Lamezia: Operazione Disinnesco, tutti condannati

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Lamezia Terme – Ha condannato tutti il Gup Maria Teresa Carè, nell’udienza per il processo con rito abbreviato scaturito dall’Operazione Disinnesco, che ha visto imputate sette persone, arrestate nell’ottobre scorso con l’accusa di essere responsabili, a vario titolo, di fabbricazione, detenzione e porto in concorso di due ordigni esplosivi di micidiale potenza, sequestrati mentre venivano trasportati sul luogo dove dovevano essere collocati, e di coltivazione di una piantagione del tipo canapa indiana, individuata e sequestrata nel mese di luglio dello scorso anno.

Queste le condanne: 10 anni e 8 mesi e 30 mila euro di multa per Roberto Sergio Ugo Greco, definito dagli inquirenti “il capo del gruppo criminale”; Angelo Anzalone a 5 anni di reclusione e a 8 mila euro di multa; 4 anni e 2 mesi con 20 mila euro di multa a Cristian Greco; 2 anni e 8 mesi di reclusione e 14mila euro di multa a Ionut Doru Pirciu e S. G.; Giovanni Roberto e Francesco Rocca a 2 anni e 8 mesi di reclusione e 4mila euro di multa.

Sono stati assolti, invece, per la fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico della prima bomba ad alto potenziale ritrovata dalle forze dell’ordine ad aprile dello scorso anno, Roberto Sergio Ugo Greco e Angelo Anzalone.  Condanne, quelle formulate dal giudice Carè, in parte confermate e in parte modificate rispetto a quelle richieste dal Pubblico Ministero Santo Melidona nella scorsa udienza del 14 agosto.  Nell’udienza di stamane, invece, sono state concluse anche le discussioni degli avvocati Paolo Mascaro, Antonio Larussa e Francesco Murone, mentre avevano già pronunciato l’arringa difensiva gli altri legali, gli avvocati Francesco Gambardella, Lucio Canzoniere, Salvatore Cerra, Gianluca Careri e Anna Rita Amato.

Arrivano, quindi, le prime condanne dopo l’esecuzione degli arresti con l’operazione che gli agenti della polizia di Stato eseguirono nell’ottobre scorso. Un’operazione che scaturì proprio dal ritrovamento di quegli ordigni mirati ad attentare alla vita di Agostino Lo Gatto, pregiudicato lametino, sventati grazie anche alle intercettazioni ambientali che permisero di seguire i loro spostamenti e dunque l’arresto.

C.S.

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