Catanzaro - "Saranno oltre 65mila le aziende agricole calabresi colpite dal taglio della Pac 2028-2034 del 20% con il passaggio al fondo unico tra politiche agricole e di coesione. Un taglio di tali dimensioni delle risorse della Pac al quale si associa l'effetto inflazione, è un disastro annunciato. Questi gli effetti del piano di bilancio della Commissione Ue". Lo afferma, in una nota, la Coldiretti Calabria. "La scelta della presidente Von der Leyen - si aggiunge - genererà una perdita secca dei sostegni per tutte le imprese agricole, compresi gli investimenti, attraverso la Politica agricola comune (Pac)". "La Coldiretti Calabria - afferma il presidente regionale Franco Aceto, che sta partecipando con una delegazione all'assemblea nazionale dell'organizzazione - rilancia sul territorio regionale la mobilitazione di cui già si sono avute le prime e concrete avvisaglie a Bruxelles e a Roma. La proposta di accorpare le risorse destinate allo sviluppo rurale in un fondo unico, insieme alla drastica riduzione complessiva del budget agricolo, colpisce in modo diretto tutti i territori agricoli e soprattutto le aree più fragili e marginali, come quelle calabresi, dove l'agricoltura ha già subito un pesante ridimensionamento".
"Dai dati elaborati da Coldiretti Calabria - é detto ancora nel comunicato - si sono già persi negli ultimi 10 anni oltre 40 milioni all'anno. E adesso il conto è destinato ad essere ancora più salato. A essere colpiti da questi tagli sarebbero settori come l'olivicoltura, l'agrumicoltura, la zootecnia, cerealicoltura, orticoltura e la viticoltura, comparti strategici della regione e simbolo di un'identità rurale intrisa nel territorio e nelle sue comunità".
"La misura - aggiunge Aceto - avrà effetti economici e sociali disastrosi anche sulla produzione di cibo, la sicurezza alimentare e la spinta verso l'innovazione e la sostenibilità che in questi anni ha reso l'agricoltura calabrese, con le sue produzioni di qualità, in crescita. Il disegno della presidente teutonica della Commissione Ue di ridurre e diluire le risorse dell'agricoltura in un unico contenitore, dove sarà più facile intensificare ulteriori riduzioni, farà sentire inevitabilmente i suoi effetti sulle aziende che dalla Pac ricevono sostegno necessario e vitale anche per garantire sviluppo rurale, tutela dell'ambiente, produzione di energia pulita e presidio delle aree interne. Meno agricoltura significa aumentare le importazioni dall'estero, ed esporre i prezzi del cibo alle fluttuazioni dei mercati, con un impatto devastante sulle tasche dei cittadini. La Pac, infatti, non è solo una questione economica, ma uno strumento di tutela per il territorio e per i cittadini-consumatori. Sotto le macerie di questa implosione resteranno le future generazioni i nostri figli e nipoti. Se c'è chi in un'Europa tecnocrate pensa di marginalizzare la nostra agricoltura la nostra mobilitazione non potrà che continuare per fermare questa deriva perché non possiamo accettare che risorse vengano sottratte all'agricoltura e alla qualità del cibo per destinarle al riarmo, mettendo a rischio anche la salute dei cittadini.
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