Prestavano denaro a bisognosi, 4 arresti a Cosenza per usura ed estorsione,

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Roma - La polizia di Stato di Cosenza sta dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale procura della Repubblica, nei confronti di 5 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.

I dettagli sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla questura di Cosenza alla presenza del procuratore della Repubblica e degli investigatori della polizia di Stato. 

Indagini dopo denuncia di una persona che stava per suicidarsi

"Questa operazione parte dalla denuncia di una persona che stava per suicidarsi e dobbiamo continuare a dire alla collettività: se denunciate lo Stato c'è, è con voi e interviene con specifiche provvidenze. Se voi denunciate noi operiamo". Lo ha detto il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo commentando l'esecuzione da parte della Polizia di Stato, di 5 misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica, per i reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell'attività finanziaria. Delle cinque persone, tre sono finite in carcere.

Si tratta di B.A. 43 anni di Cosenza, B.M. 52 anni di Mendicino e M.S. 51enne di Cosenza. Agli arresti domiciliari è finito P.P. 73enne di Cosenza, mentre per C.S. di 64 anni, cosentino, è stata eseguita una misura di divieto di dimora nei comuni di Cosenza e Rende. I poliziotti hanno accertato che 16 persone, in stato di necessità, si erano rivolte agli strozzini trovandosi poi a dover restituire il denaro ottenuto con tassi di interesse stratosferici: al mese raggiungeva il 57%, fino al 230% a bimestre e all'850% a trimestre. In alcuni casi, le vittime erano costrette a consegnare le proprie tessere bancomat o postapay. Tra le vittime disoccupati, artigiani, operai, muratori, imbianchini e pensionati, che in alcuni casi non potevano pagare le bollette o addirittura fare la spesa. In un caso, un uomo si è rivolto all'usuraio perché non aveva i soldi per far operare la figlia piccola. Una donna, invece, si era rivolta agli strozzini per le condizioni economiche disastrose legate al suo vizio di giocare alle slot machine ed era talmente disperata che ha minacciato di suicidarsi e pertanto si è ricoverata in un centro terapeutico per guarire dalla ludopatia. Nel corso delle perquisizioni effettuate dai poliziotti nelle abitazioni dei 5 indagati sono stati rinvenuti documenti, agende e anche una sorta di "libro mastro" nel quale erano annotati debiti e crediti delle vittime con tutti i loro nomi.

Una vittima aveva chiesto un prestito per fare operare bambina

Prestavano denaro a bisognosi a tassi usurai che arrivavano al 57% mensile, al 230% a bimestre e all'850% a trimestre, facendosi consegnare le tessere bancomat o postapay. Per questo la squadra mobile di Cosenza ha arrestato 4 persone - una ai comiciliari - e notificato un divieto di dimora con le accuse di usura, estorsione ed esercizio abusivo dell'attività finanziaria. Dalle indagini è emerso che agli strozzini si erano rivolte 16 persone tra disoccupati, artigiani, operai, muratori, imbianchini e pensionati, che in alcuni casi non potevano pagare le bollette o addirittura fare la spesa. Uno non aveva i soldi per far operare la figlia piccola. Una donna, invece, si era rivolta agli strozzini per il vizio di giocare alle slot machine ed era talmente disperata da minacciare il suicidio e pertanto si è ricoverata in un centro terapeutico. "Dobbiamo continuare a dire alla collettività: se denunciate lo Stato c'è, è con voi e interviene. Se voi denunciate noi operiamo" ha detto il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo

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