Lamezia Terme – Sono tante le persone che per errori medici sono contagiate da gravi malattie. Questo è il delicato argomento trattato dal giornalista Giovanni Del Giaccio nel suo libro ‘Sangue sporco. Errori, trasfusioni e malasanità’ che è stato presentato in una libreria lametina, insieme al magistrato Luigia Spinelli e all’avvocato Tommaso Colloca che ha organizzato l’evento con il patrocinio dell'associazione Emodanneggiati Calabresi e del Comune di Lamezia Terme.
Del Giaccio ha relazionato in merito al suo libro–inchiesta, un’opera costruita con scrupoloso rigore giornalistico che racconta un viaggio, “dal nord al sud dell’Italia” percorrendo il dolore di famiglie e di persone accomunate da una storia triste, di rabbia e disperazione che, “sfocia in una profonda depressione”. Si tratta degli emodanneggiati, “persone malate che invece di trovare conforto in una pronta guarigione, sono state contagiate da trasfusioni sbagliate, con sacche di sangue infetto o da eclatanti errori commessi negli ospedali, questioni che purtroppo sono, troppo spesso, liquidate con una sola parola: malasanità”. Queste tristi ed emblematiche vicende hanno spinto l’autore a scrivere le 15 storie presenti nel libro, nelle quali si chiede “il perché una situazione simile fa notizia solo quando ‘scappa’ il morto” e rammenta che “la Corte europea dei diritti dell’uomo condanna l’Italia a risarcire con 10 milioni di euro i malati o i loro familiari; “un risarcimento morale” – lo definisce, perché, “nessuno ti riporta in vita l’affetto di un figlio o di una persona cara” senza contare “le lungaggini burocratiche cui i risarcimenti sono soggetti”.
Anche Luigia Spinelli apprezza il libro di Del Giaccio, al quale vuole dare aun sottotitolo, non solo: ‘sangue sporco’, ma anche ‘coscienza sporca’, “perché si tratta di un testo di inchiesta che vuole destare la comunità su temi importanti e far conoscere la verità sui poteri forti, sulle case farmaceutiche, sui problemi delle persone ‘travolte’ da farmaci e medicine che invece di curare si sono trasformati in veri e propri killer, il tutto corredato da storie paradossali e dalla scelta sbagliata di guardare da un’altra parte”. Tommaso Colloca, che ha preso a cuore la causa dei contagiati ha introdotto la relazione del giornalista e ha spiegato che, “in Calabria ci sono circa un migliaio di emodanneggiati, e io mi sono voluto immedesimare, con un nome di fantasia, in un malato di epatite C che infettato non può più godersi la vita e la sua famiglia, questa - conclude - è una strage di Stato con conseguenze spesso irreparabili”.
A conclusione della serata gli interventi del pubblico e di alcuni emodanneggiati, quali Rosina Mendicino (presidente dell'associazione Emodanneggiati) che ha spiegato le difficoltà di intraprendere e sostenere le spese per ottenere un risarcimento “che non sempre è quello aspettato, non è possibile che esistano malati di seria A e di serie B” o chi si chiede perché di alcune malattie come l’AIDS se ne parla poco o niente. “Se ora l’AIDS non fa notizia - ha risposto Del Giaccio - non è perché è un male superato ma perché non se ne parla più tralasciandolo a ‘problematiche’ più frivole e futili”.
Francesco Ielà
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