Apertura anno giudiziario a Catanzaro e Reggio Calabria

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Catanzaro - "Il folclore della 'coppola' e del dialetto, le manifestazioni religiose, le processioni, alle quali pure si assoggettano affiliati vecchi e nuovi, zone grigie di fiancheggiatori anche a fini di consenso elettorale, cedono alla fenomenologia della finanza e delle acquisizioni azionarie nelle piazze borsistiche primarie". Così il presidente della Corte d'appello di Catanzaro Domenico Introcaso ha sintetizzato il fenomeno 'ndrangheta nella sua relazione alla cerimonia di apertura dell'anno giudiziario.Cosche più attive grazie a crisi "L'accumulazione di enormi risorse finanziarie determina la necessità di riconversione dei proventi in attività lecite attraverso cospicui investimenti in realtà imprenditoriali afflitte dalla crisi in zone esenti dal fenomeno criminale in altre aree del territorio italiano, europeo ed intercontinentale". Continua il presidente della Corte d'appello di Catanzaro Introcaso. "Da qui - ha aggiunto - l'esportazione del crimine in zone del centro e del nord Italia ormai assoggettate alle modalità 'ndranghetistiche di gestione di interi settori dell'economia, della finanza, dell'industria; al fenomeno si accompagna l'esportazione degli ingenti capitali provenienti da delitto, impiegati in attività imprenditoriali geneticamente sane e poi corrotte dai nuovi flussi, resi per altro necessari dalle situazioni di crisi ormai quinquennale".

Nel distretto della Corte d'appello di Catanzaro, ha poi rilevato Introcaso citando i dati forniti dal procuratore distrettuale Vincenzo Antonio Lombardo che recentemente ha lasciato il servizio, sono 39, 34 delle quali "validate di esistenza dall'accertamento giudiziale", le cosche di 'ndrangheta. "Le caratteristiche dei gruppi di criminalità organizzata in esame - ha aggiunto - sono la assoluta mobilità soggettiva e la trasversalità sia soggettiva che di intrapresa al delitto. La forza delle associazioni deriva dalla capacità di adattamento alle situazioni ed ai mutamenti in modo tale che esse si aggregano, si disfano, si ricostituiscono, si fondono a seconda della rilevanza criminale dei soggetti compartecipanti, dello stato di libertà e dell'esistenza in vita degli stessi, cui si correla l'ambito di azione e di attività verso la quale l'intrapresa criminale è diretta. I criteri di individuazione, dunque, sfuggono a quelli di logica comune risultando affidati al locum criminus, inteso in senso spaziale, che necessita di in integrazioni; tuttavia, anche e il criterio territoriale sembra inadeguato perché inidoneo a cogliere realtà tutto somma aliene alla fenomenologia naturalistica. Il dato di connotazione organizzativo rilevante è la cosiddetta 'locale', quale centro di imputazione criminale sovraordinata e di coordinamento delle unità territoriali. "Nel territorio - ha rilevato Introcaso - le attività criminali vanno ricondotte alla tradizione di accumulazione di capitali secondo modalità illecite ma sempre più spesso mediate attraverso lo svolgimento di attività lecite nelle condotte ma criminali nei fini. Il dato di allarme viene dalle modalità di esercizio del crimine in forma di impresa articolata su sofisticate gestioni ed assegnazioni di ruoli. E' di giudiziale accertamento l'acquisizione e la cessione di stupefacenti da parte delle cosche in regime di monopolio ed in collegamento con con analoghe organizzazioni sia nel sud (aree balcaniche) per eroina ed hascisc, che del nord Europa (Olanda) per la cocaina. E' evidente che il dato di organizzazione certifica enormi capacità economiche, raffinate gestione dei flussi in coordinamento. Non solo. I mezzi e gli strumenti utilizzati sono funzionali anche allo spostamento nello spazio di armi ed esplosivi. ancora il tramite utilizzato (trasporto e scarico da unità navali grandi a quelle piccole) manifesta efficienza anche nel trasporto di esseri umani, di immigrati clandestini. L'effetto criminogeno delle attività di 'ndrangheta è dunque in geometrica progressione e tragica pervasività”.

