Lamezia, operazione Sisifo contro usura: annullamento con rinvio dalla Cassazione per alcuni imputati

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Lamezia Terme – Nuovo capitolo nella vicenda processuale che riguarda sette persone accusate di usura nei confronti di un imprenditore lametino operante nel settore dell’impiantistica elettrica. La Cassazione, infatti, ha deciso di annullare con rinvio per alcuni imputati la sentenza d’appello e, quindi, dovrà essere sostenuto un nuovo processo.

Si tratta di una vicenda che prende avvio dall’operazione chiamata “Sisifo”, del marzo 2007, per la quale sono finiti a processo Antonio Salatino, Concetto Trovato, Vincenzo Giampà, Rosario Notarianni, Giovanni Notarianni, Sergio Ugo Roberto Greco e Francesco Olandini.

In primo grado, nel marzo del 2008, un anno dopo gli arresti, arrivò per tutti la condanna nel processo con rito abbreviato da parte del giudice del Tribunale di Lamezia Terme con pene dai 3 ai 7 anni: in particolare, Francesco Olandini e Gianluca Notarianni furono condannati a 3 anni e 6mila euro di multa, Rosario Notarianni a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 6mila euro di multa, Antonio Salatino a 4 anni e 10mila euro di multa, Concetto Trovato a 4 anni e 2 mesi e 10mila euro di multa, Sergio Ugo Roberto Greco a 5 anni e 12mila euro di multa, Vincenzo Giampà a 7 anni e 4 mesi e 1400 euro di multa. Fu disposta, inoltre, la confisca dei beni degli imputati.

In appello, con la sentenza del marzo 2009, ci fu l’assoluzione per tutti gli imputati, che furono rimessi in Libertà, poiché fu ritenuto che le dichiarazioni accusatorie rese dalla persona offesa fossero inutilizzabili per un vizio procedurale, in quanto questi doveva essere sentito come indagato in procedimento connesso, con la presenza di un difensore, e non invece come persona informata sui fatti.

Su questa assoluzione fu proposto il ricorso in Cassazione da parte del Procuratore Generale: i giudici ermellini annullato nel 2010 le assoluzioni, ritenendo che le dichiarazioni della persona offesa fossero invece valide, per cui gli imputati (che comunque restavano a piede libero) dovevano essere nuovamente processati. Il nuovo processo di appello si è concluso nel luglio 2016, quando la Corte di Appello di Catanzaro ha confermato integralmente la sentenza di condanna di primo grado nei confronti di tutti gli imputati, nonché la confisca che era stata disposta.

Ora la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha integralmente accolto il ricorso proposto nell'interesse di Rosario Notarianni, difeso dall'avvocato Aldo Ferraro, disponendo un nuovo processo di appello per verificare se, come dedotto dalla difesa, vi siano stati o meno interessi oltre il tasso-soglia fissato dalla legge, che i Giudici di appello non avevano considerato mentre era stato richiesto dalla difesa.

Ha accolto, poi, il ricorso proposto da Concetto Trovato, difeso dagli avvocati Antonio Larussa e Giovanni Aricò, disponendo l'annullamento senza rinvio per un capo d'imputazione perché estinto per prescrizione, l'annullamento con rinvio per un secondo capo di imputazione, nonché l'annullamento della confisca, con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello per rideterminare la pena essendo stato confermata la condanna per un terzo capo d'imputazione.

È stato accolto il ricorso presentato da Vincenzo Giampà, difeso dall’avvocato Pino Spinelli, in relazione alla recidiva e alla confisca, con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello di Catanzaro per rideterminare la pena. Ha infine accolto i ricorsi proposti da Antonio Salatino, Sergio Ugo Roberto Greco e Francesco Olandini sempre in relazione confisca, rimandando gli atti alla Corte di Appello di Catanzaro per compiere una nuova valutazione sul punto. Nel resto sono stati rigettati i ricorsi proposti dagli altri imputati.

Nel collegio difensivo, tra gli altri, ci sono gli avvocati Aldo Ferraro, Antonio Larussa, Pino Spinelli, Lucio Canzoniere, Giovanni Aricò e Gianluca Careri.

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