Lamezia Terme - Una narrazione fluida e molto partecipata quella del nuovo libro di Antonio Padellaro, direttore de “Il Fatto Quotidiano”, che racchiude storie di vita vissuta, travalicando ampiamente il confine semplice dell’aneddotica per imprigionare situazioni emblematiche che raccontano l’Italia della carta stampata, e non solo quella. “Il Fatto Personale. Giornali, rimorsi, vendette”, presentato alla libreria Tavella in un incontro moderato da Giandomenico Crapis, è un libro lungo quanto una carriera, una carriera fatta di svolte, esperienze, colpi di fortuna e scelte difficili che incrociano i fatti salienti della politica, i rivolgimenti, i vuoti di potere. Padellaro, alle spalle una famiglia legata alla burocrazia fascista alla quale si ribella molto presto, riconosce nonostante questo di essere stato messo dal padre sulla via del giornalismo.
Entra giovanissimo nell’Ansa, nel ’70, un anno dopo viene assunto da Spadolini al Corriere della Sera, e per caso, in un giorno festivo in cui tutti hanno altri impegni, diventa il cronista che racconta la morte di Pasolini. Poi le pressioni del craxismo sulla stampa e il passaggio all’Espresso, esperienza importante e quasi liberatoria, di grande crescita professionale. Nel 2001, dopo un burrascoso commiato, Padellaro diventa codirettore dell’Unità insieme a Furio Colombo, con l’editore Alessandro D’Aloi, schierandosi apertamente in senso antiberlusconiano, e senza il minimo appoggio da parte dei DS.
Dopo la chiusura di quell’esperienza, estremamente significativa ma che “lascia aperta una ferita”, Padellaro ha il coraggio di fondare “Il Fatto Quotidiano” , una storia alla quale è dedicata l’intera seconda parte del libro, che contiene fra l’altro i numerosi scoop aggiudicatisi fin da subito dal giornale, in particolare quello relativo alla storia di Ruby o alla fine imminente del pontificato di Papa Ratzinger, poi confermato dal corso degli eventi. Ancora, la scelta coraggiosa di allegare al “Fatto” il numero speciale di Charlie Hebdo uscito subito dopo il noto attentato. “I nostri lettori sono i nostri giudici – conclude Padellaro - e sono le persone che dobbiamo cercare di servire nel modo migliore.”
Giulia De Sensi
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