Immigrato ucciso, Prefetto Reggio: tendopoli San Ferdinando va smantellata

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San Ferdinando (Reggio Calabria) - "Smantellamento della tendopoli di Rosarno; definizione delle politiche di integrazione e di accoglienza abitativa degli immigrati nella Piana di Gioia Tauro e tutela dei diritti dei lavoratori immigrati". Sono i tre cardini cui il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, incontrando i giornalisti prima dell'avvio della seduta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica sulla questione della tendopoli di San Ferdinando, ha fatto riferimento per risolvere l'emergenza migranti nella Piana di Gioia Tauro.

"In tutto questo tempo - ha detto il prefetto Sammartino - lo Stato e gli enti locali, insieme a organismi e associazioni di volontariato, non hanno mai smesso di intervenire sulla grave situazione. Voglio ricordare, a tal fine, la forte iniziativa intervenuta con l'accordo interministeriale firmato lo scorso 27 maggio dai ministri dell'Interno, dell'Agricoltura e del Lavoro con le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato e umanitarie, uno strumento fondamentale per implementare politiche positive e attive materia di lavoro e di diritti degli immigrati". "Purtroppo quanto é avvenuto a San Ferdinando - ha concluso il Prefetto di Reggio Calabria - spinge ulteriormente ad affrontare le emergenze e le criticità senza alcun indugio". In rappresentanza della Regione Calabria alla riunione del Comitato per l'ordine pubblico partecipa l'assessore alle Attività produttive, Carmela Barbalace.

"Ci sono state provocazione e aggressione esercitate con particolare violenza nei confronti del carabiniere, più volte colpito e gettato a terra. Ritengo, comunque, che la vicenda sia stata chiarita in maniera netta dal Procuratore della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, dopo avere partecipato alla riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza convocata dal prefetto Claudio Sammartino sull'omicidio dell'immigrato nella tendopoli di San Ferdinando. Cafiero de Raho ha definito "importante" la riunione del Comitato "non solo - ha detto - per come è stato affrontato il problema dell'accoglienza e dei diritti degli immigrati, ma soprattutto per il momento di tensione che si é vissuto in seguito alla morte del cittadino maliano. Sul piano della sicurezza, comunque, voglio ribadire che i controlli rimangono continui e capillari, già programmati e pianificati, peraltro, con l'operazione 'Focus 'ndrangheta' tuttora in corso. Credo anche che il rapporto tra i cittadini e gli immigrati continui ad essere di particolare solidarietà. Ne è prova la disponibilità dimostrata qualche giorno fa del Comune di Reggio Calabria, che ha messo a disposizione una parte del suo territorio per seppellire le 45 salme giunte in porto nei giorni scorsi. Ciò dimostra una grande disponibilità d'animo di tutta la popolazione di Reggio Calabria e della sua provincia"

Tensioni a San Ferdinando dopo uccisione immigrato

Stanno rientrando nella tendopoli i migranti che stamani a San Ferdinando hanno inscenato una manifestazione di protesta dopo l'uccisione ieri dell'immigrato malese Sekine Traore. Il corteo, con in testa Bartolo Mercuri, presidente dell'associazione "Il Cenacolo" che da anni si occupa di assistenza ai migranti, si sta dirigendo, attraverso le strade del centro del paese, verso la tendopoli, che si trova a metà strada tra San Ferdinando e Rosarno. Assieme a Mercuri c'è Amadou, il fratello di Sekine, che ha in mano il verbale in cui sono contenuti i termini della discussione che la delegazione, nel corso dell'incontro nel Municipio di San Ferdinando, ha avuto con il vicequestore vicario di Reggio Calabria, Roberto Pellicone. el corso dell'incontro, secondo quanto si é appreso, i migranti hanno sostenuto che da parte del carabiniere che ha sparato "c'è stato un eccesso di legittima difesa". Secondo il racconto degli immigrati, la vittima aveva in mano un coltellino tale da non provocare danni particolari. I funzionari della Questura di Reggio Calabria hanno sottolineato il ruolo delle forze dell'ordine, "che non sono - hanno detto - nemiche dei lavoratori extracomunitari ma si pongono anzi a loro difesa. Prova ne è l'azione portata avanti contro il caporalato e il lavoro nero nella zona della Piana di Gioia Tauro dimostrata dall'esito di diverse operazioni di polizia".

Stamane la protesta era stata inscenata da un centinaio di migranti che sono scesi nelle strade di San Ferdinando per protestare dopo l'episodio conclusosi con la morte delll'immigrato malese. C'era, tra i manifestanti, rabbia e tensione, ma non sono stati registrati episodi di violenza. I migranti che avevano attuato la protesta a San Ferdinando avevano scandito slogan contro i carabinieri, definendoli "razzisti". I manifestanti hanno gridato anche slogan come  "Italia razzista" ed hanno esposto cartelli dello stesso tenore. 

"Non siamo qui per fare la guerra o per fare casini, siamo qui per lavorare e per mangiare. I carabinieri devono venire per mettere pace e non per uccidere". Ad affermarlo  un migrante del Mali, connazionale del giovane morto ieri, davanti al Municipio di San Ferdinando. "Quello che è accaduto ieri - ha aggiunto il migrante - non è giusto. E vogliamo che tutta l'Italia e tutta l'Europa lo sappiano".

