Enrico Vanzina apre il ‘Lamezia Film Fest’: “Il cinema è il modo migliore per rendere questo paese unito” - VIDEO

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Lamezia Terme - Il Lamezia Film Fest, apre i battenti della sua quinta edizione, e lo fa con Enrico Vanzina, ospite d’eccezione della prima giornata, nella sezione ‘Monoscopio’ con la proiezione del film “Sapore di mare” del 1983 diretto dal fratello Carlo. Enrico Vanzina, sceneggiatore, produttore e figura di spicco del cinema italiano, insieme al fratello Carlo, da poco scomparso, hanno lasciato il segno nella storia della commedia italiana. Enrico Vanzina, inizia il suo intervento con una definizione del regista francese Godard "il cinema crea ricordi, la televisione crea sbadigli" e prosegue “siccome mi trovo qui per parlare di cinema voglio avere un ricordo” e fotografa la platea prima di iniziare a parlare con Gianlorenzo Franzì, direttore artistico del Lamezia Film Fest. I fratelli Vanzina sono gli autori di 60 film che rappresentano una fotografia dell’Italia sia di ieri che di oggi, hanno messo su "celluloide" delle testimonianze di storia di vita italiana, la cultura, la politica, la società in tutte le sue declinazione, e l’hanno fatto sempre in maniera magistrale non perdendo mai di vista "quell'insostenibile leggerezza dell'essere" come in “Sapore di mare”, “Sotto il vestito niente”, “Pranzo della domenica”.

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“Non potevamo iniziare in modo migliore la prima giornata” commenta Franzì, “è un festival che si apre con Enrico non a caso perché, - prosegue - abbiamo deciso di omaggiare tout court il cinema dei fratelli Vanzina”. All’interno dei corridoi del Chiostro San Domenico, dove il Festival quest’anno ha trovato ospitalità, è presente anche una mostra dedicata tutta al cinema dei fratelli Vanzina, “era un omaggio doveroso” precisa Franzì “perché in Italia la commedia è il genere che ha fatto la fortuna delle industrie cinematografiche, però nonostante questo in alcuni festival la commedia è sempre vista con un occhio diverso”.

In occasione dell’arrivo in città di Enrico Vanzina, abbiamo conversato con lui di cinema, cercando di capire in che stato di salute versa oggi la commedia italiana e quanto un festival di cinema nella città di Lamezia Terme possa essere importante.

Quanto può essere importante un festival sul cinema in una città come Lamezia Terme e più in generale in una regione come la Calabria?

“Sono stato avvicinato qualche tempo fa dall’avvocato Franzì e ho capito che era un grande appassionato di cinema, e quando mi capita – ed è successo spesso nella mia vita per fortuna – di conoscere persone che abitano in luoghi che io non conosco, come Lamezia Terme, credo che sia giustissimo venire, partecipare e portare sostegno e quel poco che posso dare a un festival giovane, un festival in una regione un poco complicata che probabilmente ha delle difficoltà  ad organizzare eventi del genere con sacrifici. Credo sia molto importante una manifestazione come questa, perché il cinema è il modo migliore per rendere questo paese unito, e quando ci sono delle zone che si sentono un pochettino abbandonate non devono per nessuna ragione pensarlo”.

Lei è un ‘maestro della commedia’, in che stato di salute versa la commedia italiana oggi?

“La commedia all’italiana se non è morta sta lì lì per morire, probabilmente perché chi la fa non ha guardato bene com’era fatta prima. Esiste una lunga tradizione, e bisogna andare a lezione da questi grandi maestri del passato, che hanno raccontato con un occhio simpatico, sincero e intelligente i difetti e i vizi di questo paese senza mai fare del moralismo. Oggi la commedia che fanno i più giovani tende spesso ad essere un po’ moralista, spesso non ha il fiato perché si confronta con il web, con tagli molto corti e non cerca di scoprire dietro il conformismo che dilaga cose nuove; la commedia all’italiana era sempre in anticipo sui giornali, sui libri e ha raccontato questo paese anticipando sempre di un anno quello che sarebbe accaduto”.

Antonia Butera 

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