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Hai accettato la vita. E potrebbe andare bene come non potrebbe andare come avresti voluto. Nel libro “La governante”, è proprio la riflessione la protagonista assoluta. Ma di chi? Di tutti. Una riflessione su quello che ti ha dato la vita, e su quello che avresti voluto. E su quello che avresti potuto fare o che avresti dovuto fare per cambiarla. A quello che hai visto, ammirato invidiato negli altri. A quello che non ti è mai interessato di nessuno. Mai! Per la semplice idea che eri soddisfatto e non sarebbe servito a nulla fermarsi a riflettere. Nel bene e nel male! Solitamente chi dedica molto tempo a queste riflessioni esistenziali, è perché è insoddisfatto e guarda gli altri.
Insomma.. chi non si sofferma sulle 5 W della vita significa che è sereno e non gli manca nulla. A volte però dal di fuori non si nota che che non tu non staia. Ne “La governante” di Csaba dalla Zorza la protagonista, ha tutto, non le manca nulla, ma vorrebbe essere e fare altro. E’ risentita con se stessa perché ha accettato la vita, la famiglia, la società, come gli altri hanno voluto. E non si è mai risparmiata tra impegni e sacrifici. Ha sempre lavorato sodo per Affermarsi. Fare la differenza. Per fare in modo di potersi ritagliare un ruolo importante e perchè riteneva che i desideri contavano poco o nulla. Fino a quando, il bisogno di essere se stessa non la portò a lasciare tutto per ricominciare proprio da lei.
Anche perché racconta la protagonista, sentiva che quello che faceva non le apparteneva. E accadeva anche se lo svolgeva al meglio. E capì allora che c’era qualcosa da cambiare. E solo per la sua onestà intellettuale, (come per la coscienza) si è sempre detta, che le cose, bisogna farle sempre bene. In un momento, però, ha compreso come sia importante, essere la vera aspettativa di se stessa. In sostanza pensò che un conto è apparire per gli altri e un conto è essere per sé stessi. Il racconto prosegue con lei che vuole rendersi invisibile per potersi riappropiare dei suoi sogni, dei suoi respiri, degli suoi spazi e della sua felicità. Quindi riflette su un percorso a ritroso per poter raggiungere quello a cui tutti ambiscono. La felicità. Vista da fuori la sua vita non aveva nessuna sbavatura perché aveva avuto tutto (marito figli una bella casa e una posizione invidiabile). Ma per i suoi sessanta anni volle farsi un regalo.
Seguire il suo desiderio nascosto. Lasciare quello che aveva per andare altrove. Fu una confessione che rivelò un pezzo alla volta. Anche perché con la forza di volontà aveva nascosto le sue fragilità lottando contro sé stessa. Si era sempre aggrappata ai suoi punti fermi a iniziare dalla famiglia al giudizio degli altri. Poi però è andato tutto via perché lo fece scivolare per riuscire a capire che per iniziare a vivere bisogna essere sé stessi. E’un romanzo dove la struttura narrativa si assesta su un ponteggio debole, affascinante e coinvolgente. A proposito chi non ci ha mai pensato almeno una volta nella vita a questo modo di fuggire. E se lo hai pensato o fatto, quella brava sei tu!