Calabria: Inchino di statua Madonna davanti boss durante processione, informativa alla Dda

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Oppido Mamertina - La processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico di Oppido Mamertina si è fermata davanti all'abitazione del presunto boss della 'ndrangheta Peppe Mazzagatti, di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute. Nel momento in cui la processione ha fatto la sosta il comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina si è allontanato in segno di dissenso da quanto stava accadendo. Altri due carabinieri, invece, hanno documentato quanto stava accadendo e gli esiti dei loro appunti sicuramente confluiranno in una relazione di servizio che sarà inviata alle autorità di ordine pubblico. La processione, giunta nei pressi dell'abitazione di Peppe Mazzagatti, condannato all'ergastolo per omicidio e associazione per delinquere, si è fermata per circa trenta secondi. La statua della Madonna delle Grazie, portata da numerose persone, era preceduta da alcuni sacerdoti e da un gruppo di amministratori locali.

"L'allontanamento del comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina è stato un atto tecnico per consentire gli opportuni atti di polizia giudiziaria". Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, Col. Lorenzo Falferi, circa la vicenda della processione di Oppido Mamertina. "Il nostro maresciallo - ha aggiunto - si è allontanato per compiere tutti gli atti di identificazione di coloro che hanno disposto e di chi ha effettuato la sostanza della processione. E' stata effettuata anche una videoripresa di quanto stava accadendo in modo da avere una documentazione precisa. E' ovvio che il maresciallo per compiere tutti questi atti è dovuto uscire dalla processione. Gli esiti delle nostre attività confluiranno in una informativa che sarà inviata alla Procura di Palmi ed alla Dda di Reggio Calabria".

Sono trascorsi solamente quindici giorni da quando Papa Francesco, nel corso della messa nella spiana di Sibari, ha scomunicato i mafiosi. Papa Bergoglio, al termine della visita pastorale nella diocesi di Cassano allo Jonio, aveva lanciato la scomunica per i mafiosi e la richiesta di combattere la 'ndrangheta perché adora i soldi e disprezza il bene. "Quando non si adora il Signore - aveva detto il Papa - si diventa adoratori del male, come lo sono coloro che vivono di malaffare, di violenza, la vostra terra, tanto bella, conosce le conseguenze di questo peccato. La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanto impegnata nell'educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi". "Quelli - aveva concluso - che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati".

Dda avvia indagine su processione

La Dda di Reggio Calabria ha avviato un'indagine su quanto accaduto a Oppido Mamertina, dove la processione della Madonna delle Grazie si è fermata davanti all'abitazione del boss della 'ndrangheta Peppe Mazzagatti di 82 anni, condannato all'ergastolo ed ai domiciliari per motivi di salute. L'indagine punta ad accertare l'eventuale livello di contiguità dei portatori della statua della Madonna e se la sosta era stata programmata o se pure sia stata una decisione presa all'ultimo momento. L'iniziativa della Dda reggina si svilupperà sulla base di quelle che saranno le notizie che saranno fornite dai carabinieri.

Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria: "Sfida alle parole del Papa"  

"Le parole del Papa sono state ascoltate da tutti ma poi in pratica non sono osservate. Quanto accaduto appare come una sfida a quelle parole". Il Papa - ha aggiunto - non ha rivolto un invito ma ha intimato a tutti di comportarsi da cristiani. Bene il comportamento dei Carabinieri che hanno capito quanto stava accadendo. La Procura farà il suo lavoro".

Ministro Alfano: "Rituale ributtante"

"Deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi". Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha definito l'omaggio della processione a Oppido Mamertina alla casa del boss. Il ministro si è inoltre complimentato con i Carabinieri che hanno preso le distanze da quelli che Alfano giudica "atti incommentabili". La lotta a tutte le mafie è anche nei comportamenti di chi si oppone ad antiche servitù e soggezioni di chi le omaggia ed è anche in chi prende le distanze da deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi di chi soggiace alle loro logiche di violenza. Papa Francesco, un combattente qualche giorno fa ha detto che questa è l'unica strada per una vera e propria rivoluzione sociale. Per un no forte a chi è schiavo del male e della cultura della morte. Questo  vale per tutti. Per ognuno nel proprio ruolo. Ma soprattutto per chi, proprio per il ruolo, ha il compito e la responsabilità di guidare una comunità e di educare. "Esemplare dunque il comportamento dei Carabinieri che si sono allontanati mentre altri compivano quel gravissimo gesto, per mantenere pulita la loro divisa e integro l'alto valore delle istituzioni che rappresentano. Per questo motivo, mi sono complimentato con il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli. Confido che anche altri prendano presto le distanze da atti incommentabili".

