Lamezia: Benincasa, valutare programmi ragazzi e ricevere buoni consigli per la città

teresa-benincasa-gruppo-misto_copia.jpgLamezia Terme – “Cambiando i versi, io credo che del domani vi è una certezza: il polso dei ragazzi è il migliorare per misurare le amministrazioni, valutare i loro programmi e ricevere buoni consigli per la città”. E’ quanto afferma la consigliera comunale e presidente IV commissione cultura Teresa Benincasa.

“Ricevendo da Marco Fé, presidente dell’Associazione ‘Ragazzi in Gamba’ di Chiusi – aggiunge - l’attestato di ‘Educazione alla creatività per aver camminato sul ponte della Bellezza’ ho realizzato l’idea che per essere migliori abbiamo bisogno di questi ragazzi; che la nostra città davvero può farcela se ascolta l’armonia del loro baccano. Sono grata a questo mondo di folli adulti che da decenni portano avanti la ‘Rassegna dei ragazzi in gamba’, mai stanchi e incredibilmente innamorati della fatica di stare dietro a musicisti, attori, cantanti, ballerini e majorette under 16, 15, 14 13. In un mondo di tecnici che cerca di costruire spazi specializzati in cui ‘rinchiudere’ i ragazzi ultracinquantenni, Carlo, Gaetano e Marco, fieri condottieri della rassegna, si sforzano all’incontrario riuscendo, il come è miracoloso, a coinvolgere altri adulti, come quelli dell’Associazione San Nicola, altri insegnanti e dirigenti come Rosanna Bilotta dell’I.C. ‘Nicotera-Costabile’: tutti felici e consenzienti per ‘tormentare’ scuole, teatri, strade e piazze  con il fiume colorato di ragazzi. Ci sono riusciti anche questa volta, e nella piazza e per le strade di una Sambiase fiera hanno emozionato tutti affidando alle voci bianche dei ragazzi i versi del poeta Franco Costabile”.

“Da questi ‘folli’ in azione – dice - in questi anni di amministrazione ho realizzato una idea che voglio tradurre in un appello al Sindaco che verrà: Istituire in ogni quartiere una commissione urbanistica composta da ragazzi, da cui ottenere pareri vincolanti sui progetti che riguardano strade, piazze e nuove costruzioni. Con una commissione così, pensata come un gioco ma prendendo i loro consigli sul serio, ne otterremmo una cura fisiologica contro i guasti presenti nel territorio (talvolta pensati e autorizzati da fior di tecnici strapagati… ma questo solo tra parantesi). Ne ricaveremmo una città più bella e a misura di bambini; anche per quelli che non hanno la possibilità di pagare per guardare un film o andare a teatro; anche per quelli che vorrebbero semplicemente poter lanciare un pallone o usare la musica, i colori, le matite e le parole per esprimere le loro emozioni, senza ticket e senza ricevere proteste perché ci disturbano. Ci vogliono spazi pensati da loro con regole fatte da loro. Cambiando i versi, io credo che del domani vi è una certezza: il polso dei ragazzi è il migliore per riequilibrare le scelte e misurare le amministrazioni. L’idea non è diventare Ercole o Peter Pan, ma ricominciare a guardare le cose con i loro occhi. Pensare con altri occhi: quando i ragazzi dicono ‘basta compiti’ forse ci chiedono di avere anche il tempo di sperimentare e conoscere se stessi (la mente è fatta anche per pensare e creare mondi nuovi). Quando i ragazzi sbuffano ‘Basta essere accompagnata a scuola’ forse è perché camminando lungo il tragitto per la scuola cominciano a sentirsi più responsabili (anche noi ci accorgeremmo dove servono i marciapiedi e dove le piste ciclabili) verso i rischi e superandoli crescono più sicuri; quando i ragazzi dicono  ‘Basta regole’ è perché  vorrebbero chiederci di costruirle insieme (le regole migliori sono quelle che vengono fuori da chi ne fa esperienza). Dico forse perché sono sicura che è il metodo migliore per pensarci un po’ su e salutare la rassegna e i suoi organizzatori con un grazie che continua, dopo le parole”.  

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