Renzi e la narrazione del sud

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgIl segretario-presidente Matteo Renzi alla Direzione del suo partito sui problemi del Sud ha usato, sia nella sua introduzione che nella sua conclusione, termini e valutazioni nuovi che sono però sfuggiti anche ai più attenti osservatori, sia delle cose del Mezzogiorno d’Italia che del Partito democratico stesso. Renzi, infatti, ha usato più volte nella sua analisi la parola “racconto”, per cercare di sintetizzare la necessità di una lettura diversa e più attenta di quanto accade dalle nostre parti. Lettura è termine simile a quello di narrazione, il termine che da alcuni anni qui in Calabria alcuni di noi stanno tentando di introdurre per spiegare come vi sia, tra le altre cose, l’urgente necessità di una narrazione normale del Sud e della Calabria, per aiutare e accompagnare quel processo di crescita e sviluppo sempre più indispensabile. Renzi ha dedicato più della metà della sua relazione (pubblicata integralmente dall’Unità) per spiegare cosa volesse dire per ‘’rottamazione del piagnisteo’’, aggiungendo: “non voglio dire che non bisogna denunciare ciò che non va. Ma una volta che l’hai denunciato ti pagano per risolvere il problema”. Il segretario-presidente ha ragione. Ci vorrebbe, infatti, tanto per restare in Calabria, un racconto finalmente normale della Calabria, un racconto di coraggio che ovviamente non oscuri i tanti problemi e le tante negatività. Anzi, le amplifichi con più puntualità e meno genericità, ma nel contempo sveli la trama - che pure esiste da noi - di una Calabria diversa, che resiste, regge, combatte e che invece non emerge. Un racconto normale che si muova lungo il crinale sottile tra il male e il bene, che contribuisca a mettere in rete le tante esperienze che in maniera solitaria si muovono e non trovano mai un quadro unitario cui fare riferimento e che colleghi i possibili cunei di questa svolta positiva. E’ un racconto – certo – di coraggio, al termine di tanti decenni che hanno scavato un solco enorme dentro gli stessi meridionali e calabresi onesti, incerti se proseguire a sperare o invece rassegnarsi al declino. “Il punto chiave – Renzi ha detto così venerdì alla Direzione Pd – è nel racconto di noi stessi. I Sud che funzionano sono quasi sempre ignorati, occultati. Ma come si fa a raccontare bene ciò funziona anche nel Mezzogiorno quando siamo credibili solo se raccontiamo le cose che non vanno?”. Una possibile svolta su questo terreno del racconto è evidente che non risolve i gravi problemi legati ai macigni che ci portiamo addosso: pensiamo solo alle infrastrutture, ai soldi europei non spesi, ai rifiuti, alla legalità etc etc. Ma quel racconto è importante sul versante culturale e politico. Soprattutto su quest’ultimo e decisivo aspetto Renzi ha usato parole chiare indicando la responsabilità del Pd e lanciando l’hashtag ‘zero chiacchiere’. O il Pd prende per mano la situazione “o il Pd sarà per sempre responsabile di non averlo fatto”. Oggi nel Sud e in Calabria i Governi a guida democratica sono in grado di invertire la tendenza e di lanciare quella grande operazione di racconto di verità su quel che accade o non accade nei vari territori. Se il termine piagnisteo aveva quel significato è davvero giunto il momento di lavorare pancia a terra per seppellirlo. Non sarà impresa da poco e di poco tempo ma vale la pena lavorarci, per tentare un’operazione titanica che aspetta di essere messa in campo da più di un secolo, anche perché - oggi come non mai - non è più il Sud ad avere bisogno dell’Italia ma è l’Italia che ha bisogno del Sud.

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