Presidente Calabria: “Sfida allo Stato”

"Quanto accaduto a Oppido Mamertina è una chiara sfida allo Stato ma soprattutto alle parole del Papa contro la 'ndrangheta pronunciate nel suo recente viaggio in Calabria. Il gesto del Maresciallo dei Carabinieri Andrea Marino non solo rappresenta il continuo controllo dello Stato sul territorio e la costante lotta alla criminalità organizzata ma rispecchia soprattutto la volontà della maggioranza dei calabresi di volersi ribellare al male assoluto che ha procurato tanti guai alla nostra terra. Condanniamo con fermezza chi ha compiuto il gesto e fatto ancor più grave, chi ha inteso assecondarlo. Lo Stato, ma in questo caso anche la Chiesa, tengano alta l'attenzione perché i tanti calabresi onesti non meritano di subire ancora l'onta di queste azioni".

Bindi: "Omaggio intollerabile". Presidente Antimafia chiama maresciallo per ringraziarlo

"Quanto è avvenuto nel corso della processione sconcerta e addolora e la Commissione antimafia intende approfondire i fatti incontrando anche il maresciallo Marino. Solo pochi giorni fa Papa Francesco aveva tracciato con parole chiare e inequivocabili una linea di netta demarcazione tra Vangelo e 'Ndrangheta. Dove c'è fede autentica non può esserci alcuna sudditanza o connivenza con il potere mafioso, per sua natura violento e corruttore. Dispiace  che il messaggio del Papa faccia fatica a diventare senso comune in tutta la comunità dei credenti e nella società calabrese, anche se ci sono segnali non meno significativi di una presa di coscienza del cambiamento necessario. Dovremo riflettere sul lungo cammino di conversione e di cultura della legalità che occorre ancora fare testimoniato anche dal comportamento ingiustificabile degli amministratori di Oppido Mamertina che non hanno reagito con la necessaria fermezza all'omaggio intollerabile concesso ad un pericoloso pregiudicato".

Mons. Bregantini, detenuti rifiutano Messa

“I detenuti del carcere di Larino, in provincia di Campobasso, si sono ribellati e dicono di non voler più prendere parte alla Messa. Sarebbero soprattutto i detenuti legati alla 'ndrangheta, contrariati dalla scomunica del Papa. È una cosa sorprendente che conferma quanto il Papa parlando, incida nelle coscienza. Se siamo scomunicati - avrebbero detto i detenuti, secondo quanto riferisce il sacerdote - a Messa non vale la pena andarci'". "Ne hanno parlato con il cappellano, quest'ultimo questa mattina - riferisce ancora Bregantini - ha invitato il vescovo al carcere per parlare e spiegare il senso dell'intervento del Papa. Questo dimostra come non sia vero che dire certe cose, sia clericalismo; in realtà le parole del Papa, come quelle della Chiesa e di Gesù Cristo, hanno sempre una valenza etica che diventa poi sempre culturale ed economica, quindi con grandi riflessi politici".

Vescovo Reggio: "Statue no rivolte case". Lettera parroci per ricordare disposizioni iniziative religiose

L'Arcivescovo di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, dopo aver appreso la notizia relativa alla processione di Oppido Mamertina ha inviato un avviso pastorale a tutti i sacerdoti della diocesi, ai membri dei comitati festa ed alle congreghe. Mons. Morosini, nella missiva, ricorda e ribadisce il contenuto di un decreto emanato il 17 febbraio 2014 per la diocesi di Reggio Calabria - Bova, nel quale veniva sancito che: "il percorso della processione sia caratterizzato dalla preghiera e dalla riflessione spirituale; sia preventivamente concordato con il Parroco e successivamente sottoposto al nihil obstat della Curia Arcivescovile; durante lo svolgimento dell'itinerario è proibita qualsiasi forma di raccolta di denaro; le soste siano fatte per opportune e doverose pause, e in tale circostanza la statua o l'effige del Patrono o della Patrona non sia rivolta verso case o edifici". "Tali soste - conclude il decreto - devono essere stabilite previamente con il Parroco. In caso di non osservanza o adempimento a quanto prescritto, l'anno successivo non sarà concessa l'autorizzazione per la celebrazione della Festa".

