
Lamezia Terme - "Il tema è costruire la Pace in tempo di guerra. Parlare di quello che conosciamo. Di quello che è distante ma anche dei conflitti più vicini a noi. Ma la parola chiave è una speranza messa in atto, non speranza in attesa. Attendere alla Pace è una coscienza collettiva, una voglia di essere umanità di tutte le popolazioni". Don Giacomo Panizza, testimone e attivista di azioni di Pace, si è espresso così a Lamezia Terme nel corso dell’International Migrants Day 2025.
Incontri mattutini con studenti e le studentesse del Polo Tecnico Professionale Rambaldi–De Fazio e del Liceo Scientifico Galileo Galilei e nel pomeriggio ospiti del salone della Chiesa della Pietà, introdotti dal Parroco don Emanuele Gigliotti. Appuntamenti che Comunità Progetto Sud e SAI hanno costruito in collaborazione con il Movimento Umanità in ricerca e Operazione Colomba per raccontare le “Voci in cammino, tra racconti di migrazione e speranza”.
"Speranze intese come fioritura nella piena umanità», ha sottolineato Salvatore Diodato del Movimento umanità in ricerca. "Sensibilizzare gli studenti, entrando nelle scuole ma anche con incontri aperti ai cittadini ci aiuta a rendere pubbliche le motivazioni di un movimento che si interroga sui molti perché delle migrazioni. Raccogliere le voci – dice ancora Diodato - vuol dire creare condizioni di ascolto e di accoglienza e farlo con la testimonianza di don Giacomo Panizza, di una delle attiviste di Operazione Colomba e di Bakary Dembele ha il significato profondo del cammino che stiamo percorrendo".
Confronto e dialogo sono state le azioni chiave di una giornata-evento che ha messo in relazione giovani, cittadini ed esperti di migrazioni per restituire prospettive e vissuti legati ai confini, ai percorsi migratori e alle pratiche quotidiane di pace nei territori segnati dai conflitti.
"Obiettivo sensibilizzare, non far calare l’attenzione e non far spegnere i riflettori sui territori di guerra". Sono le parole dell’attivista di Operazione Colomba che ha tenuto due incontri nelle scuole e che, nel pomeriggio ha raccontato l’importanza della presenza degli operatori di pace sui territori dove sono in atto le guerre. "Riportare la testimonianza di come e di dove agiamo come Operazione Colomba ha il valore politico di chi può agire, anche da lontano, perché consapevole di quello che accade nelle terre del conflitto. La nostra restituzione di testimonianza, - ha concluso l’attivista - in contesti pubblici, con i giovani, con i cittadini, porta con sé questo grande valore".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
