Lamezia, vescovo Schillaci celebra omelia per il mercoledì delle Ceneri

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Lamezia Terme - “In questo momento particolare pensiamo soprattutto a coloro che non hanno questa possibilità: ai nostri fratelli lì dove non è consentito vivere l'inizio della Quaresima così come lo stiamo vivendo noi. Quindi, un pensiero va a tutte queste persone che non sono nelle condizioni di vivere quello che a noi, invece, è possibile fare”. Con un pensiero rivolto a quanti in questi giorni, a causa delle quarantene disposte in alcune città italiane per l’allarme coronavirus, non potranno partecipare ai riti quaresimali, il vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, Giuseppe Schillaci, ha iniziato la sua omelia nel corso della concelebrazione eucaristica officiata in cattedrale in occasione del mercoledì delle Ceneri che ha dato il via alla Quaresima.

“Carissimi fratelli e sorelle noi vogliamo convertirci seriamente e sinceramente all'amore di Dio, al suo amore – ha chiesto il vescovo all’assemblea - Cosa significa questo? Cosa deve significare questo per noi, per la nostra comunità, per le nostre esistenze personali, per le nostre famiglie? Vorrei esprimere tutto questo con le parole di San Clemente I papa: ‘Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte. Siamo, dunque, umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca vanteria, la superbia, il folle orgoglio e la collera. Mettiamo in pratica ciò che sta scritto’. Mettiamo in pratica, cioè, la Parola di Dio e nutriamoci durante questo tempo della Quaresima di Parola di Dio”.

“Il cammino quaresimale che ci apprestiamo ad iniziare questa sera ha una meta che non dobbiamo dimenticare: la Pasqua. E guardiamo, quindi, alla Pasqua del Signore Gesù che sia veramente la nostra Pasqua in questo tempo in cui cambiano le vesti. Abbiamo visto, infatti, anche l'altare abbastanza sobrio: non ci sono i fiori che solitamente ci sono, in questi giorni non sentiremo l'alleluia che riascolteremo nella notte di Pasqua”.

Da qui l’invito: “Lasciamo che il Signore ci parli perché possiamo parlare con Lui perché possiamo parlare di Lui, perché possiamo parlare per Lui. Chi si rivolge al Signore non può chiudersi nel proprio mondo, non può chiudersi in sé stesso, non può chiudere le porte agli altri”.

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