Abra Calabria, il turismo che cresce

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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Scambio di battute su Facebook nell’ultimo fine settimana: ‘’Sono stata due giorni sull'Alto tirreno cosentino. Molto bello. Spiagge immense, paesi tenuti bene e puliti. Peccato però che a metà giugno quella zona, a differenza della mia, non riesca a sfruttare il turismo. A Tropea siamo pieni, e già da un bel po', lì poca gente e poca organizzazione, o meglio si vede che le strutture stanno avviando adesso la stagione, eppure c'è autostrada a due passi e Basilicata a 15 minuti. Inventatevi qualcosa’’.

Risposta: ‘’fino a quando ci sarà gente che accoglie i turisti ‘cu mussu longu’ quasi fossero un fastidio i turisti e i clienti al massimo verranno una volta e non torneranno mai più. ‘Chi non ha il sorriso non apra bottega’ diceva qualcuno. E noi in Calabria dovremmo imparare un po' a sorridere e ad essere più gentili ed educati col turista che viene a portarci soldi. Bisogna accogliere il turismo che non va più in Egitto, Tunisia e Marocco, etc etc’’. Quando si dice che la rete coglie nel segno! Non ci potrebbe, infatti, essere migliore quadro di quello esposto nel resoconto lanciato da una giovane di Tropea dopo una due giorni in quel di Praia a Mare: il turismo in Calabria cresce, ma non dappertutto e non in egual modo; inoltre: quanto c’è ancora da fare! quanto da lavorare!

Il problema è, infatti, all’inizio di quest’estate proprio questo: uno dei settimanali di punta del gruppo Repubblica-L’Espresso-Stampa titolava nelle scorse settimane un accattivante articolo corredato da una magnifica foto di Capo Vaticano con la parola ‘’Abra Calabria’’, sottolineando come l’estate 2017 ‘’sarà una stagione magica per la regione più misconosciuta del nostro sud. Parola dei più importanti travel-trendsetter’’.

Si citava il New York Times, la Bit, Tropea in testa a Tripadvisor, la certificazione Welcome Chinese etc etc, concludendo così: “ci sono angoli di pura meraviglia mediterranea con i templi grecoromani incastonati tra la macchia profumata e il mare’’. Il punto, però, è come far reggere nel tempo queste cose, allargarle oltre Tropea e quel tratto di costa tirrenica (ad esempio nello jonio catanzarese, magico e magnifico a quello stesso livello, tutto invece più o meno tace), far sì insomma che quel flusso turistico indirizzato verso di noi per l’impossibilità di altre mete dovute a ragioni di sicurezza regga anche nel 2018 e poi nel 2019, 2020,….Cioè sia un tratto vero e lungo, con una cultura turistica che diventi il perno su cui far ripartire il rilancio dell’immagine della nostra terra. 

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