In tempi di crisi e soliti furbi, meglio il volontariato

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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Mentre i commercianti espongono i loro ritratti nei negozi come se fossero dei nobili, prosegue incessantemente la presentazione dei libri. Tutti scrivono. Tutti devono dire qualcosa. Tutti hanno un contenuto… Intanto, le prime file dei banchi delle chiese vengono svuotate perché anche in questa sede ci sono i privilegiati, anche nella casa di Dio, si pretende, il primo posto. Dio, amava gli ultimi e forse non si è ben capito il concetto. La chiesa è l’unico posto al mondo dove siamo tutti uguali agli occhi di Dio. Provincialismo sfrenato! Questo non dovrebbe avvenire nelle chiese ma alcuni, forse, pensano che in un modo terreno possono magari assicurarsi un posto in prima fila in Paradiso. Il saggio è colui che ama il Signore e non sempre chi ha studiato. E questo lo si vede dalla vita dei Santi. E’ intrinseco nelle persone di questa città “vivere” accanto, o peggio, essere servo del benestante di turno per non usare un altro termine che renderebbe meglio il senso. Il benestante (ricco è una parola che non si può usare in questa realtà) non è mai (forse molti non l’hanno capito) una persona che regala soldi a chi gli sta accanto o agli amici. Sono benestanti non fessi! Intanto professionisti e non, sempre sugli “anta” giocano a calcetto  per sentirsi giovani o dei Platinì (nel senso della pancia, lui si ritirò  per poter magnà!).

E questi ingrigiti “anta” si inorgogliscono quando sconfiggono a calcetto (calcio è troppo dura, nun ja fano) i ventenni… A nessuno piace il tempo che passa, e qualcuno potrebbe consigliarli di fare un salto a Tiriolo dal mago della chirurgia plastica perché agli “anziani” calciatori, può darsi che i ragazzini li abbiano fatti vincere per evitare loro un arresto cardiaco. Intanto in alcuni supermercati i prezzi sono ballerini e confusionari. Indicano una cifra sul cartellino e alla cassa cambia per magia.  O peggio ci sono una valanga di numeri e solo se hai la lente d’ingrandimento riesci a risalire alla merce indicata. Quindi rischi di fare il conteggio sempre sbagliato. Anche perché a differenza di quelli di abbigliamento non c’è il commesso a cui puoi chiedere e, se c’è, ti indica il prezzo sbagliato. E pensare che dietro a queste trappole commerciali ci sono degli studi di marketing. Per fortuna che esistono realtà come l’A.s.d  Lucky friends, un associazione sportiva senza scopo di lucro che sostiene lo sport per i diversamente abili: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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