Parisi (Fnsi): Su invito prete a prendere a schiaffi cronista, servono provvedimenti immediati

“Vi invito a prendere a schiaffi il giornalista che è in fondo alla chiesa'. A rivolgere lo sconcertante appello ai fedeli che assistevano alla messa celebrata nella Chiesa della Madonna delle Grazie, ad Oppido Mamertina, è stato don Benedetto Rustico, che nel corso dell'omelia ha indicato un obiettivo preciso: il giornalista Lucio Musolino", del Fatto Quotidiano. Carlo Parisi, vicesegretario nazionale della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, nell'esprimere "piena e convinta solidarietà al collega Lucio Musolino, messo all'indice da un sacerdote che, per quanto ha detto, nulla ha a che spartire con i principi cristiani", sottolinea che "la gravità del gesto impone immediati provvedimenti esemplari, che testimonino in maniera inequivocabile che la lotta alla 'ndrangheta non è un'espressione d'intenti, ma la condanna univoca di una cultura criminale nei confronti della quale non sono ammesse declinazioni di sorta".

REAZIONI

Magorno (Pd): “Gesto Cc esempio a Calabria”

"Il gesto compiuto lo scorso 2 luglio a Oppido Mamertina, dal Maresciallo dei Carabinieri Andrea Marino, deve essere l'esempio di una Calabria che rifiuta sdegnata ogni compromesso ogni indulgenza con la 'ndrangheta e l'illegalità. Il Maresciallo ha fatto quello che deve fare ogni uomo dello Stato, che non può e non deve inchinarsi di fronte a nessun potere criminale". E' da stigmatizzare, invece, il comportamento di tutti quei rappresentanti delle istituzioni civili e religiose, che invece hanno supinamente accettato che si compiesse un gesto che, simbolicamente, agli occhi dei cittadini, rappresenta una resa, una rassegnata presa d'atto del prevalere della cultura dell'illegalità. La notizia di quanto avvenuto ad Oppido turba ancora di più perché giunge a pochi giorni dalla storica visita di Papa Francesco in Calabria. Visita nella quale il Santo Padre ha scomunicato i mafiosi e rivolto un accorato appello ai calabresi, a scacciare la 'ndrangheta dalla propria terra. Quel richiamo non deve essere lasciato inascoltato e anzi deve impegnarci tutti in una vera e propria "rivoluzione della legalità". Abbiamo due strade: o voltare la testa dall'altra parte facendo vincere il malaffare, che nega un futuro di libertà a noi e alle generazioni che verranno, o ribellarci ed essere uniti nel contrastare la 'ndrangheta e chiedere sempre il rispetto delle istituzioni". "E' la seconda strada quella che dobbiamo scegliere, senza esitazione alcuna, come ci ha chiesto Papa Francesco e come ha fatto il Maresciallo Marino, perché non possiamo consegnare il futuro della Calabria a coloro che vogliono soffocarla con la violenza e l'illegalità".

D'Alia (Udc): "Fatto vergognoso, bene Cc" 

"Quanto accaduto in Calabria, nel comune di Oppido Mamertina, è tristissimo e vergognoso: un plauso e tutta la nostra solidarietà ai Carabinieri che, da veri servitori dello Stato che non si piegano al crimine, hanno abbandonato la processione della Madonna delle Grazie, destinata a una tappa 'ossequiosa' sotto casa del presunto boss locale. Ora chiediamo  la massima severità nei confronti di chi ha compiuto questo sfregio verso le istituzioni e il sentimento cristiano, a pochi giorni dalla straordinaria visita di Papa Francesco in Calabria".

Bianchi (Ncd):  "Fatto deplorevole"

"Non puo' rimanere senza conseguenze quanto accaduto a Oppido Mamertina in Calabria, come riferiscono le cronache locali. Un fatto deplorevole che stride ancora di piu' alla luce del richiamo di Papa Francesco appena due settimane fa contro i mafiosi. I carabinieri allontanandosi hanno tenuto un comportamento esemplare. Ma sono fatti che ancora di piu' sottolineano la necessita' di un vero salto culturale e comportamentale per debellare una volta per tutte la 'ndrangheta. Fino a quando infatti queste notizie rimarranno una eccezione e solleveranno da un lato indignazione e dall'altro quasi stupore per l'atteggiamento dei carabinieri, non potremo dire di averla avuta vinta sui mafiosi. La magistratura, le forze dell'ordine  fanno il loro dovere. Spetta anche a quella parte silente e 'ossequiosa' della comunita' ribellarsi e contribuire a sconfiggere la 'ndrangheta".

Scopelliti: "Avevo segnalato questione
 "Qualche anno addietro, nella qualità di Presidente di Regione, avevo sottoposto al Prefetto dell'epoca della Provincia di Reggio Calabria, Sua Eccellenza Vittorio Piscitelli, la questione legata alla processione di Oppido Mamertina". Lo afferma, in una dichiarazione, l'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. "Indicai allo stesso Prefetto - aggiunge - il rappresentante del territorio che mi aveva segnalato questa criticità. Dopo due anni mi domando se lo Stato è intervenuto ed in che modo". ""E' sconcertante - dice ancora Scopelliti - vedere il clamore che ha avuto questa notizia. Ad oggi registro che le mie segnalazioni non hanno prodotto i risultati attesi, anche se bisogna constatare che in altre realtà del territorio calabrese fatti analoghi hanno avuto ben altro epilogo".

Marziale (Diritti Malato): “Fatto devastante per giovani”

"Non si può non rimanere sconcertati nell'apprendere che una processione religiosa contempli l'inchino al boss fino al punto da costringere l'Arma dei Carabinieri a ritirare i propri uomini dal percorso".  Tutto ciò non dovrebbe accadere perché rappresenta un segnale devastante per le giovani generazioni, chiamate ad abiurare la cultura della sopraffazione e non ad inchinarsi a essa. Il pastore della chiesa diocesana, sin da suo insediamento, non ha mancato mai l'occasione per richiamare l'importanza della riconciliazione in un territorio a così alta densità mafiosa, e non limitandosi alle parole, bensì con gesti davvero coraggiosi come la teca permanente posta ai piedi della Patrona di Oppido Mamertina, l'Annunziata, che contiene una rosa d'oro e un proiettile disattivato. Più chiaro di così non si potrebbe". "Sono certo che il Vescovo Milito prenderà i dovuti provvedimenti. L'ho sentito, ha confermato la versione dei fatti ed è solo in attesa di ulteriori ragguagli, ma certo non mancherà di assumere decisioni in merito".

Vescovo Milito: “Prenderemo provvedimenti”

"Il fatto è grave e prenderemo dei provvedimenti". Abbiamo appreso stamane di quanto è accaduto. In tempi brevi prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone, di quanto è accaduto. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti".

Bruno Bossio (Pd): “Ne discuta Antimafia”

"È grave che in un comune sede vescovile il rito della processione venga condotto a fare l'inchino al riconosciuto e potente boss mafioso". Ancora più grave se le divise che rappresentano lo Stato vengono lasciate da sole a protestare. Oltretutto, sono fondati i sospetti che il grave fatto sia da mettere in relazione all'esito delle elezioni amministrative comunali svoltesi qualche settimana addietro. Mi adopererò perché di ciò si occupi la Commissione parlamentare antimafia. Quanto è accaduto ad Oppido dimostra che la scomunica lanciata a Cassano da papa Francesco agli uomini della ndrangheta stenta a diventare patrimonio condiviso da tutta la Chiesa calabrese". "Era accaduto a Pasqua, quando la processione dell'Affruntata era stata sospesa al termine di un serrato confronto tra organi dello Stato e Chiesa al fine di impedire che uomini delle ndrine si infiltrassero tra i portatori delle statue. Il monito lanciato tempo fa dal dott. Nicola Gratteri si è dimostrato fondato. La ndrangheta si nutre di fatti simbolici e la religione ed i suoi riti sono usati come fonte di legittimazione popolare. Le parole di Papa Francesco non possono restare, dunque, come acqua che scivola sulle pietre. È una necessità democratica che la Chiesa calabrese dispieghi la sua forza e la sua autorevolezza per fare chiarezza al proprio interno affinché sia attivamente, senza zone d'ombra, impegnata in prima linea nella battaglia prima di tutto culturale che siamo chiamati a condurre contro la ndrangheta in questa regione e in tutto il Paese".

