Decollatura - Il convegno intitolato “Radici e Futuro” che ha preceduto la celebrazione di sua maestà la patata, autentica regina del Reventino, ormai da decenni in quello che è uno degli appuntamenti classici della fine dell’estate decollaturese, ovvero la sagra – ora Festa visto che, come ha spiegato la sindaca Raffaella Perri ha un significato e una valenza più ampia e non solo prettamente gastronomica – ha fatto emergere aspetti estremamente interessanti legati a questo prodotto, straordinaria risorsa per tutto il territorio.
Al centro del dibattito, una sorta di tavola rotonda svoltasi nelle “vinelle” e non borgo come hanno teso a sottolineare gli organizzatori, l’attribuzione del marchio De.Co alla patata di Decollatura. All’incontro hanno partecipato produttori locali, amministratori comunali, la sindaca del paese, Raffaella Perri, il presidente della Pro Loco, Michele Astorino, Marisa Gigliotti per Slow Food e la divulgatrice dell’Arsac, Vincenzina Scalzo.
L’intervento introduttivo è stato affidato alla sindaca Perri che ha spiegato come “nel corso degli anni, dal 2002 precisamente, fino al 2023 vigeva un regolamento comunale che è stato ritoccato proprio con l’istituzione del registro delle De.Co. di Decollatura in cui è stata inserita la patata. Il percorso è stato avviato e la dottoressa Scalzo aveva già lavorato ad un disciplinare per dare corpo a questa idea e anche ad un logo che potesse personalizzare i nostri prodotti. Obiettivo – ha aggiunto Perri – dare indicazione geografica e dare un’indicazione di qualità, creando un marketing complessivo del territorio che comprenda anche le aziende. Bisogna lavorare in sinergia con i produttori affinché, la festa, la sagra portino un seguito al territorio e facciano conoscere il nostro prodotto, e anche se la sagra viene spostata a settembre, magari con un po’ di turisti in meno, si può disporre di prodotto in più da mettere in vendita, che poi è quello che conta e che certifica il lavoro promozionale che si sta facendo”.
Parola all’assessore Claudio Marasco, che ha anche moderato il convegno, che ha sottolineato l’importanza della De.Co. “come veicolo di promozione e sviluppo del territorio, secondo il regolamento degli enti locali ma anche con altre ricadute. La Festa della patata è una straordinaria festa comunitaria per promuovere questo prodotto”. Marasco ha fatto un excursus sulle De.Co., dall’idea di Veronelli, alle varie vicende comunitarie. “La De.Co. è la carta d’identità di un prodotto e lo lega ad un territorio rappresentandone un valore aggiunto poiché lo toglie dall’anonimato e gli dà, di conseguenza, valore economico, creando opportunità di lavoro, quindi possibilità di restare e di creare un indotto che eviti lo spopolamento dilagante”.
Saluti del presidente della Pro Loco di Decollatura, Michele Astorino che ha ringraziato “il Comune di Decollatura per la disponibilità ad affiancarci nella logistica, nell’individuazione degli spazi da utilizzare per organizzare la parte gastronomica, che è poi il fulcro, ciò che attira il tanto pubblico che arriva da svariati posti e poi ringrazio i tantissimi volontari che hanno lavorato per giorni al fine di far riuscire al meglio la manifestazione. Abbiamo recuperato le ricette antiche, ad esempio degli gnocchi, e stiamo cercando di recuperare la tradizione per affascinare chi viene nel nostro paese che, restando ammaliato, possa tornare e continuare a vivere i nostri eventi”.
Uno dei produttori presenti, Giuseppe Talarico, presidente della Cooperativa Monti del Reventino, ha rimarcato l’importanza del marchio De.Co. per la patata che “ha lo scopo principale di certificare la provenienza del prodotto. A volte - ha affermato Talarico – qualcuno chiama da luoghi obiettivamente lontani da noi, dicendo di aver acquistato patate di Decollatura, magari in periodi in cui ancora non sono state neanche scavate. È un fatto, questo, che fa pensare e capire quanto la patata di Decollatura sia nota in tutta la Calabria e quanto sia importante avere un prodotto certificato che possa agevolare anche un ristoratore che lo acquista e lo prepara ai propri clienti. Il nostro territorio – ha aggiunto Talarico – è vocato all’agricoltura, ma ancora ci sono ancora delle difficoltà oggettive sia nel comunicare ad un giovane che vuole restare per fare questo mestiere che non deve alzarsi presto la mattina con la zappa in spalla, ma ormai si fa agricoltura coi droni, con la tecnologia, coi satelliti, senza toccare una patata fino al momento di sbucciarla per friggerla e sia nel fare cooperazione. Infatti mi sto impegnando personalmente a vendere tutta la produzione non come azienda singola, ma come cooperativa, cercando così di coinvolgere tanti produttori e far crescere un’idea, purtroppo, ancora considerata prevalentemente del Nord”.
