Grandinetti (FdI): "Sostegno per il corpo di polizia penitenziaria"

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Lamezia Terme - Francesco Grandinetti componente dell'assemblea nazionale di FDI e responsabile per la provincia di Cz del Dipartimento Sicurezza, Immigrazione, Giustizia di FDI in una nota esprime “sostegno al corpo di polizia penitenziaria”. In merito al Consiglio Regionale che si è dotato, nel 2018, della figura del Garante regionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale, afferma “se da un lato deve riconoscersi merito dall’altro occorre evidenziare, al medesimo Ente, come pari attenzione vada riconosciuta agli Agenti di polizia penitenziaria, i quali, in considerazioni dei compiti espletati e dei luoghi di lavoro, sono chiaramente a pericolo di burn out e dunque bisognosi di supporti e/o assistenza sanitaria gratuita a scopo preventivo da parte della Regione per quanto di propria competenza”.

“Il Corpo di polizia penitenziaria - prosegue - è una delle quattro forze di polizia italiane dipendenti dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia con una molteplicità di competenze, anche a carattere trasversale, che rendono lo stesso Corpo sia forza di polizia che di trattamento rieducativo. In particolare gli Agenti Penitenziari, oltre ai compiti di mantenimento dell’ordine e della sicurezza all’interno degli Istituti Penitenziari, sono chiamati a partecipare all’opera di “osservazione e trattamento” dei detenuti, a garantire l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, ad espletare servizi di ordine e sicurezza pubblica e di pubblico soccorso presso le aule giudiziarie per lo svolgimento dei processi e presso i luoghi esterni di cura nonché ad espletare in caso di ricovero il servizio di piantonamenti (attribuzioni, queste ultime, precedentemente affidate alla Polizia di Stato e ai Carabinieri). Ebbene, questa duplice veste di Forza di polizia e Corpo di trattamento, che costituisce valore aggiunto, è anche pesante fardello in quanto fa della polizia penitenziaria una “helping professions”, a pericolo di burn out. Un pericolo aggravato dal fenomeno, sempre più frequente, delle aggressioni nelle carceri nei confronti dei poliziotti penitenziari (complice anche le scelte politiche che hanno consentito la cosiddetta gestione a “regime aperto”, senza che fossero prima predisposte le condizioni strutturali e organiche per affrontare tale cambiamento)”.

A tal proposito, sottolinea ancora Grandinetti “viene da chiedersi che fine abbia fatto l’annunciata costituzione (nel settembre 2017, dal Ministro Orlando, nel corso di una riunione convocata dopo una manifestazione unitaria che aveva, appunto, l’obiettivo di sensibilizzare autorità e opinione pubblica proprio sul tragico fenomeno delle aggressioni) di una “commissione d’inchiesta”, presieduta dal Vice Capo del DAP, Cons. Marco del Gaudio, sulle modalità attuative della c.d. sorveglianza dinamica e sulla custodia aperta. Ragion per cui, alla luce di quanto fin qui esposto, esortiamo la Regione Calabria affinché si renda promotrice di iniziative, a beneficio degli Agenti penitenziari, di supporto gratuito terapeutico al fine di evitare il rischio burn out nonché di assistenza sanitaria gratuita a scopo preventivo per le patologie cardiache anch’esse riconducibili allo stress”.

“Si chiede attenzione e considerazione – conclude - per coloro i quali, ogni giorno, gestiscono situazioni complesse in ambienti particolari garantendo la sicurezza nel silenzio e lontano dei riflettori”

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