Operazione "Stammer 2 - Melina": 5 tonnellate di marijuana dall'Albania, 25 arresti in tutta Italia - VIDEO

droga-03012018-111218.jpg

Catanzaro - I militari della Guardia di Finanza del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, in collaborazione con il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) di Roma, stanno eseguendo in tutta Italia l'arresto di venticinque soggetti, tra cui tre presunti capi cosca, ritenuti responsabili dell'importazione di circa 5 tonnellate di marijuana dall'Albania. I dettagli dell'operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa nella caserma Soveria Mannelli sede del comando provinciale della GdF, dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, dal comandante provinciale e dal comandante dello Scico.

NOMI

In carcere

  • Rocco Anello di Filadelfia;
  • Mario Calesse;
  • Gianfranco Contestabile;
  • Francesco Fiarè, alias il “dottore”, di San Gregorio d’Ippona;
  • Rosario Fioretti;
  • Giovanni Franzè di Stefanaconi;
  • Gerardo Filippo Gentile;
  • Domenico Mancuso di Roma;
  • Fabio Melacca di Brindisi;
  • Shefik Muho di Valona (Albania);
  • Gregorio Niglia, detto Lollo, di Briatico;
  • Antonio Paladino di Rosarno;
  • Giovanni Pastorello di Milano;
  • Gianluca Pititto di Mileto;
  • Rosario Riccioli, 45 anni, di Catania. 

 

Arresti domiciliari:

  • Francesco Colangelo di Verano Brianza;
  • Leonardo Francesco Raffaele Florio di Vibo Valentia;
  • Ippolito Andrea Fortuna di Vibo Valentia;
  • Francesco Paladino di Rosarno;
  • Michell Vincenzo Piperno di San Costantino Calabro;
  • Antonio Prostamo, di Mileto. 

 

VIDEO

L’esecuzione di decine di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catanzaro sono state volte a neutralizzare una ramificata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico dai marcati profili internazionali, capace di far giungere in Italia tonnellate di marijuana dall’Albania.

L’operazione denominata “Stammer 2 - Melina”, che rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta dai militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) di Roma e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, dott. Giovanni Bombardieri, e dal Sostituto Procuratore, dott. Camillo Falvo, vede impiegati oltre 150 finanzieri, con l’ausilio di unità Antiterrorismo Pronto Impiego, di unità cinofile e della componente aeronavale del Corpo, per l’arresto di 25 persone (18 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, indagati a vario titolo in traffico internazionale di stupefacenti) tra Calabria, Puglia, Sicilia, Lazio, Toscana, Lombardia e Albania e l’esecuzione di numerose perquisizioni.

Le 'ndrine vibonesi in affari con i narcos albanesi

L’operazione “Stammer 2 - Melina” nasce da uno stralcio dell’operazione “Stammer”, con cui sono state già colpite, nel mese di gennaio dello scorso anno, le ‘ndrine del vibonese solitamente impegnate nel business della cocaina, e costituisce un ampliamento delle indagini che hanno dimostrato come i trafficanti calabresi, fiutando la possibilità di ottenere a facili guadagni, investivano ingenti capitali in un imponente traffico di marijuana. L’attività documenta come le ‘ndrine vibonesi sarebbero entrate in affari con i narcos albanesi, partner di provata efficienza, che, ad oggi, si possono considerare i più importanti produttori di marijuana del continente, vantando basi logistiche praticamente in tutta Europa. Le indagini hanno, di fatto, consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, basata su un accordo criminoso tra le ‘ndrine Fiarè di San Gregorio d’Ippona, Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto, Anello di Filadelfia e Franzè di Stefanaconi, tutte collegate alla più nota ed egemone cosca dei Mancuso di Limbadi. Tra gli elementi di spicco caduti nella rete della Guardia di Finanza compaiono tre persone che sono considerate i capi cosca: Rocco Anello, 57 anni di Filadelfia, Francesco Fiarè, “il dottore”, 38 anni, di San Gregorio d’Ippona, e Giovanni Franzè 56 anni, di Stefanaconi, oltre ad altri soggetti di rilevanza come Pasquale Pititto 50 anni di Mileto, Antonio Prostamo 28 anni e Domenico Mancuso 43 anni di Limbadi.

Clan calabresi ritenuti essere a loro agio nel contrattare con i potenti “Cartelli Albanesi” l’importazione, in poco meno di tre mesi, di circa cinque tonnellate di marijuana, in grado anche di saltare l’intermediazione delle compagini delinquenziali brindisine, storicamente “in affari” con i narcos di stanza nel Paese delle Aquile. Il sodalizio criminale calabrese, se in una prima fase sfruttava gli oramai collaudati rapporti, intessuti nel tempo, tra i trafficanti brindisini ed i produttori albanesi, una volta reperiti i contatti ed aver acquisito la fiducia dell’organizzazione albanese, riusciva, senza alcuna difficoltà, a scavalcare gli intermediari pugliesi per contrattare direttamente con i fornitori. Secondo gli illeciti progetti, una volta raggiunte le coste pugliesi, i carichi di marijuana sarebbero stati divisi in più partite, pronte per essere cedute sulle molteplici “piazze” dislocate su gran parte del territorio italiano.

droga2.jpg

L’inchiesta diretta dalla Procura della Repubblica - D.D.A. e svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria - G.I.C.O./Sez. G.O.A. di Catanzaro, con la fattiva collaborazione dello S.C.I.C.O. di Roma e l’indispensabile supporto della Direzione Centrale Servizi Antidroga (D.C.S.A.), ha consentito di identificare tutti i 46 soggetti coinvolti, alcuni dei quali già ristretti per fattispecie contestate nell’ambito dell’Operazione “Stammer”, ognuno dei quali ricopriva un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, dai traduttori ai corrieri, da coloro che avevano il compito di monitorare l’uscita delle vedette della Guardia di Finanza ai personaggi incaricati di curare l’arrivo degli emissari dei narcos albanesi più volte giunti nel nostro Paese, fino ai soggetti demandati per lo stoccaggio e la successiva rivendita della marijuana.

Grazie ad una serie di serrate attività che impegnavano, in perfetta sinergia, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria - G.I.C.O./Sez. G.O.A. di Catanzaro e il Reparto Operativo Aeronavale di Bari, nell’arco temporale agosto-ottobre 2016 sono stati eseguiti, nel mar Adriatico al largo delle coste brindisine, cinque interventi repressivi che hanno permesso di sequestrare in mare oltre 2770 kg di marijuana, ai quali si sommano ulteriori 90 kg sequestrati presso il porto di Ancona, di ricondurre due ulteriori importazioni di droga, rispettivamente pari a 1178 e 386 kg, oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza di Brindisi, destinate ai clan calabresi e infine, grazie ad una mirata attività a posteriori, di ricostruire un’ulteriore transazione pari a 400 kg di marijuana che, giunta proprio presso il sedimento portuale di Ancona, raggiungeva la piazza di Milano, ove il sodalizio calabrese vantava eccellenti ramificazioni per l’immissione in commercio del narcotico.

Oltre alla sostanza stupefacente, sono stati sottoposti a sequestro anche 2 acquascooter, 4 natanti ed un autoarticolato. Queste operazioni hanno portato contestualmente all’arresto in flagranza di 11 soggetti, grazie al contributo prestato dai Reparti della Guardia di Finanza su attivazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro. L’intera operazione ha, inoltre, permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni. La droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato ai “grossisti” oltre 10 milioni di euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA