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“Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese”, scriveva Bukowski.
Magari c’è chi aspetta questo periodo e chi è assalito dall’orticaria delle lucine. Inizia l’ansia del regalo, e la mancanza di tempo da dedicare a sé stessi, che per molti equivale a fonte di stress. Aggiungi che il Natale oltre ai regali porta anche occasioni che provocano il panico. Si chiama Christmas Blues e comprende i problemi che riguardano non solo il periodo festivo ma che hanno radici ben più profonde. Anche perché il numero delle persone che si sentono spente a Nataleè abbastanza alto, nonostante le decorazioni, le luci, non riescono a vivere l’euforia collettiva. Accade perché vivono uno stato interno incongruente con il clima di festa circostante. E quando lo stato interno è depresso il periodo aumenta le emozioni negative.
C’ è chi li vive come Grinch e chi trova difficolta a gestire le proprie emozioni per la mole di falsità che richiede il mondo e magari non vuole esporre le proprie. Questa fase è da sempre collegata ai ricordi di infanzia. Poi c’è chi ha vissuto nel passato questi giorni felicemente fino a quando una triste notizia non lo ha reso triste e da quel momento ricorda solo emozioni complesse e sensi di colpa. Aggiungi che in questo mese aumentano gli incontri sociali e familiari che ti costringono a vivere pressioni di diverso genere. E sei costretto a seguire gli stereotipi della società dei consumi dove anche le emozioni sono vissute come un bene di consumo e vengono attivate dai pulsanti on/off stile luci di Natale.
Ma le persone non sono luci a led e non bisogna dimenticare che il Christmas blues è un fenomeno mediatico e non un’etichetta diagnostica scientificamente codificata. In molti confessano che vorrebbero saltare i festeggiamenti per evitare la pressione temporale. Aggiungi la pressione economica nel dover affrontare le spese per le cene i pranzi e i regali. Potremmo definirlo un disturbo affettivo stagionale che vede il suo punto di massima concentrazione a dicembre e non deve essere confuso con la depressione natalizia. Le donne sono più colpite degli uomini dal cosiddetto stress natalizio, per il “carico mentale”, dalla preparazione dei pasti alla decorazione della casa.
“Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e poi dimenticata” scriveva la poesia di Ungaretti “Natale”. Lui era reduce dalle trincee della Prima Guerra mondiale, e non aveva voglia di tuffarsi nelle strade festanti.