Rosanna Scopelliti: "Vicenda sconcertante" 

"Ho appreso con stupore ed indignazione della vicenda relativa alla processione della Madonna delle Grazie ad Oppido Mamertina. Vicende del genere, ancorchè non siano una novità nel passato di diverse regioni italiane, ritenevo si potessero verificare solo nei film e non nella Calabria di oggi, la Calabria che ha reagito alla violenza mafiosa con i movimenti dei giovani antimafia, con le cooperative sui beni confiscati alla 'ndrangheta - delle quali diverse realtà operano proprio ad Oppido Mamertina, anche su impulso di sacerdoti di questa cittadina - con esempi luminosi di vescovi e parroci coraggiosi nella carità e nell'accoglienza, e nella lotta a tutte le forme di povertà, da quella materiale a quella spirituale. Ma evidentemente ancora c'è da lavorare in questa direzione". E' assolutamente opportuno chiarire fino in fondo tutti gli aspetti di questa sconcertante vicenda, sia dal punto di vista giudiziario che dal punto di vista ecclesiastico e sono sicura che sia la Dda di Reggio Calabria, su rapporto dei Carabinieri di Oppido Mamertina, sia il Vescovo di Oppido-Palmi Mons. Francesco Milito, si attiveranno per comprendere rapidamente e fino in fondo cosa sia successo e chi siano i responsabili di questa indegna vicenda, che così come è stata posta rischia di essere strumentalizzata per gettare fango in maniera indiscriminata sulla Calabria e sulla Chiesa calabrese".

Sindaco Giannetta: "Distanze da gesti non consoni" 

"Se ci sono stati gesti non consoni noi siamo i primi a prendere le distanze ma ci pare che durante la processione è stata ripetuta una gestualità che va avanti da oltre 30 anni, con la Vara rivolta verso una parte del paese. Voglio precisare che noi siamo una amministrazione comunale che si è insediata da un mese. Tutti i componenti dell'amministrazione presenti alla processione era una trentina di metri avanti alla Vara e secondo noi si è ripetuta una gestualità trentennale. Poi c'è da dire che mancavano poche centinaia di metri alla fine della processione e non c'è stato il tempo di renderci conto di quanto accadeva. Domani mattina faremo una conferenza stampa sull'accaduto e successivamente chiederemo un incontro con il Prefetto di Reggio Calabria al quale illustreremo il nostro punto di vista. Qualora dovessero emergere reati a carico di terze persone reati da cui si evince che il significato del gesto reiterato nel corso degli anni era rendere riverenza alla criminalità organizzata, noi ci costituiremo parte civile nel procedimento a loro carico". "La nostra decisione - ha aggiunto il sindaco - è motivata dal fatto che sono stati lesi il decoro, la dignità e l'immagine di tutti i cittadini onesti e laboriosi della comunità Mamertina, della provincia di Reggio Calabria e della nostra regione". "La Madonna e il culto religioso - ha detto ancora Domenico Giannetta - sono per noi amministratori e per la popolazione motivo di orgoglio che trova il suo principio più alto nella fede e nell'amore per Dio e non nella 'ndrangheta. Siamo fiduciosi incondizionatamente nell'operato delle forze dell' ordine e dell'autorità giudiziaria, nella massima collaborazione e solidarietà. In piena ed assoluta condivisione del pensiero del Santo Padre vogliamo essere portatori della sua parola e delle sue indicazioni affinché trovino applicazione concreta: 'la criminalità organizzata è adorazione del male e disprezzo del bene comune". "Noi condanniamo ogni gesto e ogni forma di criminalità - ha concluso il sindaco di Oppido Mamertina - ritenendo di essere parte integrante di una società civile che aspira a principi di convivenza regolati dalla giustizia, dalla trasparenza e dalla legalità".

