Giorno della Memoria, le vicende di guerra di un lametino: "Impossibile dimenticare l'orrore del lager"

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Lamezia Terme – Il Giorno della memoria per non dimenticare uno dei periodi più tristi e bui della nostra storia, terribili momenti della seconda guerra mondiale rivissuti anche nei racconti dei reduci fra cui quelli che Francesco Salvatore Ielà, nato a Nicastro il 25 dicembre 1919, faceva al figlio: “Perché è impossibile dimenticare ciò che aveva vissuto e subito di persona nel lager nazista di Gleiwitz O/S al confine fra Germania e Polonia dal 1943 al 21 ottobre 1945, data in cui fu liberato”. In questo lasso di tempo, ha raccontato commosso al figlio Alberto: “La fame patita potendosi alimentare con scarti di bucce di patate, del freddo pungente presente negli ‘pseudoalloggi’, vivendo insieme a persone di varie nazionalità, soprattutto Ebrei che quotidianamente venivano ‘fatti sparire’ nei forni crematori e questo era il dramma più grave, perché ognuno aveva la percezione di essere il prossimo a fare la stessa fine".

“La vita quotidiana - raccontava - non era solo questo, ma ogni persona veniva adibita a lavori forzati, a me toccò di essere adibito allo sfornare mattoni refrattari. Questo lavoro causò infezione alle dita delle mani e per questo fui anche operato da un ufficiale tedesco”. Malgrado queste restrizioni e paure, molti riuscirono a rientrare vivi in patria. Nel 2009 Il Presidente della Repubblica ha concesso a Francesco Salvatore Ielà: La Medaglia d’Onore attribuita ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto. Francesco Salvatore Ielà morì il 24 febbraio 1977 e di professione faceva il sarto.  

 

F.I.

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