Laino Borgo (Cosenza) - "Quella di oggi è la vittoria del territorio e di chi ha creduto alla logica dell'unità per difendere il territorio e l'occupazione di uno dei comparti strategici e sostenibili che si realizzano nel comprensorio. Oggi, dopo mesi di attesa, tiriamo un sospiro di sollievo e guardiamo con fiducia al futuro produttivo e di sviluppo che la centrale del Mercure rappresenta per l'intero territorio". Lo afferma la sindaca di Laino Borgo Mariangelina Russo, in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge calabrese sul divieto agli impianti a biomasse nei parchi che riguarda anche la centrale del Mercure. "Sapevamo - prosegue - di avere contenuti ed elementi utili a far valere le ragioni in difesa dell'occupazione e della coerenza ambientale che la centrale ha maturato in anni di controllo severo rispetto alla sua sostenibilità, e ci fa piacere che le argomentazioni portate avanti nella nostra linea di difesa siano state opportunamente considerate e ritenute valide. Apriamo con oggi un nuovo capitolo che ci vede guardare al futuro possibile, senza dimenticare la tutela dell'ambiente (che è un nostro fiore all'occhiello) e la salvaguardia dei posti di lavoro".
Graziano: “Con Consulta salvata la centrale del Mercure”
Per Giuseppe Graziano, consigliere regionale e presidente di Azione Calabria commentando la sentenza della Corte della legge regionale che riguardava l'impianto a biomasse della valle del Mercure “È una giornata storica per la Calabria, per i lavoratori della centrale del Mercure e per tutte le comunità che ruotano intorno a quel presidio produttivo. Dopo mesi di battaglie legali, politiche e istituzionali, la Corte Costituzionale ha ristabilito la verità: quella norma regionale che imponeva la chiusura dell'impianto era incostituzionale. Oggi vince il lavoro, la legalità, il buon senso. Parliamo - prosegue - di una filiera occupazionale in ambito forestale di oltre 1.500 lavoratori, e quindi famiglie, che diversamente sarebbero rimasti senza lavoro. Ecco perché la sentenza di oggi assume un valore eccezionale e straordinario. Non era pensabile che per una norma sbagliata si potessero mandare in fumo centinaia di posti di lavoro e cancellare un'esperienza produttiva che rappresenta un esempio di economia sostenibile e circolare nel cuore del Parco del Pollino. Abbiamo sempre detto che quella legge, oltre ad essere una 'norma-provvedimento' mascherata, era irragionevole, retroattiva e scritta solo per colpire un impianto specifico. La Consulta ci ha dato pienamente ragione".
"La Corte - sottolinea il presidente di Azione Calabria - ha riconosciuto l'illegittimità costituzionale della legge regionale, sia nella parte in cui vietava a priori l'impianto, sia per aver violato i principi di legittimo affidamento e di libertà d'impresa. È una sentenza che va oltre il singolo caso: è un argine al populismo normativo e un richiamo alla serietà della legislazione regionale. Nessuna legge può travolgere i diritti fondamentali dei cittadini senza una ragione oggettiva e proporzionata". "Ai lavoratori - conclude Graziano - va il mio primo pensiero. Hanno resistito, con dignità e determinazione, anche quando la situazione sembrava compromessa. Oggi la loro lotta è diventata giurisprudenza. È una vittoria collettiva, che ci insegna che la politica ha senso solo quando si mette al servizio delle persone, non delle ideologie. Oggi portiamo a casa un risultato importante, storico. Ma da domani si continua a lavorare, con ancora più forza, per garantire futuro, stabilità e sviluppo a questo territorio".
