Lamezia Terme - A Lamezia Terme, luogo strategico dal punto di vista del monitoraggio del clima e dell’ambiente per la sua posizione geografica, sorge uno dei pochi Osservatori climatici presenti nel bacino del Mediterraneo: si tratta dell’Osservatorio Climatico-Ambientale dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-CNR). Il Centro, situato nell’area ex Sir e diretto dalla dottoressa Claudia Roberta Calidonna, è impegnato in rilievi e ricerche di impatto internazionale, proprio a causa della sua posizione peculiare che permette di intercettare alterazioni relative al cambiamento climatico cui l’area del Mediterraneo risulta particolarmente sensibile.
“Il centro - spiega la dottoressa Calidonna - è stato creato nel 2014 nel contesto di un Progetto PON 2007-2013 Infrastrutture, dal titolo “Infrastruttura di Alta tecnologia per il Monitoraggio Integrato Climatico-Ambientale” PONa3_0363, il cui beneficiario era il Dipartimento Terra e Ambiente del CNR (ora Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie dell’Ambiente) cui ISAC afferisce. Le finalità sono relative al potenziamento della rete osservativa per il monitoraggio climatico-ambientale ed in particolare dell’atmosfera, su qualità dell’aria e sistema climatico, attraverso la raccolta dati e la loro integrazione al fine di contribuire al monitoraggio del cambiamento climatico nel Mediterraneo. La collocazione nell’area di Lamezia Terme è fondamentale quale sito strategico costiero-semirurale, allo sbocco dell’istmo tra i due mari Tirreno e Ionio, e costituisce un laboratorio naturale per l’osservazione di fenomeni atmosferici potendone osservare sia l’influenza locale che a larga scala. Tale circolazione atmosferica permette al sito ISAC di Lamezia Terme di essere un punto privilegiato di osservazione delle componenti chimico-fisiche importanti che impattano su tutto il Mediterraneo, considerato un punto caldo (hot-spot) sensibile ai cambiamenti climatici”.
Tante le attività di monitoraggio di cui il Centro si occupa quotidianamente. “Nella sede - continua Calidonna - sono presenti programmi di misura per i componenti atmosferici clima-alteranti gas serra (CO, CO2, CH4), e loro componenti isotopiche: gas radon nella CO2, gas reattivi (O3, NOX) SO2, composti volatili organici (VOC), polveri sottili (PM10, PM2.5). Quindi, il livello della loro presenza e la relativa distribuzione dimensionale, le concentrazioni equivalenti di Black Carbon, la presenza di nanoparticelle disperse in atmosfera e le misure dello scattering dell’areosol aereodisperso. Completano le osservazioni le misure dei profili di aerosol (fino a 10 Km) comprensivo di rilevamento di altezza nuvole, misure di profilo del vento (velocità e direzione) fino a 300 metri, e misure meteorologiche a 10 metri dei principali parametri (temperatura, precipitazione, pressione atmosferica, direzione e velocità del vento, umidità relativa) nonché la radiazione solare e la nitidezza atmosferica in presenza ad esempio di sabbie sahariane e/o di particelle aereodisperse nel caso di incendi”.
Questi parametri contribuiscono a monitorare dati di rilievo internazionale che vengono messi in rete con organizzazioni per il clima operative a livello globale, fra cui la NASA. “Tutti i programmi di misura dei gas serra - spiega infatti la dottoressa - ci permettono di contribuire, insieme ad altri 500 osservatori in tutto il mondo, al Global Atmospheric Watch, della World Meteorological Organization (GAW-WMO), che si occupa di monitorare lo stato del clima del globo, e alla rete Global Atmospheric Watch della World Meteorological Organization (GAW-WMO) quale Regional site (LMT). Le misure di aerosol e sue proprietà sono funzionali alla Infrastruttura Europea di Ricerca ACTRIS con la Joint Research Unit (JRU) Italiana come National Facility. Le misure delle varie componenti della radiazione afferiscono al network Aeronet della NASA. Con i profili di aerosol partecipiamo alla rete dei Lidar ALICEnet (Italian Automated LIdar–CEilometer network). Inoltre, la sede HUB-ICOS, Laboratorio per il supporto strumentale del nodo italiano dell’Infrastruttura Europea ICOS Italia”.
La produzione scientifica del Centro è di rilevanza internazionale, e compare nelle più prestigiose riviste di settore: “Uno degli ultimi lavori, relativamente allo studio sugli incendi” riporta la responsabile, “ha trovato menzione nella newsletter della rete ICOS Italiana, mentre lo studio specifico sugli impatti delle emissioni antropiche è menzionato, come studio di riferimento, riportato nel sito della casa madre di produzione di uno strumento unico che rappresenta lo standard per il rilevamento dei principali gas serra”. Un compito dunque molto importante, grazie al quale la situazione del cambiamento climatico viene monitorata e controllata costantemente. Ma quali sono esattamente i feedback che il Centro riceve in questo senso? “Le nostre misure relativamente ai gas serra, principalmente anidride carbonica (CO2) e metano (CH4)” spiega Calidonna, “mostrano valori crescenti negli anni in linea con la media crescente di tali composti atmosferici. Diverse pubblicazioni scientifiche che abbiamo prodotto e recenti studi dimostrano questo. Registriamo inoltre anomalie nei principali parametri fisici atmosferici, quali temperatura e precipitazione, che suffragano con dati scientifici quanto negli ultimi anni è percepibile anche dall’osservazione empirica, in relazione all’aumento medio della temperatura e a periodi sempre più lunghi di siccità. La temperatura ha subito una crescita significativa negli anni e sono state registrate anomalie di temperature medie più elevate anche nei periodi invernali”. Portare avanti questo tipo di lavoro richiede naturalmente uno staff multidisciplinare all’altezza del compito.
“Il personale della nostra sede e lo staff dei collaboratori è composto da fisici, chimici, ingegneri informatici, elettronici e dell’ambiente e del territorio e geologi” conclude la responsabile, “Completano il personale professionalità giuridiche e gestionali a supporto essenziale delle attività di ricerca. Gli studi universitari scientifici e ingegneristici di base trovano una specializzazione nei dottorati tematici attivati con competenze paleoclimatiche e ingegneristiche. La multidisciplinarietà, presente nelle competenze ed esperienze del personale, per la tipologia di studi necessari alla gestione e interpretazione dei dati misurati dai programmi attivi di misura implementati presso l’Osservatorio Climatico-Ambientale dell’ISAC-CNR di Lamezia Terme, sono la chiave di successo per affrontare la sfida di avanzamento della conoscenza nel settore atmosferico-climatico quale missione istituzionale”.
Giulia De Sensi
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