Carmine Gigliotti di Orto Corto, uno dei soci della cooperativa, ha condiviso in pieno il pensiero del collega e ha aggiunto che “l’unione fa la forza. Diventando soci della cooperativa si può uscire dall’attuale stallo. Spesso si cresce con lo stereotipo del non ce la possiamo fare, che qui non è possibile fare certe cose. Non è così. Qui si può fare agricoltura e la si può fare bene senza utilizzo di pesticidi e fitofarmaci facendo, ugualmente, qualità. Se tutto ciò è corredato da un’efficace azione di marketing è tutto molto più semplice”.
A questo punto il dibattito si è infiammato con l’intervento di Marisa Gilgiotti, Condotta Slow Food di Soverato versante Jonico che ha calato a sorpresa un paio d’assi niente male per il territorio di Decollatura, sorprendendo anche la sindaca Perri.
Dopo aver ribadito il suo affetto per Decollatura dove “venivo da piccolissima, voglio fare un plauso all’iniziativa di fare la De.Co. perché significare un territorio con una denominazione di origine aiuta tutti, principalmente i produttori che dovranno seguire un disciplinare”.
Ed ecco la prima sorpresa. “Ringraziandovi per avermi invitata, al termine di questo interessante incontro, regalerò a lei, sindaco, un nuovo preparato a base di patata che abbiamo studiato, che ci siamo inventati, pochi giorni fa con lo chef e macellaio, Giacomo Gigliotti, della vicina Serrastretta. Ci è venuto da pensare, cosa potremmo inventarci di semplice, da utilizzare ad esempio nelle case, nelle mense, di pronto che sia semplice e che abbia come base la patata? Siamo partiti dal tortino di patate che si fa normalmente con il formaggio e con le uova. Giacomo, nella sua macelleria, realizza un capicollo alla brace e allora lì ci si è accesa la lampadina. Una fetta di capicollo la quale viene farcita con il tortino e servita. È un’anteprima che abbiamo voluto creare appositamente per questo bellissimo evento che identifica questo paese e che voglio donare, come detto, al primo cittadino”.
Ma i regali di Slow Food non sono finiti. “Abbiamo pensato – ha aggiunto la Gigliotti – a Decollatura anche per un altro motivo. Vorremmo creare qui il Mercato della Terra. IN Calabria ancora non esiste. C’è stata una piccola esperienza a Villa San Giovanni, ma è finita e un’altra in Sila, ma non aveva grande senso. Questo territorio che esprime un’agricoltura di qualità su tutti i prodotti non solo della patata, potrebbe essere un punto di riferimento per il Mercato della Terra Slow Food. La struttura – ha concluso Gigliotti – potrebbe essere il Foro Boario parzialmente riqualificato che ben si presterebbe a questo tipo di iniziativa”.
Parere favorevole, a proposito di questa ultima proposta, ha espresso Rafaella Perri, rimasta favorevolmente colpita dalle belle parole della Gigliotti che ha considerato Decollatura un punto nevralgico per lo sviluppo agricolo non solo territoriale ma anche di una fetta più ampia della Calabria.
Conclusioni del dibattito affidate alla divulgatrice agricola, Vincenzina Scalzo che ha esordito dicendo che “Non c’è una varietà di patata propriamente di Decollatura, ma ce ne sono varie che cambiano in base alle esigenze del mercato. La De.Co. è una scelta giusta perché la patata di Decollatura è conosciuta a prescindere. Riuscire ad identificarla è farla circolare con questo marchio è importante. La De.Co. ha lo scopo di valorizzare un territorio e i suoi saperi i know how tipici di quella comunità, quindi va al di là del mero valore di marchio di un singolo prodotto. Ovviamente – ha specificato la Scalzo – ci sarà un’apposita commissione che deciderà sull’applicazione della De.Co. al prodotto perché è giusto che si debba essere rigorosi su un certo disciplinare e determinate regole. È chiaro che, si può partire da questa denominazione, per poi allargarsi anche a riconoscimenti europei più significativi.
Bisogna fare in modo che la gente venga a degustare questo prodotto”. E che se ne conosca anche la storia e la tradizione, quindi non solo la buona cucina e le specialità culinarie, ma anche la vicinanza di tutta la comunità che è orgogliosa della patata di Decollatura che è sponsorizzata dall’amministrazione comunale e va in giro con il logo. Negli anni ’70 – ha concluso Scalzo – c’era una cooperativa che commercializzava le patate, ma quel progetto non ha avuto un futuro e il fatto, dopo 50 anni, di non riuscire ancora a mettersi insieme e produrre, valorizzare questo prodotto fa pensare, fa riflettere. Si è riusciti a globalizzare tante cose, ma ancora su alcune cose ancora siamo indietro”.
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