Presidente vescovi calabresi Nunnari: "Fatto grave, realtà tarda a cambiare"

"E' un episodio doloroso, da esecrare ma è anche da leggere in un contesto preciso di una realtà che tarda a cambiare e purtroppo ci si trova anche qualche prete implicato. Il vescovo di Oppido è stato chiaro nel condannare e soprattutto nel riservarsi di prendere provvedimenti". A dirlo è stato il presidente dei vescovi calabresi e arcivescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari. "E' un fatto grave - ha aggiunto - ma è un fatto che va spiegato anche con una mentalità distorta di uomini che di fede non hanno nulla e che purtroppo non abbiamo educato a questa fede. Ci sono delle volte, recenti anche, ma soprattutto remote, in cui l'attività popolare che può essere un avvio alla fede spesso diventa un fatto di anarchia religiosa. Chi sta sotto la vara non vuol sentire nulla di gerarchia. E allora ci scappa di mano anche l'episodio grave di cui, come vescovo e presidente dei vescovi calabresi, dico tutto il male per ciò che è avvenuto". "In una lettera pastorale - ha detto mons. Nunnari - ho scritto ciò che è stato detto anche dal procuratore di Reggio Calabria e cioè che non bastano più le omelie. Bisogna avere il coraggio di tagliere di netto". "Oltre ad esecrare - ha proseguito - cerco le cause che sono lontane, ma anche recenti. Adesso è il tempo di un maggiore silenzio e di una maggiore azione. Le chiacchiere sono chiacchiere, adesso andiamo ai fatti. Nei prossimi giorni riunirò la Conferenza episcopale calabra affinché tutti i vescovi, finalmente, si pronuncino, non su Oppido, ma su come rendere concreto e praticabile il messaggio del Santo Padre sulla scomunica". Lo ha detto il presidente dei vescovi calabresi mons. Salvatore Nunnari. "C'è un discorso da fare -ha aggiunto- sul senso canonico della scomunica e anche sul senso morale ed esortativo che il Papa ci ha dato dandoci forza. Se parlassimo meno, vescovi e preti, e agissimo di più sarebbe cosa buona".

Galantino: "Evitare tiro bersaglio contro parroco"
"Dobbiamo stare attenti in queste circostanze a non giocare al tiro al bersaglio nei confronti del sacerdote che io non conosco, non conosco la sua pastorale ma dico in termini generici: stiamo attenti a non fare il tiro al bersaglio". Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all'Jonio e Segretario Generale della Cei commentando la vicenda della processione di Oppido Mamertina con "l'inchino" della statua della Madonna davanti alla casa del boss della 'ndrangheta e le conseguenti critiche nei confronti di don Benedetto, il parroco presente alla processione. "I nostri sacerdoti e i nostri vescovi" ha aggiunto Galantino, "non devono esser lasciati soli. E poi la processione, non solo Oppido, sono sempre state occasioni in cui il popolo si è ritrovato e in mezzo al popolo di oggi si inseriscono in maniera invasiva anche coloro i quali tendono a far prevalere le loro logiche. E molto spesso il sacerdote e il vescovo non riescono a gestire queste cose, e non perché vogliono fare connivenza. Ma alla processione spesso arriva gente che non ha niente a che fare con la Chiesa. La processione molto spesso non la fanno quelli che fanno la catechesi o che partecipano regolarmente alla Messa. La fanno persone che purtroppo per tradizione hanno preso in mano questa realtà. Questo non significa abbandonarsi al fatalismo, c'è bisogno da parte nostra - dice il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana - di una maggiore consapevolezza e di una preparazione e formazione più adeguata".

De Raho, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria: "Ossequio della processione dimistra inquinamento territoriale"
 "L'ossequio della processione ad un elemento di vertice della 'ndrangheta è un fatto grave che dimostra la compromissione e l'inquinamento territoriale". A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. "La Chiesa - ha aggiunto - dovrebbe adottare provvedimenti molto forti perché non si ripetano gesti che finiscono con l'inquinare il diritto alle manifestazioni religiose dei cittadini".

