Catanzaro - Il Comando provinciale di Catanzaro della Guardia di finanza sta eseguendo un'operazione denominata “Violentemente investito” contro una presunta organizzazione criminale accusata di avere attuato una truffa per oltre cinque milioni di euro ai danni di agenzie di assicurazione attraverso il sistema dei falsi incidenti. Venti le persone arrestate, 16 delle quali in carcere e 156 quelle denunciate. In manette anche due avvocati di Catanzaro. Sequestrati beni per due milioni di euro. Il sistema fraudolento si sviluppava attraverso l’ideazione e la messa in pratica di due differenti tipologie di truffa. Infatti l’organizzazione era solita mettere in piedi sinistri mai avvenuti, oppure per altri (realmente accaduti) aggravarne le conseguenze, in termini sia di risarcimento dei danni, che di numero di persone coinvolte. Nel primo caso il professionista ideava sin dall’origine il falso sinistro, procurando la disponibilità alla partecipazione alla truffa sia delle persone falsamente coinvolte, sia delle autovetture che dei testimoni. Nel secondo caso, al professionista si rivolgevano persone realmente coinvolte in sinistri stradali, le quali chiedevano allo studio legale assistenza nella procedura di richiesta di risarcimento dei danni. A questi venivano procurati falsi occupanti dei mezzi coinvolti, che riportavano falsi danni fisici, il tutto testimoniato da falsi testimoni. Infatti, era talmente consolidato il sistema fraudolento che nella provincia era noto come il professionista in questione fosse specializzato nella truffa e ad esso era pertanto facile offrire la disponibilità di terzi soggetti ad essere indicati come coinvolti a vario titolo nei falsi sinistri.
La truffa è stata attuata ai danni, oltre che delle agenzie di assicurazione, del Fondo di garanzia delle vittime della strada. Gli arresti sono stati fatti dalla Guardia di finanza in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro. Il reato contestato è l'associazione per delinquere finalizzata alla truffa. L'importo della truffa, secondo quanto è emerso dalle indagini, è di cinque milioni di euro in un arco di tempo compreso tra il 2009 ed il 2012. La gran parte delle persone denunciate sono quelle che avrebbero ottenuto gli indennizzi sulla base dei falsi incidenti versando una parte delle somme ricevute agli organizzatori della truffa. Tra i beni sequestrati ci sono numerosi immobili, per un importo di oltre settecento mila euro.
LE PERSONE COINVOLTE
In carcere gli avvocati Giampiero Mellea e Antonio Bressi, Raul Mellea, Vitaliano Mirarchi, Rosario Murica e Fabrizio Nicoletta.
Ai domiciliari il dottore Giulio Cosco, il carrozziere Francesco Giglio e come falsi testimoni Angelo Barone, Bruno Candeloro, Enzo e Serafino Guido, Antonio, Emanuele e Vittorio Nicoletta, Fabio Parrubello e Luigi Scalzo detto Billy. Quattro, invece, gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria Maurizio Anastasi, Risa Mazza e Alessandro e Filomena Nicoletta.
Avvocati, periti medici, carrozzieri, tutti insieme appassionatamente per truffare le compagnie assicurative con falsi incidenti stradali. E' quanto emerso da un'indagine della Guardia di finanza di Catanzaro che ha portato all'arresto di 17 persone, di cui 11 ai domiciliari, all'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria per altri 4 e 156 denunciati. I finanzieri hanno anche sequestrato beni per due milioni di euro. Le indagini della Guardia di finanza di Catanzaro, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, hanno avuto inizio dopo le rivelazioni di un collaboratore di giustizia il quale aveva rivelato le modalità e gli organizzatori della truffa. Ad ideare il sistema erano gli avvocati Gennaro Pierino Mellea, attualmente irreperibile, e Antonio Bressi, per i quali è stata disposta la detenzione in carcere. I due avrebbero organizzato i falsi incidenti stradali per farsi pagare dalle compagnie assicurative i risarcimenti. Le finte vittime venivano sempre indicate come "violentemente investite" in modo da poter ottenere il massimo del risarcimento. Nonostante una perquisizione nello studio di Mellea compiuta nel 2011 l'attività dell'organizzazione è proseguita senza sosta. Il giro d'affari stimato dal 2009 ad oggi ammonterebbe ad oltre cinque milioni di euro. Dalle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali è emerso il ruolo di organizzatori dei due avvocati ma anche quello di altri professionisti, tra cui un medico, e di numerose altre persone che erano le false vittime degli incidenti.
Dopo l'avvio delle indagini tutte le maggiori compagnie assicurative hanno presentato querela per i falsi incidenti ed ora sono pronte a costituirsi parte civile nel procedimento penale. Il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, hanno evidenziato che il "sistema scoperto aveva di fatto alterato il libero mercato delle assicurazioni. Era un sistema meticolosamente organizzato che ha prodotto ingenti guadagni alle persone che sono state individuate quali componenti dell'organizzazione". Dalle indagini della Guardia di finanza è stata individuata anche un'ingente frode fiscale da parte degli studi legali i quali, negli anni, avrebbero denunciato poche migliaia di euro di reddito a fronte degli ingenti guadagni proprio in virtù del contenzioso con le compagnie assicurative. Anche su questo fronte il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro è intervenuto con un sequestro di beni. Il comandante provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, gen. Antonio De Nisi, il colonnello Mario Palumbo ed il tenente colonnello Massimo Battaglino hanno affermato che "lo studio dell'avvocato Mellea era il quartier generale dell'organizzazione. Uno studio quasi completamente asservito alla truffa”.
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