Lamezia: riunione consiglio comunale su riapertura carcere

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Lamezia Terme - Si conclude senza novità importanti la seduta del consiglio comunale aperto sulla situazione della casa circondariale di Lamezia Terme, temporaneamente chiusa dal Procuratore e di cui si discute la riapertura. Prende la parola Felice Lentidoro, direttore del comitato “riapriamo il carcere di Lamezia” che descrive la situazione menzionando le gravi responsabilità della politica. “C’è stato un vero e proprio sopruso – dice - il carcere è stato ristrutturato a norma meno di un anno fa con una spesa di 500.000 euro. Gli avvocati hanno lottato per evitare la chiusura del tribunale, ora dovrebbero impegnarsi per il carcere perché sono direttamente interessati”.

La parola passa al segretario regionale della ‘Uilpa penitenziari’ Paradiso: “Una casa piccola anche se ristrutturata resta una casa piccola. Le ragione per cui il carcere è stato chiuso oltre alla spendig review è la mancanza di spazi: abbiamo rischiato di essere inquisiti per reato di tortura. Quindi l’osservazione che a Lamezia abbiamo circa 60 unità impiegate: a Catanzaro e a Vibo 5 o 6 unità gestiscono almeno un centinaio di detenuti”. Il sindaco Speranza dichiara: “Non deve scendere il sipario sulla questione del carcere. La battaglia è stata accantonata e siamo nel limbo di una non-decisione ma nella sostanza il nostro è ormai un carcere chiuso anche se nella teoria non è così”.

In corso di seduta anche una comunicazione di Scalzo, che si dice spiacente per non essere potuto intervenire e si dichiara d’accordo nella battaglia per la riapertura. Dall’opposizione, il consigliere Cristiano chiede al Sindaco di emettere un’ordinanza sindacale come è stato fatto per il centro trasfusionale. La richiesta viene inserita nella parte finale dell’ordine del giorno che recita: “Il consiglio comunale nel prendere posizione per la non chiusura della casa circondariale avendo preso atto degli interventi ascoltati ribadisce la richiesta di trovare ogni soluzione possibile al fine di mantenere la struttura nella città per evitare ulteriore espoliazione e dando la possibilità sia ai dipendenti che ai cittadini in un momento di crisi economica una grave ricaduta sull’indotto del territorio. Danno mandato al sindaco e al presidente del consiglio di intervenire presso i parlamentari e chiedere un incontro immediato presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Chiede altresì di intervenire presso i sindaci e i presidenti del consiglio comunale del lametino per deliberare un ordine del giorno analogo al fine di dare più forza alla richiesta. E da mandato al sindaco di valutare la possibilità di emanare un’ordinanza in tal senso qualora ce ne siano le condizioni giuridiche”.

Giulia De Sensi

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