Intanto, una delegazione di migranti che aveva attuato la protesta a San Ferdinando sta incontrando, nella sede del Municipio, il commissario prefettizio che regge il Comune, Francesco Pepe. Della delegazione fa parte anche il fratello di Sekine Traore, l'immigrato ucciso ieri dal carabiniere.

Nella tendopoli di San Ferdinando, sono state intanto ulteriormente rafforzate le misure di vigilanza e sicurezza. Una decisione presa, ieri sera, nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, dopo quanto é accaduto nella tendopoli. Per oggi lo stesso prefetto Sammmartino ha convocato un'altra riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica alla quale sono stati invitati a partecipare il Presidente della Regione Calabria, il sindaco di Rosarno ed il Commissario del Comune di San Ferdinando, ente commissariato dall'ottobre del 2014. 

La situazione della tendopoli, gia' di per se' problematica, si e' aggravata alla luce della tragedia avvenuta ieri.

Migranti chiedono rimpatrio salma e più sicurezza 

Hanno chiesto il rimpatrio della salma di Sekine Traore e maggiore sicurezza nella struttura i migranti che stamani, nel Municipio di San Ferdinando, hanno incontrato il vicequestore vicario di Reggio Calabria, Roberto Pellicone, e il dirigente della Digos, Cosimo Candita. I manifestanti, appena usciti, si sono raccolti e un loro rappresentante ha illustrato loro i risultati dell'incontro. Nel corso dell'incontro sono state sottolineate alcune richieste relative alla sicurezza all'interno della tendopoli. I migranti hanno stazionato davanti alla sede del Municipio in attesa di ricevere un documento con le intese raggiunte nel corso dell'incontro.

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Sindaco: Smantellare tendopoli e ricollocare migranti 

"Smantelliamo la tendopoli perche' e' un ghetto, e' insostenibile, manca l'essenziale". Lo ha detto il sindaco di Rosarno, Giuseppe Ida', commentando la tensione in atto nella vicina San Ferdinando, dove centinaia di migranti stanno manifestando dopo la morte di un cittadino del Mali, ucciso da un carabiniere intervenuto per sedare una rissa.  "Bisogna garantire le condizioni di dignita' per questa gente - ha aggiunto Ida' - distribuendo chi ha il diritto di stare in Italia nei comuni del comprensorio, in maniera equa. In questo periodo la raccolta degli agrumi e' ferma, l'agricoltura e' in crisi, e questi ragazzi non hanno di che vivere". Per questi motivi, il sindaco di Rosarno, il cui paese confina con la tendopoli che si trova nel territorio di San Ferdinando, ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

"Non possiamo escludere una rivolta". Lo ha detto il sindaco di Rosarno, Giuseppe Ida', a Sky Tg 24, commentando la tensione in atto nella vicina San Ferdinando. Il primo cittadino ha sottolineato che "si sta riproponendo quanto avvenuto con la rivolta del gennaio 2010, ma anche rispetto a quanto avvenuto pochi giorni fa, quando il comandante dei vigili di Rosarno e' stato accoltellato nei pressi della tendopoli. La gestione di questa struttura non puo' essere garantita dai Comuni che non hanno strumenti, risorse, fondi".

Volontaria: migranti chiedono chiarezza

"La manifestazione organizzata oggi da questi ragazzi è pacifica. Speriamo adesso che la Procura di Palmi vada avanti e che l'indagine non venga archiviata. Quello che si chiede è una cosa giusta: sapere perchè è stata uccisa questa persona". Lo ha detto Giulia Bari, volontaria dell'organizzazione Medici per i diritti umani che da anni opera nella tendopoli di San Ferdinando. "C'è una ricostruzione ufficiale dei carabinieri - prosegue il medico - e adesso aspettiamo che le indagini facciano il loro corso. Bisognerà capire, da una parte, la dinamica del fatto e sapere, dall'altra, cosa succederà dopo. Queste persone infatti vivono costantemente situazioni di isolamento che sono indegne e sono costrette a condizioni di lavoro che non hanno registrato alcun miglioramento negli ultimi anni". "Da parte della Prefettura di Reggio Calabria - prosegue il medico - quest'anno si è cercato di costruire una risposta attraverso un protocollo d'intesa per realizzare una nuova tendopoli e politiche di inclusione abitativa e accoglienza diffusa sul territorio. Nel tempo però troppe volte le tendopoli sono state distrutte e ricostruite per arrivare, purtroppo, a ciò che è accaduto ieri".

Migranti tendopoli: "Qui una vergogna"

Sporcizia e un olezzo che stordisce, tale é la sua intensità. Il degrado é sempre più evidente nella tendopoli di San Ferdinando che ospita i lavoratori extracomunitari impegnati nei lavori agricoli nella Piana di Gioia Tauro. Tra tende sbiadite e capanne di fortuna realizzate mettendo assieme pannelli, cartone e altro materiale di scarto, la situazione non cambia anche sul piano igienico-sanitario. Tanti i cassonetti strapieni in mezzo a rifiuti di ogni genere. Al momento sono circa 400 gli ospiti della struttura, ma le condizioni dell'area, che nel momento di maggiore presenza ne ospita fino a 2.500, rimangono precarie. "Tutto questo - dice un giovane della Costa d'Avorio - è semplicemente vergognoso". Nella tenda-ritrovo in cui ieri un carabiniere ha ucciso un immigrato maliano che lo aveva ferito con una coltellata al volto, a distanza di più di 24 ore dall'episodio, c'è un via vai di connazionali della vittima, molti dei quali esprimono sconcerto e rabbia per quanto é accaduto.

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