Contravvenzione cancellata a figlio boss, tre arresti nel reggino

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Reggio Calabria - Un sottufficiale in servizio nella Capitaneria di porto di Reggio Calabria, Francesco Chilà, di 48 anni, é stato arrestato dalla Squadra mobile reggina e posto ai domiciliari con l'accusa di avere "cancellato" un verbale di contravvenzione che era stato elevato al figlio del boss della 'ndrangheta Roberto Franco, di 56 anni, sorpreso alla guida di un'acquascooter senza il casco protettivo obbligatorio. Agli arresti domiciliari é stato posto anche il giovane al quale era stata elevata la contravvenzione, Francesco Franco, di 24 anni, mentre al padre di quest'ultimo, Roberto, di 56 anni, presunto capo dell'omonima cosca federata con quella dei De Stefano e già in carcere perché arrestato dalla stessa Squadra mobile di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Sistema Reggio" del 15 marzo scorso, l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della Dda reggina, é stata notificata in carcere.

Le indagini che hanno portato ai tre arresti sono state condotte dalla Squadra mobile insieme alla Capitaneria di porto di Reggio Calabria. I reati contestati alle persone coinvolte nella vicenda sono falso in atto pubblico ed occultamento e distruzione di atti. La contravvenzione contestata a Francesco Franco risale al mese di luglio del 2014 e fu elevata al giovane mentre girava senza casco alla guida del suo acquascooter nella rada di Scilla (Reggio Calabria). La vicenda che ha portato ai tre arresti é emersa dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte dalla Dda reggina nell'ambito dell'inchiesta "Sistema Reggio". Nei dialoghi tra gli indagati, infatti, é stato rilevato l'accordo, raggiunto due giorni dopo l'infrazione commessa da Francesco Franco, che ha portato alla cancellazione del verbale di contravvenzione contestato al giovane. Cancellazione di cui si sarebbe reso responsabile Francesco Chilà, definito negli stessi dialoghi "il comandante".

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