Lamezia: Don Tomaino, il primo anno di Papa Francesco. La forza dell’amore umile

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Lamezia Terme - "Primo anno di pontificato per Papa Francesco. Ovunque commenti e servizi speciali, ma il suo tweet “Pregate per me!” spiazza tutti. È passato esattamente un anno da quel 13 marzo 2013, quando il Cardinale Bergoglio, austero, diretto e confidenziale si è presentato al mondo come il nuovo Vescovo di Roma. E proprio quella sera prima di impartire la benedizione dice: “vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica”. E questa richiesta scandirà buona parte dei suoi incontri personali e ufficiali. Che cosa dire di questo primo anno di pontificato? Nonostante tutte le letture che si vogliono dare, Papa Francesco è un Vescovo. Volerlo avvicinare, capire e ascoltare fuori da questa sua vita, significa manipolare e strumentalizzare la sua persona. In secondo luogo è gesuita. Se si dimentica questa “forma specifica” del suo essere cristiano, è impossibile comprendere la grammatica basilare del suo stile e del suo dialogo con il mondo di una Chiesa che non teme di chiamare “Santa Madre Chiesa Gerarchica”, come ama chiamarla il suo fondatore Ignazio di Loyola. È vero il Papa parla di “Chiesa povera per i poveri”, di Chiesa “ospedale da campo”, ma la Chiesa che ha in mente è proprio la “Santa Madre Chiesa Gerarchica”. E che il papa abbia un “senso di Chiesa” molto acuto, ne è prova il suo modo personale di comunicare al mondo, la sua grande autorità. È deciso, umile, spontaneo, ma si percepisce che è un uomo di comando! Deciso e tenace, inflessibile, addirittura inopportuno in alcune uscite. Si veda il passaggio dell’omelia del Mercoledì delle Ceneri: “Quando io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere per occupare spazi, io penso: questa gente gioca a Dio Creatore. Ancora non si sono accorti che non sono Dio”.

Eppure è il Papa della tenerezza, che inizia il Pontificato con la protezione di San Giuseppe e dice: “Non dobbiamo mai avere paura della tenerezza!”. Sì, perché concependo la Chiesa come un ospedale da campo, si può immaginare, che mal digerisca “una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti” (EG 49), con preti che anziché puzzare di pecore, profumano di mondo. È un uomo carismatico che ricorda qual è il vero carisma che fa nascere un movimento di persone e un cambiamento di storia: il passaggio di Dio. E se Dio passa, passa per le strade, per questo i cristiani devono conoscere tutte le strade degli uomini, compreso internet, e non essere “cristiani da salotti”. Dio passa e ci precede e Francesco né è convito.  Questo è un altro segno che si sta parlando di un uomo spirituale che sa governare. “La Chiesa non ha bisogno di apologeti delle proprie cause né di crociati delle proprie battaglie, ma di seminatori umili e fiduciosi della verità”. Questo ancora la dice lunga, allora, su come questo primo anno di pontificato sia potuto trascorrere tra tenerezza e misericordia,  tra sdegno e rimprovero di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza e alla cultura dello scarto. Questo Papa venuto dai confini del mondo, ci sta ricordando che il modello europeo di vita, in fin dei conti non da la felicità. E dietro un’anima  borghese e un vestito firmato si può nascondere un altro Caino a cui Dio chiede: “Dov’è tuo fratello?”.E a Lampedusa, tutti abbiamo sentito! È proprio questa la tenerezza di Papa Francesco, quella che Dostoevskij definiva “la forza dell’amore umile”. Amore, umiltà e forza. Probabilmente sono queste le parole che stanno dietro al motto stesso del Papa “miserando atque eligendo”. Egli stesso si vede guardato con misericordia da Dio, scelto e sedotto con forza dal Signore come un profeta. E in questo primo anno di pontificato è forse questo amore, quest’umiltà e questa forza che ci sorprendono in un uomo venuto dalla fine del mondo. Una domanda: Papa Francesco ha dato un volto nuovo di Chiesa? Penso di no! Penso che il volto di Chiesa che ci trasmette sia il volto originale della Chiesa. Forse abbiamo avuto timore noi a mostrarlo così, perché ci appariva troppo semplice, come anche può darsi che, proprio questa  immagine di Chiesa, prima di Papa Francesco, non importasse un granché".

Don Roberto Tomaino

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