Rapani: “Su Centrale Mercure Occhiuto ha evitato il peggio”
"Non c'era motivo di correre e oggi possiamo dire che il tempo ha dato ragione a chi ha scelto la cautela. Rinviare l'applicazione della norma ha evitato conseguenze dannose per chi l'aveva approvata". Lo afferma il senatore di Fdi Ernesto Rapani dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul divieto generalizzato di impianti a biomassa nei parchi, riferendosi, è scritto in una nota, "alle critiche piovute nei mesi scorsi su Roberto Occhiuto, accusato di non aver dato seguito immediato alla legge regionale". "Rapani - prosegue la nota - ribalta la prospettiva: a suo giudizio si è trattato di una scelta di equilibrio, che ha preservato la Regione da rischi economici e giuridici". "Una posizione rivelatasi lungimirante - afferma Rapani - ha protetto la Regione da conseguenze evitabili. A chi accusa Occhiuto di immobilismo, dico che è stato proprio quel fermarsi a prevenire danni. Serve lucidità, non reazioni impulsive. Chi continua a strumentalizzare il tema dell'impianto dovrebbe guardare ai risultati. La Regione ha agito con buon senso. È ciò che si chiede a chi governa".
Gruppo Pd: “Su Mercure Consulta smaschera arroganza centrodestra”
"La sentenza della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale la legge regionale sul divieto generalizzato di impianti a biomassa nei parchi naturali rappresenta una vittoria del diritto, del buon senso e delle Comunità che in questi mesi hanno lottato con determinazione per difendere il proprio territorio, il lavoro e la dignità delle istituzioni". A sostenerlo è il gruppo del Pd in Consiglio regionale in una nota. "È una sentenza - proseguono i consiglieri dem - che ristabilisce la verità e smaschera definitivamente l'arroganza del centrodestra e di Occhiuto che hanno voluto costruire una norma ad hoc per colpire un'esperienza virtuosa, come quella della Centrale del Mercure, solo per assecondare logiche ideologiche o interessi di parte. Come gruppo del Pd, avevamo denunciato sin dal primo momento la palese incostituzionalità della norma e l'inaccettabile forzatura politica con cui è stata portata avanti, persino imponendo una questione di fiducia e impedendo il ritorno del testo in Aula, in spregio alle decisioni assunte dalle Commissioni e alle richieste avanzate dai sindaci e dalle comunità locali". "Abbiamo abbandonato l'Aula per protesta - ricorda il gruppo dem -, di fronte a un Consiglio umiliato nel suo ruolo e trasformato in mero esecutore passivo di decisioni prese altrove. Oggi, la Corte riafferma che le regole non si cambiano in corsa e che le istituzioni non possono sottrarsi al rispetto dei principi costituzionali, della libertà d'impresa e del legittimo affidamento. La verità è che si è tentato di chiudere un impianto che produce energia da fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell'Europa e garantisce occupazione stabile per decine di famiglie e coinvolge oltre 1.200 lavoratori nella filiera. Un impianto che, per di più, svolge un ruolo essenziale nella manutenzione attiva del territorio e nella prevenzione degli incendi, operando nel rispetto dei più alti standard ambientali, come confermato dai dati ufficiali dell'Arpacal e dagli studi scientifici dell'Osservatorio Ambientale. Ora si volti pagina. La politica regionale esca dalla logica degli scontri ideologici e assuma un approccio pragmatico, orientato allo sviluppo sostenibile, alla tutela dell'ambiente e al rafforzamento della filiera foresta-legno-energia. Il futuro della Calabria si costruisce con scelte concrete e partecipate, non con diktat e imposizioni dall'alto". "Il gruppo del Pd - conclude la nota - continuerà a battersi per difendere le prerogative del Consiglio regionale, per dare voce ai territori e per affermare una visione moderna, ecologica e inclusiva dello sviluppo. Dopo questa sentenza, è ancora più evidente chi ha agito con responsabilità e chi, invece, ha giocato sulla pelle delle comunità e sulla stabilità economica di un'intera area. Adesso si garantisca la piena operatività dell'impianto e si avvii un confronto vero sul futuro energetico e produttivo della nostra regione".
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