Restituzione cranio brigante Villella, donna afferma di essere erede diretta

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Catanzaro - Nuovo colpo di scena nel processo davanti alla Corte d'Appello di Catanzaro che dovrà decidere sulla richiesta del Comune di Motta Santa Lucia di dare degna sepoltura al teschio del brigante Giuseppe Villella, attualmente esposto nel museo Cesare Lombroso di Torino. Nel corso dell'udienza di oggi si è presentata in aula l'avvocato Letizia Di Valeriano in rappresentanza di un'anziana donna che afferma di essere erede diretta di Villella. Il legale ha presentato così un'istanza affinché la Corte riconosca la sua assistita come legittimata a costituirsi in giudizio.

A sostegno della sua tesi la presunta discendente ha depositato alcuni documenti che proverebbero la sua parentela con Giuseppe Villella. Di diverso avviso gli avvocati che rappresentano il Comune di Motta Santa Lucia e il comitato "No Lombroso". La corte, dopo aver ascoltato le parti, compresa l'avvocatura dello Stato che rappresenta l'università di Torino, si è riservata la decisione che potrebbe essere resa nota nei prossimi giorni. Giuseppe Villella, detenuto per furto, morì in un carcere del nord Italia nel 1864. Sul suo corpo effettuò l'autopsia Cesare Lombroso, all'epoca docente di Clinica psichiatrica e Antropologia all'Università di Pavia.

Studiando il cranio del detenuto calabrese, trovò la fossetta occipitale mediana elemento distintivo e causa, secondo la teoria di Lombroso, del comportamento criminale. Da allora il cranio di Villella è esposto al museo di Torino. Nel 2010 il comune di origine di Villella, Motta Santa Lucia, si è rivolto al tribunale di Lamezia ottenendo che il teschio fosse restituito al suo paese per una degna sepoltura. Decisione sospesa, in attesa della decisione della Corte d'appello, a causa del ricorso presentato dal museo Lombroso, secondo il quale il cranio è di proprietà dello Stato.

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