Lamezia, processo Chimera: tre condanne e due assoluzioni - VIDEO

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Lamezia Terme -  Tre condanne e due assoluzioni. Con questa sentenza si è concluso così il processo Chimera, iniziato nel luglio 2015, nei confronti dei cinque imputati che hanno scelto di essere processati con il rito ordinario e ritenuti dall’accusa legati alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri.

Un processo celebrato interamente al Tribunale lametino davanti al Presidente Maria Teresa Carè e, a latere i giudici Francesco Aragona e Annalisa Martire.

La sentenza:

  • Cesare Gualtieri: 13 anni e sei mesi, 50 mila euro di multa
  • Peppino Festante: 7 anni e sei mesi, 32 mila euro di multa
  • Giancarlo Puzzo: 6 mesi, non menzione della pena
  • Lucia Vaccaro: assolta per “non aver commesso il fatto”
  • Massimo Crapella: assolto perché “il fatto non sussiste”

 

VIDEO - SENTENZA

È stata comminata, inoltre, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Cesare Gualtieri e Peppino Festante e il risarcimento danni alle parti civili che si erano costituite. Si conclude così il primo grado di giudizio di questo procedimento: diversi anche i collaboratori di giustizia sentiti in video conferenza e i testimoni chiamati a riferire su determinate circostanze in merito ad alcuni degli imputati nel corso di tre anni di udienze. In particolare, è stata la figura dell’imputato Cesare Gualtieri ad aver caratterizzato gran parte delle udienze, molte le dichiarazioni spontanee nel corso delle quali ha più volte manifestato le sue condizioni di salute.

Il processo Chimera è scaturito dall’omonima operazione, distinta in due ordinanze: “Chimera 1” e “Chimera 2” eseguite nel maggio e ottobre 2014. Associazione mafiosa, spaccio ed estorsione sono i principali reati contestati dall’accusa agli imputati. Il Pm, a termine della sua requisitoria, aveva chiesto 21 anni per Cesare Gualtieri, 12 anni per Peppino Festante, 8 per Lucia Vaccaro, 10 anni per Massimo Crapella e 3 anni per Giancarlo Puzzo.

Prima della sentenza, nel corso dellamattinata, invece, si è tenuta la discussione dell’avvocato Tiziana D’Agosto per conto di Massimo Crapella e dell’avvocato Nicola Veneziano per conto dei suoi assistiti Peppino Festante, Cesare Gualtieri e Lucia Vaccaro. L’avvocato D’Agosto si è concentrata sulle dichiarazioni rese in aula da un testimone. Secondo il legale da quella testimonianza è emerso che “la scontistica non era il frutto di una minaccia del Crapella”. Inoltre, ha sottolineato l’avvocato “il testimone ha dichiarato che dopo che la sua concessionaria si è trasferita in via del Progresso non ha mai più visto Crapella”. Infine, ha chiesto l’assoluzione con formula piena per il suo assistito.

La discussione dell’avvocato Veneziano si è concentrata sulle diverse testimonianze, anche alla luce di quanto detto dai collaboratori di giustizia, che non avrebbero fatto emergere nulla di rilevante nei confronti del suo assistito. L’avvocato ha parlato di “una facile confusione con il suo nome” per via di omonimie con altri parenti di Cesare Gualtieri, classe ’69, odierno imputato.

Il legale, inoltre, ha evidenziato come non sarebbe emerso nulla nel corso del processo nei confronti di Lucia Vaccaro “nessuna prova – ha aggiunto - è uscita in merito ai presunti pizzini”. Gran parte della discussione dell’avvocato Veneziano si è concentrata sulle dichiarazioni rese in aula dal testimone di giustizia, Pasquale Mercatante in merito a quanto da lui dichiarato nel corso del suo esame e controesame. Il legale ha concluso la sua discussione chiedendo l’assoluzione per tutti i suoi assistiti. Nel corso dell’udienza, poi, il pubblico ministero Elio Romano ha chiesto di mettere a verbale che nel concludere le sue dichiarazioni spontanee, l’imputato Cesare Gualtieri “ha indicato con il dito indice i tre componenti del collegio”.

R.V.

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