Lamezia, in mostra il Settecento calabrese: un percorso tra gli artisti di provincia e le opere di Francesco Colelli

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Lamezia Terme - Nelle sale del piano nobile dell’ottocentesco Palazzo de Medici tra pitture murali e leziosi pavimenti di maiolica napoletana trova spazio “Riverberi Pittorici”, una mostra dedicata all’artista nicastrese Francesco Colelli  (ricorrono nel 2020 i duecento anni della sua morte) e ad una serie di artisti del settecento calabrese. L’esposizione ha preso forma sotto l’attenta curatela del professor Mario Panarello realizzata grazie ai fondi regionali per la cultura e all’organizzazione dell’associazione culturale Natale Proto. Pensata ed installata site specific, si snoda in tre sale che si accordano cromaticamente a ciò che mettono in mostra evocando un ricercato dialogo tra architettura, decorazione muraria esistente e opere stesse.

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Viene rappresentata qui l’evoluzione della pittura settecentesca declinata attraverso le diverse esperienze più o meno significative di alcuni pittori delle province calabresi: la loro attività e committenza era strettamente legata a doppio filo con lo sviluppo economico di alcune aree geografiche che di conseguenza generarono una più o meno fiorente attività artistica a macchia di leopardo. Il raggiungimento del climax si ha sicuramente con le opere del Colelli al quale è dedicata un’intera sala. Tutti i dipinti esposti, alcuni dei quali provenienti da collezioni private, altri presi in prestito dalla sovrintendenza, ci narrano una serie di tendenze pittoriche del periodo per lo più accordate alla scuola pittorica settecentesca napoletana, che rappresenta ancora oggi uno dei più alti esempi di cultura artistica italiana.

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La Napoli del Settecento, straripante di turisti e viaggiatori, era una delle città più grandi e popolose della penisola italica, con un fermento culturale così significativo da essere punto di riferimento e scuola per tutto il meridione e non solo. La sua eco intellettuale raggiungeva l’intero continente europeo. Cosicchè anche i pittori di provincia si alimentavano, di riflesso dei suoi squillanti e raffinati precetti. Luca Giordano e Francesco Solimena ambasciatori dell’arte pittorica partenopea settecentesca più strettamente legata alle accademie, sintetizzavano nei loro lavori l’essenza del Settecento pittorico tra scene coreografiche enfatiche e complesse architetture di sfondo; da qui trae origine il titolo della mostra “Riverberi Pittorici”, letteralmente la riflessione dell’onda pittorica di tendenza.

Se da una parte si può notare una osservanza cattedratica della materia, dall’altra non è raro intravedere nell’excursus espositivo un certo guizzo esecutivo tendete alla leggerezza delle forme, già votato in alcuni artisti al superamento definitivo di quella gravità e pienezza barocca che oramai apparteneva al passato. É nell’opera di Francesco Colelli che più si rappresenta a pieno quella vanità tipica del dinamismo culturale del Settecento, dell’epoca dei lumi, che osa guardare con intraprendenza e maestria anche oltre il confine del regno di Napoli. In mostra uno dei suoi lavori più rappresentativi La Madonna delle Grazie della Matrice di Andali, notevole anche la pala di Feroleto Antico con San Nicola e San Pasquale Baylon opere con chiari riferimenti allo stile di Mattia Preti. Molto curioso il disegno preparatorio della volta della chiesa di San Giovanni a Nocera Terinese che suggerisce un interesse da parte dell’artista anche per l’arte d’oltralpe, per la prospettiva e l’architettura. La mostra è visitabile fino al 3 Novembre. 

Dora Coscarelli

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