state comunicate alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme che con delega d’indagine ha richiesto ulteriori accertamenti eseguiti nelle ultime due settimane dai guardacoste.

Dagli ultimi accertamenti svolti sono quindi stati emessi sei decreti di sequestro preventivo d’urgenza a firma del Pubblico Ministero Dott. Santo Melidona e la cui esecuzione è stata differita di trenta giorni a partire da oggi, così da consentire alle autorità responsabili di provvedere alle opere utili alla rimozione degli inconvenienti rilevati e contestati. Diciotto i militari impiegati a bordo delle sei pattuglie del Servizio Operativo della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, che hanno notificato i provvedimenti di sequestro agli indagati, ai custodi e ad un dipendente dell’ATO 1 di Cosenza, nominato in qualità di esperto, che dovrà collaborare alla verifica dell’eliminazione delle criticità riscontrate presso i seguenti impianti:

L’impianto di depurazione consortile in località Marina del Comune di Nocera Terinese “per deposito incontrollato di fanghi non smaltiti secondo la tempistica prevista per legge. Infatti il mantenimento dei fanghi di depurazione nelle vasche dell’impianto, provoca ad oggi, oltre al malfunzionamento del sistema depurativo – si legge nella nota diffusa dalla Capitaneria - anche un trascinamento degli stessi nello scarico finale, che sfocia in mare tramite il torrente grande affluente del fiume Savuto. In particolare ,al momento dei controlli i Guardacoste hanno accertato e filmato il trascinamento di fanghi all’uscita dell’impianto. Deferito all’A.G. il sindaco pro tempore del Comune di Nocera”.

L’impianto di depurazione sito in località Guarna del Comune di San Pietro a Maida, dove, si legge “è stato accertato che i fanghi di depurazione non sono stati regolarmente smaltiti e si trovano depositati nei letti di essiccazione causando un non opportuno ciclo depurativo dei reflui fognari, con conseguente trascinamento allo scarico finale, confluente nel fiume Amato. Deferiti due titolari delle imprese di gestione e conduzione degli impianti che si sono succedute nella gestione”.

I quattro impianti di depurazione del Comune di Serrastretta siti nelle località Timpa Cancello, Trempa Migliuso, Fossa d’Angoli, Costa Capoluogo, dove, è scritto ancora dalla Capitaneria “è stato accertato che i fanghi di depurazione non sono stati regolarmente smaltiti e si trovano depositati nei letti di essiccazione causando un non opportuno ciclo depurativo dei reflui fognari, con conseguente trascinamento allo scarico finale, confluente nel fiume Amato. In particolare tre dei quattro impianti ispezionati, sono risultati inattivi al momento del controllo. Deferiti il Sindaco pro tempore del Comune di Serrastretta e il Responsabile dell’Area Tecnica”.

I militari al termine delle notifiche hanno nuovamente sottoposto a controllo i sei impianti di depurazione per verificare se, decorsi i trenta giorni dati dalla Procura, le criticità saranno a loro volta eliminate..

“L’attività di polizia ambientale – fanno sapere dalla Guardia Costiera di Vibo - nasce da specifiche informative di reato prodotte dal personale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, al comando del C.F Paolo Marzio, che dal mese di febbraio 2014 al mese di giugno hanno sottoposto a controllo più di 85 impianti di depurazione comunali e privati, presenti sia sulla fascia costiera che nell’entroterra dei comuni ricadenti nel Compartimento Marittimo, che abbraccia 36 comuni costieri e 4 provincie (Potenza-Cosenza-Catanzaro-Vibo) del versante tirrenico calabro lucano. L’operazione complessa denominata “MARECHIARO 4“, ha visto operare più di 50 militari destinati nei vari Comandi del Compartimento Marittimo, i quali hanno esperito ben 116 missioni percorrendo più di 5.823 Km di vigilanza, ispezionando 66 Comuni, 309 stazioni di sollevamento, dalle cui verifiche sono scaturiti 36 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 217.000 euro e nr.30 notizie di reato indirizzate alle Procure competenti per territorio (Lagonegro-Paola-Lamezia-Vibo)".

“Oltre all’attività già relazionata all’Autorità - fanno infine sapere dalla Capitaneria - gli uomini e le donne dei comandi Guardia Costiera ricadenti sotto la giurisdizione della Compartimento Marittimo di Vibo continueranno senza soluzione di continuità le attività di monitoraggio ambientale al fine di scongiurare eventuali inquinamenti del mare e delle coste”.

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