Armi Siria: Damasco non distrugge siti, Opac valuta missione

nave-gioia-tauro.jpg

ROMA, 7 MAR - La Siria non ha ancora distrutto i 12 siti di produzione di armi chimiche sul suo territorio, come invece previsto entro il 15 marzo dal piano Opac per lo smantellamento dell'arsenale chimico di Bashar al Assad. Si tratta di 7 hangar corazzati e 5 tunnel. Le autorità siriane hanno proposto nei giorni scorsi all'Opac di non distruggerli ma di "neutralizzarli". Il Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione sta esaminando, proseguono le fonti, la possibilità di una nuova missione di verifica dell'Opac ai 12 siti, in coordinamento con i siriani, per predisporre un nuovo piano operativo sulle modalità di distruzione e relative verifiche. Damasco ha già disatteso diverse scadenze del piano messo a punto dopo la strage di civili con un attacco chimico del 21 agosto scorso, in particolare quelle relative al trasferimento fuori dalla Siria degli agenti chimici più pericolosi, che dovranno essere distrutti all'estero o a bordo della nave Usa Cape Ray. I siriani hanno chiesto di non distruggere i siti (7 hangar rafforzati e 5 tunnel sotterranei) ma di "convertirli a scopi pacifici". Ma all'Opac si sottolinea la necessità di rispettare gli accordi previsti dal piano per lo smantellamento dell'arsenale chimico di Bashar al Assad, deciso lo scorso novembre. Un nuovo piano di distruzione dei siti e di verifica, presentato dalla Siria, sarà all'esame del Consiglio esecutivo del prossimo 28 marzo. Al termine della riunione di oggi, aggiungono le fonti, il Consiglio ha inoltre rinnovato l'appello a Damasco a procedere con "trasporti sistematici" al trasferimento degli agenti chimici al porto di Latakia, da dove dovranno lasciare il Paese per essere distrutti. Trasferimento su cui le autorità siriane sono in forte ritardo, nonostante le accelerazioni delle ultime settimane.

 

 

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA