Pietro Gallo al sindaco Mascaro: punti di forza per il rilancio della città

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Lamezia Terme - Pubblichiamo la lettera aperta del geologo Pietro Gallo al sindaco Paolo Mascaro.

“In virtù del risultato elettorale delle comunali 2015, faccio i miei più sinceri auguri al nuovo sindaco Paolo Mascaro e alla nuova amministrazione comunale. Questa competizione elettorale mi ha visto direttamente coinvolto, essendomi candidato al Consiglio comunale, contrapposto allo schieramento che oggi governa ma, deposta “l’ascia di guerra” e considerato  l’obiettivo comune, mi preme fare alcune considerazioni su ciò che rappresenta Lamezia Terme, nella speranza che il nuovo sindaco – persona capace, competente e Lametino - sappia cogliere la preoccupazione, il significato e l’enfasi di queste mie parole. Parlando prima da cittadino e poi da tecnico, mi soffermo su un importante ed evidente aspetto: la straordinaria bellezza del posto in cui viviamo, luogo in cui, in pochi minuti, si possono visitare ed ammirare paesaggi naturali come montagne, fiumi, terme e mare che indubbiamente rappresentano concreti elementi che fungono da volano per la crescita e lo sviluppo di questa città.

Ma le azioni dirette a valorizzare le nostre grandi risorse paesaggistiche anche al fine di aumentare il flusso turistico – con conseguenziali importanti ricadute occupazionali e sull’economia cittadina – vanno senz’altro incrementate rispetto al passato. Una città nel cui comprensorio si ritrovano veri e propri “tesori” naturali (si pensi anche ai nostri centri storici, tra i più belli del sud Italia), unitamente alla presenza dell’unico aereporto internazionale, dello svincolo autostradale e di una stazione ferroviaria centrale, è già di per sé in possesso delle potenzialità che servono per attrarre turisti che già hanno avuto modo di apprezzare Lamezia Terme attraverso la consultazione di giornali, riviste e vari dépliant. Questa città è “difficile”, con tanti problemi da affrontare e risolvere attraverso strategie e programmi che richiedono serietà, competenza e condivisione, tra cui le problematiche dell’emergenza ospedaliera ed ambientale, che si avvertono non solo nella periferia ma ormai anche nel centro dove, in passato, dette emergenze non sembravano essere presenti. Oggi, piú che mai, diventano essenziali e decisivi gli interventi mossi dall’anima e dalla passione di chi vive questa città e di chi ha le possibilità nonchè il potere di attuarli. Interventi che, in questi anni di governo, dovranno essere tanto tempestivi quanto efficaci. In particolare, la fascia che dal mare sale lungo il Torrente Bagni fino alle Terme di Caronte e alle cime dei monti Sant’Elia e Mancuso rappresenta uno dei siti di maggiore interesse geologico, ecologico, storico ed archeologico.

L’interesse oggi è legato solo alle Terme e poche sono le persone che riescono ad ammirare le peculiarità e rarità di quest’area. Studi recenti dell’Università della Calabria e progetti POR hanno censito e spiegato il perché delle terme, delle grotte, dei processi d’erosione, delle forme del paesaggio, che si combinano alla storia recente ed antica delle terme.  Tutto questo si traduce in interesse geologico, morfologico, paesaggistico, archeologico-storico, ecologico, rappresentando il punto di partenza per un progetto di valorizzazione dell’area in cui i turisti hanno la possibilità di ammirare meravigliosi ambienti naturali, tutti racchiusi in un fazzoletto di terra, che si legano tra loro in un regolare e naturale connubio. Come sicuramente non sfuggirà all’alta sensibilità dell’amministrazione, si evidenzia come tale fascia presenti tutte le caratteristiche necessarie per costituire un vero e proprio percorso naturalistico, da valorizzare attraverso interventi mirati, in modo da poter essere una preziosa attrazione turistica e un laboratorio didattico per i bambini sin dalle scuole primarie, investendo sull’informazione e sull’educazione ambientale. Con una semplice passeggiata didattica/turistica, partendo dal mare fino alle montagne - territorio di grande valore scientifico - è possibile ammirare mondi geologici eterogenei, la flora tipica della macchia mediterranea e una fauna che si adatta alla stessa. La geologia dell’area racconta di rocce antiche, di natura calcarea depositatesi in un antico mare caldo di circa 200 milioni di anni. Oggi queste rocce bianche di età Triassica sono coperte da un complesso di rocce metamorfiche molto più vecchie, risalenti al Paleozoico.

Rocce antiche che coprono rocce più giovani …….? E’ “l’assurdo” che racconta di un processo, l’orogenesi,  in cui lo spostamento delle placche nel corso degli ultimi 30 milioni di anni ha portato all’accavallamento delle rocce metamorfiche (filladi) su quelle carbonatiche, formando una catena a falde. La costruzione di una catena montuosa è accompagnata da movimenti lungo faglie (terremoti) con sollevamenti medi nel corso degli ultimi 2 milioni di anni pari a circa 1 mm/anno. Questo fenomeno è registrato dalle forme pianeggianti delle creste delle nostre montagne e dei terrazzi morfologici che raccontano di antichi stazionamenti del livello del mare. Ma certamente l’affiorare delle rocce carbonatiche (più giovani) sotto quelle metamorfiche (più antiche) rappresenta una delle strutture più particolari dell’area che permette ai geologi di guardare all’interno della terra attraverso una “finestra tettonica”. Oggi queste rocce sono erose dalle acque del Torrente Bagni che scorre in una valle incassata, trasportando grandi volumi di sedimenti e contribuendo alla costruzione della grande piana di Lamezia. I sedimenti giunti sul Tirreno vengono rielaborati dalle onde e dalle correnti del mare, costruendo grandi spiagge che talvolta migrano velocemente, chiudendo dei grandi “pezzi di mare” e formando dei laghi salati e salmastri, delimitati da ghiaie e sabbie che vengono trasportate dal vento formando le dune.

La flora presenta ricchezza e rarità ed è tipica della macchia mediterranea - con il leccio, la sughera, il castagno, la quercia, l’ontano, l’olmo, il biancospino, il corbezzolo, il mirto, l’erica, l’alloro, la ginestra, ecc.. Anche la fauna si adatta alla macchia con passeracei, ghiandaia, il merlo, il colombaccio, la poiana, la volpe, il riccio, il tasso, la donnola, il cinghiale, la lucertola, la salamandra, la vipera, ecc.. Questi luoghi costituiscono uno straordinario scenario che comprende sia il mare che le pianure ed arriva alle montagne, contraddistinto da peculiarità originali: l’antitesi tra lo sviluppo verticale delle montagne ed i tratti lineari della pianura; chiunque visita detti luoghi non può che rimanere colpito dall’ambiente naturale ed incontaminato. Si tratta di elementi che devono sicuramente essere presi in considerazione dai programmi operativi della nuova amministrazione. L’obiettivo deve essere quello di associare alla funzione terapeutica delle Terme di Caronte - che richiama migliaia di persone - le peculiarità del paesaggio geologico, morfologico, archeologico e storico per un progetto di valorizzazione e salvaguardia del terriorio montano lametino. Tra queste, le morfologie carsiche come  la grotta di ‘Ntoni Maria” ed il paesaggio montano–collinare delle frazioni ed in particolare il parco Difesa – Mitoio, rappresentano certamente i punti su cui sviluppare progetti di turismo sostenibile. Progetti di sviluppo in cui le frazioni (S. Minà, Vonio, Acquafredda, Vallericciardo, Telara, Schieno Vieste, Serracastagna, Cantarelle, Acquadauzano, Gabella , Miglierina,  Caronte, ecc.) possono diventare punto ricettivo e residenziale, per la straordinaria bellezza del paesaggio, la semplicità dell’architettura contadina e la bontà dei prodotti della terra.

Residenzialità sostenibile a basso impatto ambientale attraverso anche la ricostruzione secondo norme antisismiche degli stessi fabbricati, con soluzioni energetiche che prevedono l’utilizzo delle energie rinnovabili come il solare, mini-eolico, biomassa  e soprattutto le acque calde delle terme (geotermia a bassa entalpia). Solo un progetto con questi obiettivi finali renderebbe quanto fino ad oggi disatteso, il funzionamento dei servizi primari, tra questi ci sono la rete viaria, idrica e fognante e poi l’applicazione delle tecnologie intelligenti. Ed in questo contesto per le zone periferiche di montagna, il programma della nuova amministrazione  dovrebbe prevedere l’attuazione di un piano di intervento con: la messa in sicurezza delle strade (per il presente e grave dissesto idrogeologico) con ulteriori interventi di manutenzione, pulitura e decespugliazione delle stesse, efficienza del servizio di trasporto pubblico (pullman), funzionalità della rete idrica,  completamento ed efficienza della rete d’illuminazione pubblica esterna, tutto ciò per indurre i cittadini a rimanere nei luoghi d’origine. Sono questi gli aspetti su cui intervenire, semplici ma importanti che davvero servono alle frazioni montane, perché, se mancano o sono insufficienti i servizi, non si può pensare ad alcuna crescita demografica. Alla luce di quanto sopra evidenziato, si invita il sindaco e la sua giunta a prendere atto delle enormi potenzialità dell’area montana e dei centri storici, ad avviare un progetto di interventi di valorizzazione, a risolvere tutti i disagi e bisogni dei cittadini che abitano in questi luoghi periferici, offrendo loro una possibilità concreta di continuare a vivere dignitosamente nei propri luoghi ed a svolgere una vita quotidiana al pari di chi abita in centro.

Propio per evitare il graduale spopolamento di questi luoghi, che si registra già da diversi anni, ma anche  per non penalizzare i centri abitati di Sambiase e di Nicastro, atteso che il nuovo PSC individua una fascia di rispetto che non ammette nuove costruzioni, si invita il sindaco Mascaro a far ridefinire con dettaglio l’ampiezza della stessa. Pertanto, si chiede di effettuare indagini geofisiche mirate all’individuazione puntuale dell’estensione di tale fascia di rispetto per la presenza della faglia normale sismogenetica Lamezia – Catanzaro (serie complessa di faglie attive e capaci), anche in virtù del fatto che in comuni vicini, come  Pianopoli, per la stessa faglia è stata stabilita un‘ampiezza della fascia di rispetto di 180 metri a seguito dell’esecuzione di indagini geofisiche. Infatti,  l’estensione di tale fascia può essere ridefinita con studi sismotettonici di estremo dettaglio, come riportato negli elaborati allegati al nuovo PSC. L’attenzione dell’amministrazione comunale dovrà concentrarsi altresì sul settore agricolo (per sua vocazione naturale), industriale, archeologico, turistico e sportivo nonché sulla riqualificazione della fascia costiera e dei centri storici, veri punti di forza per il territorio lametino, attraverso interventi ed iniziative che possano costituire fattori di rilancio dell’economia e dello sviluppo della città. Si confida nell’efficacia e nella tempestività delle prossime azioni amministrative e si resta sempre disponibili per eventuali proficui confronti e/o intese sulle strategie da attuare per il bene di Lamezia Terme".

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