Idv: Offende sosta davanti casa boss

"Sapere che a più di due settimane dalla scomunica di Papa Francesco ai mafiosi, a Oppido Mamertina la processione si è fermata davanti alla casa del boss, ci offende e ci lascia sbigottiti". E' quanto dichiara, in una nota, il segretario nazionale di Italia dei Valori, Ignazio Messina. "Siamo grati alle forze dell'ordine - aggiunge - di aver mantenuto l'esempio, prendendo le distanze immediatamente e facendo prevalere valori e legalità sull' arroganza della ndrangheta e di chi pensa di doverla avere sempre vinta. Solo in questo modo possiamo dimostrare che lo Stato non teme nessuno e che non si inchina davanti a nessuno. La lotta alla criminalità organizzata è anche una lotta che parte dai comportamenti e dal modus vivendi di ciascuno di noi senza assoggettarsi a logiche sbagliate che fanno del male al nostro Paese". "Quello che noi di Idv faremo - conclude Messina - è continuare a sostenere, con coraggio, la cultura della legalità contro quella mafiosa".

Stasi: Quanto accaduto a Oppido è chiara sfida a Stato e a parole Papa Francesco

"Quanto accaduto a Oppido Mamertina è una chiara sfida allo Stato ma soprattutto alle parole del Papa contro la 'ndrangheta pronunciate nel suo recente viaggio in Calabria". Lo dichiara - si legge in una nota dell'ufficio stampa della Giunta - la Presidente f.f. della Regione Antonella Stasi. "Il gesto del Maresciallo dei Carabinieri Andrea Marino non solo rappresenta il continuo controllo dello Stato sul territorio e la costante lotta alla criminalità organizzata ma, rispecchia soprattutto la volontà della maggioranza dei calabresi di volersi ribellare al male assoluto che ha procurato tanti guai alla nostra terra. Condanniamo con fermezza chi ha compiuto il gesto e fatto ancor più grave, chi ha inteso assecondarlo. Lo Stato, ma in questo caso anche la Chiesa, tengano alta l'attenzione perché i tanti calabresi onesti non meritano di subire ancora l'onta di queste azioni".

Lanzetta: Ad Oppido fatto grave,comunità reagisca

"Quanto accaduto a Oppido Mamertina èun fatto grave e doloroso, da condannare in particolare alla luce delle parole forti e decise contro la criminalitàorganizzata pronunciate da Papa Francesco durante la sua recente visita in Calabria". Lo dichiara il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Maria Carmela Lanzetta. "Ora mi auguro che la comunitàdi Oppido sappia reagire a quanto èsuccesso con il dialogo e il confronto, considerando il dibattito pubblico seguito all'episodio come uno stimolo a ritrovare la strada del bene comune, coinvolgendo le istituzioni, la scuola e le associazioni. Allo stesso tempo - conclude il Ministro Lanzetta - voglio ribadire la mia solidarietàalle forze dell'ordine, che ogni giorno combattono sul territorio la lotta quotidiana contro la criminalitàe che anche in questa occasione, con il gesto dei Carabinieri, hanno mostrato grande dignitàe senso dello Stato".

Grasso: “Bene maresciallo Cc., gesto inammissibile”

"Ho telefonato al maresciallo Marino per ringraziarlo. Grazie ancora, a nome di tutti cittadini onesti". E' quanto scrive su Facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso, rivolgendosi al maresciallo dei Carabinieri che ha ordinato i suoi uomini di andarsene di fronte all' 'inchino' della statua della processione di Oppido Mamertino davanti alla casa di un boss della n'drangheta. "Sono certo che questo gesto inammissibile, questo tristissimo "omaggio", non rappresenti il popolo calabrese", aggiunge Grasso. "Quando il Maresciallo Andrea Marino ha visto la statua della processione di Oppido Mamertina inchinarsi davanti alla casa di un boss della n'drangheta ha ordinato ai suoi uomini di andarsene. Tutto questo accade a poche settimane dalla dura scomunica dei mafiosi da parte di Papa Francesco, avvenuta proprio in Calabria. Sono certo che questo gesto inammissibile, questo tristissimo "omaggio", non rappresenti il popolo calabrese, che chiede a gran voce di liberarsi dalla morsa della criminalità organizzata", è il messaggio pubblicato su Facebook da Grasso, che aggiunge: "Non ci sono parole migliori di quelle usate dal Maresciallo per descrivere la rivoluzionaria normalità di un servitore dello Stato: 'Mi sono allontanato perché non era opportuno restare ancora là. E poi sono andato a svolgere delle incombenze d'ufficio per identificare chi ha commesso il gesto'. Il presidente del Senato scrive quindi di aver telefonato al maresciallo dei Carabinieri "per dirgli che mi piacerebbe che questa fosse la quotidianità di ciascuno di noi: allontanarsi ogni volta che non è opportuno restare, scegliere da che parte stare e andare a fare il proprio dovere per cambiare le cose".

Libera: “Omaggio ai boss abitudine intollerabile”

"Non leggerei questo 'inchino' della processione davanti alla casa del boss come una ritorsione dopo le parole del Papa a Sibari, ma piuttosto come una brutta abitudine che, nel modo più assoluto, non dobbiamo più tollerare". Così, don Pino De Masi, referente dell'associazione Libera per la Piana di Gioia Tauro, in Calabria, commenta alla Radio Vaticana la vicenda di Oppido Mamertina, dove una processione con la statua della Madonna si è fermata davanti alla casa di un boss mafioso, per omaggiarlo. "Ci troviamo di fronte a episodi non nuovi nella storia della Chiesa e in particolare di quella calabrese. Le mafie, la 'ndrangheta, utilizzano qualsiasi mezzo pur di ottenere il consenso e la popolazione, purtroppo, spesso dà il consenso a questi criminali", sottolinea. "Credo che proprio per questo - continua il sacerdote - la scomunica che il Papa ha pronunciato contro i mafiosi a Sibari, il 21 giugno scorso, sia oggi importante non solo per loro ma anche per la Chiesa. Non era solo un avvertimento rivolto ai mafiosi, per ricordargli che sono fuori dalla Chiesa se non si convertono. Ma anche un invito alla Chiesa stessa ad accelerare il passo, a fare di più contro il male, per prevenirlo". "I vescovi calabresi - ricorda don De Masi - si sono già pronunciati tante volte contro questi gesti. Di fatto però, nei nostri ambienti ancora manca una prassi pastorale condivisa. Quindi è importante che tutte le chiese di Calabria lavorino per scelte condivise che impediscano queste situazioni. E, nonostante fatti come questi si verifichino ancora, molto si sta facendo anche nella diocesi di Oppido. Un lavoro di educazione delle coscienze, una cooperativa che gestisce i beni confiscati alla mafia, la costruzione di una chiesa su un terreno confiscato". "Questa è la strada: la scomunica del Papa ai mafiosi è un punto di non ritorno per noi uomini di Chiesa e per le nostre comunità". Don De Masi, ribadisce poi la critica, già pronunciata dai vescovi calabresi, verso gli esponenti del clero che non hanno abbandonato quella processione: "Di fronte a un maresciallo dei Carabinieri che si è allontanato, proprio per dissociarsi dall'omaggio al boss, i sacerdoti presenti non dovevano restare a guardare".

Soluri: “Rimuovere parroco Oppido”

"Don Benedetto Rustico, parroco della Madonna delle Grazie ad Oppido Mamertina, non può più amministrare Messa e rivolgere omelie ai fedeli nella cittadina calabrese, e la Chiesa non può non assumere provvedimenti inequivocabili e decisivi". E' quanto afferma in una nota il presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, "in riferimento alla vicenda del prete - è detto in un comunicato - che ha invitato i propri fedeli, nell'omelia, "a prendere a schiaffi il giornalista che si trova in fondo alla chiesa". "Un prete che lancia messaggi del genere - aggiunge Soluri - non ha nulla da insegnare a nessuno, sia credente o sia laico". La 'caccia all'uomo' innescata da don Rustico non ha per fortuna avuto seguito perché molto spesso i parrocchiani sono più civili dei loro pastori. Additare al pubblico disprezzo ed indicare come bersaglio il collega Lucio Musolino, reo soltanto di essersi recato ad Oppido Mamertina, inviato da 'Il Fatto', per approfondire e raccontare la torbida vicenda della Vara che durante la processione fa 'inchino' davanti alla casa del boss, resta un episodio gravissimo ed incivile, ancor più intollerabile per il fatto che ad innescarlo sia stato un religioso che, in ogni circostanza, dovrebbe spendere solo parole di buon senso, di tolleranza, di civiltà e di pace. Don Rustico ha fatto esattamente il contrario diffondendo, ci auguriamo senza rendersi appieno conto di ciò che andava predicando, il seme dell'odio, della intolleranza e della violenza".

 

 

 

 

 

 

 

 

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