Operazione Money Gate contro riciclaggio: arrestato presidente Catanzaro calcio

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Reggio Calabria - Il presidente del Catanzaro Calcio (Lega Pro) Giuseppe Cosentino e la figlia Ambra, sono due delle persone arrestate e poste ai domiciliari dalla guardia di finanza nell'operazione Money gate coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi. Cosentino è accusato di appropriazione indebita e di reati tributari mentre la figlia e gli altri 2 arrestati, dipendenti della società di import-export dell'imprenditore, sono accusati di riciclaggio. Per l'accusa avrebbero trasferito in Svizzera ingenti somme di denaro.

La società del Catanzaro Calcio, secondo quanto si è appreso, è comunque estranea ai fatti di riciclaggio contestati agli indagati. Le somme, infatti, sarebbero state distratte dalla società di Cosentino che ha rapporti anche con la Cina.

Presunto tentativo combine Catanzaro-Avellino 2013

É Catanzaro-Avellino del 5 maggio 2013, che valse ai campani la promozione in serie B con una giornata di anticipo, la partita del girone B di Lega Pro finita, casualmente, nell'inchiesta "Money gate" sul riciclaggio di ingenti somme di denaro che ha portato all'arresto del presidente del Catanzaro calcio Giuseppe Cosentino. Indagando su Cosentino, sospettato di trasferire capitali della sua società di import-export Gicos all'estero, i finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria si sono imbattuti nel presunto tentativo di combine. Un episodio marginale nell'ambito dell'inchiesta e che è ancora al vaglio degli inquirenti per verificare, ha spiegato il procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza, "l'eventuale sussistenza di elementi in ordine al tentativo di aggiustare l'incontro. Ove dovessero emergere delle responsabilità, come è doveroso invieremo gli atti alla giustizia sportiva". Dalle indagini sarebbe emerso il tentativo di concordare un pareggio utile al Catanzaro per evitare i play out e all'Avellino per avvicinarsi alla promozione in B. La partita, però, finì con la vittoria dell'Avellino, che conquistò così la matematica promozione in serie B.

I presidenti ed i direttori sportivi di Catanzaro ed Avellino, oltre ad un giocatore della formazione calabrese, risultano, quindi, indagati dalla Procura della Repubblica di Palmi in relazione al presunto tentativo di combine per la gara disputata dalle due squadre il 5 maggio 2013. I due presidenti, Giuseppe Cosentino e Walter Taccone, i dirigenti Armando Ortoli e Vincenzo De Vito, ed il calciatore Andrea Russotto sono accusati di frode in competizione sportiva. "Il risultato di pareggio concordato - è scritto nell'ordinanza che ha portato Cosentino agli arresti domiciliari nell'ambito di una inchiesta sul riciclaggio di somme di denaro sottratte dalla sua società di import-export e che non riguarda il mondo del calcio - avrebbe consentito al Catanzaro di non ritrovarsi nella fase play out per la retrocessione ed all'Avellino di raggiungere la promozione alla serie superiore". Il risultato, non raggiunto "per il mancato rispetto degli accordi da parte dell'Avellino - proseguono i pm - che, a seguito della vittoria del Perugia, per non correre il rischio di non raggiungere la promozione alla serie B, si è aggiudicato la partita per 1-0, nonostante Russotto del Catanzaro avesse deliberatamente fallito due chiare occasioni per segnare il gol del vantaggio, ha comunque consentito ad entrambe le società di raggiungere gli obiettivi di campionato per i risultati negativi delle concorrenti del Catanzaro Calcio".

 

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