Lamezia: Vescovo apre nono anno dottrina Sociale Diocesi e fa gli auguri a città

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Lamezia Terme – È stato aperto, presso la sala convegni ‘Giovanni Paolo II’ del seminario vescovile, l’anno della dottrina Sociale della Diocesi di Lamezia Terme. A introdurre la serata è stato don Giacomo Panizza che dice: “Il vescovo ha pensato di organizzare la scuola di dottrina sociale riprendendo Il tema da un libro di Papa Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires (Arg), ‘Noi come cittadini, noi come popolo’. Il bene comune è un tema caldo, fondamentale che riguarda non un singolo individuo ma, appunto perché è comune, il popolo intero, ci sono temi che a noi, in qualche modo, possono far ‘paura’ come una discarica a cielo aperto o altri disagi…Il bene comune non può quindi essere circoscritto e quindi vale anche per la politica, motivo per cui alla dottrina della chiesa invitiamo un Ministro. Dal bene comune - conclude don Panizza - bisogna anche imparare e deve essere prodotto anche dalla nostra Calabria”.

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A parlare dopo don Giacomo è don Fabio Stanizzo il quale sostiene il ruolo dei cattolici nella politica e lancia un monito, un’ esortazione, all’appartenenza a una società: “Bisogna essere parte attiva, contribuire al benessere della città e - continua - si deve passare dallo stato di abitanti a quello di cittadini, dove quest’ultimo deve impegnarsi per il bene comune. Inoltre per avere un’identità - prosegue don Stanizzo - è fondamentale il senso di appartenenza al territorio, perché non c’è identità senza appartenenza, bisogna poi promuovere e valorizzare lavoro e istruzione per raggiungere la giustizia sociale”

A seguire, dopo l’intervento di don Stanizzo, c’è stata la prolusione del Ministro agli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta che è stata omaggiata con un mazzo di fiori: “Bisogna pensare a un modello di società e ripartire - Afferma”. E spiega come la dottrina sociale della Chiesa: “È la porta che apre al bene comune grazie alla presenza di persone guidate da sani principi morali” Il Ministro spiega anche come sia importante una classe politica onesta e che, “creda e punti sui giovani, il nostro futuro, e che rafforzi in questo modo la società, bisogna formare dunque una classe dirigente ‘giusta’ che metta da parte l’individualismo, il tutto deve essere superiore alla parte, la realtà deve venire prima dell’idea.

Inoltre, riguardo l’appartenenza afferma che: “Essere cittadini significa essere convocati a una scelta che è quella del rispetto del valore e della dignità di una persona. La politica deve stare al servizio del popolo e l’interesse per la persona deve essere il suo principio fondamentale, deve affermare l’interesse collettivo a quello individuale.  Anche il nuovo Presidente della Repubblica (che sarà eletto il prossimo mese) dovrà essere, anche a causa della crisi che attanaglia l’Italia tutta, uno che conosca le origini cristiane dell’Italia e deve far perseguire la dignità dell’uomo, rimetterlo al centro, contribuire a creargli un lavoro dignitoso e fare il bene di molti e non di uno solo”.

Infine il Vescovo nel suo messaggio di auguri esorta tutti nell’apprezzare, “i doni del Natale, vederlo come una luce che guida il popolo al bene comune”, e incita l’ accogliente popolo lametino, che sa convivere con gli immigrati (circa il 6%), a rendersi consapevole  di quello che possiede e di valorizzare le sue risorse, anche quelle ecologiche che sono tante. “Poi tante cose che si potevano fare non si sono fatte - dice il Vescovo - questo perché è prevalso il bene singolo e non quello comune”, citando alcuni problemi che affliggono Lamezia, quali il depotenziamento dell’ospedale e della sanità lametina.  

“Il Signore è in mezzo a noi. Tanti auguri!”.

Francesco Ielà

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