Lamezia Terme – Si è chiuso un altro capitolo del processo “Crisalide” per i sei imputati che hanno appellato la sentenza del tribunale di Lamezia del 12 maggio 2020. I sei, erano accusati, a vario titolo, di avere partecipato all’associazione di stampo mafioso Cerra-Torcasio-Gualtieri, per avere partecipato ad altrettanta associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, per decine di episodi di spaccio di stupefacenti, estorsioni ed altro. In appello, rideterminate le pene inflitte in primo grado per 4 imputati e due assoluzioni.
La Corte di appello di Catanzaro, (Presidente Caterina Capitò e, a latere, i consiglieri Maria Rosaria di Girolamo e Giuseppe Perri) ha così assolto l'ex consigliere comunale ed ex vicepresidente del consiglio, Giuseppe Paladino che era stato condannato, in primo grado, a 6 anni. L’operazione “Crisalide” scattata nel 2017, è stata più volte citata negli atti del terzo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia Terme. Tra gli altri, coinvolto anche il padre dell'ex vicepresidente del consiglio, Giovanni Paladino, che è stato condannato a 4 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso. In appello, nei suoi confronti, era stata così ribaltata la sua posizione. Giovanni Paladino era, infatti, stato assolto in primo grado e poi invece condannato dai giudici di Catanzaro nel processo in abbreviato.
Assolto da tutti i capi contestati, anche Flavio Bevilacqua che in primo grado era stato, invece, condannato a 9 anni, dai reati di rapina e porto d’armi “perché il fatto non costituisce reato”.
La Corte di appello di Catanzaro ha rideterminato così le pene nei confronti di:
Francesca Antonia De Biase - assolta dal reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e di detenzione dell’ordigno esplosivo in quella vicenda impiegata, “perché il fatto non costituisce reato”, ha escluso per i restanti reati l’aggravante mafiosa e ha rideterminato la pena finale in un anno e 10 mesi di reclusione, pena sospesa e non menzione (è difesa dall'avvocato Aldo Ferraro);
Giuseppe Costanzo - previa riqualificazione di alcuni reati, esclusa la circostanza dell’aggravante articolo 416, la Corte ha rideterminato la pena inflitta in 11 anni di reclusione (è difeso dagli avvocati Antonio Larussa e Tiziana D'Agosto).
Flavio Bevilacqua - assolto (è difeso dall'avvocato Francesco Amantea).
Piero De Sarro - rideterminata la pena in 10 anni di reclusione (è difeso dall'avvocato Giuseppe Di Renzo)
Giuseppe Paladino - assolto perché il fatto non sussiste (è difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere)
Danilo Fiumara - assolto dal capo 1 per non aver commesso il fatto; esclusa la circostanza dell’aggravante mafiosa e rideterminata la pena in 10 anni e 9 mesi di reclusione; revocata la pena accessoria dell’incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione per la durata di 5 anni (è difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Massimiliano Carnovale). La Corte di Appello ha confermato nel resto la sentenza impugnata.
R.V.
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