In aumento delitti contro P.a.

I delitti contro la pubblica amministrazione nel distretto della Corte d'appello di Catanzaro sono "complessivamente in aumento - rileva ancora Introcaso - è da mettere in evidenza ancora una volta - ha aggiunto - la complessità dell'accertamento delle condotte criminose nei casi in cui siano connesse all'indebita fruizione dei fondi pubblici statali o comunitari. Meritano attenzione, in tale ambito, le responsabilità affermate dal Tribunale di Paola per gravi delitti associativi a connotazione mafiosa contestati al Sindaco ed a numerosi soggetti eletti in un comune del distretto, che indicano, secondo prima valutazione, la gestione con metodo mafioso dell'attività politico-amministrativa di quell’area".

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Anno giudiziario a Reggio: giustizia non vista come riferimento

Una giustizia sempre meno considerata come riferimento dagli italiani. É l'amara considerazione della presidente facente funzioni della Corte d'appello di Reggio Calabria Fiorenza Freni, che ha aperto il nuovo anno giudiziario visto che il nuovo presidente, Luciano Gerardis, è stato nominato dal Csm solo alcuni giorni fa. "Il fascicolo - ha sottolineato Fiorenza Freni - non può essere considerato qualcosa da definire al più presto per fini statistici, ma in esso è racchiusa la domanda di giustizia di un nostro simile che lamenta la violazione di un diritto, ovvero di una comunità che vuole e che ha diritto di vivere e lavorare con dignità, al riparo da violenze e soprusi, nel proprio territorio. Spetta a ciascuno di noi, come ha ricordato il Capo dello Stato, testimoniare le doti che i cittadini si aspettano di trovare: professionalità, dedizione, credibilità, autorevolezza, senso di responsabilità". Fiorenza Freni, inoltre, ha auspicato che le "recenti innovazioni introdotte generino comportamenti virtuosi ed un radicale mutamento di mentalità nella gestione della res litigiosa, grazie all'attività dell'Avvocatura chiamata a svolgere un ruolo di protagonista del complessivo miglioramento del sistema". Sul versante della giustizia penale, Fiorenza Freni ha detto che "non sono stati raggiunti risultati apprezzabili in termini di deflazione e di accelerazione: il processo resta macchinoso, articolato per qualsiasi tipo di illecito sui tre gradi del giudizio, con procedure estremamente complicate, che dilatano oltre ogni misura i tempi del processo e non rendono conveniente il ricorso ai riti alternativi, stante la prospettiva di giungere alla prescrizione del reato per i tempi oltre modo lunghi del giudizio ordinario. In vero anche in questo settore il grosso nodo è la lungaggine dei processi. Consequenziale, è la prescrizione dei reati. La ragionevole durata del processo, però, deve assicurarsi non solo a tutela dell'imputato ma anche della parte offesa". Per stringere i tempi del processo, la presidente Freni, ha proposto "l'estensione a tutti i reati della disciplina contenuta nell'art. 190 bis cpp per evitare un enorme dispendio di tempo e di energie subordinando al consenso delle parti l'utilizzabilità, ai fini della decisione, delle dichiarazioni acquisite nella precedente fase dibattimentale". La presidente facente funzioni della Corte d'appello, in tema di custodia cautelare, ha posto in evidenza "l'ampliamento dei casi di perdita di efficacia della misura coercitiva aggiungendo il mancato rispetto dell'ulteriore termine introdotto per il deposito in cancelleria dell'ordinanza del Tribunale del Riesame, quantificato in trenta giorni dalla decisione, ovvero in un massimo di quarantacinque se la stesura della motivazione è particolarmente complessa per numero di imputati e gravità di imputazioni, prevedendo una conseguenza di estrema gravità: l'ordinanza non può essere rinnovata salve eccezionali esigenze cautelari specificamente motivate". La relatrice ha quindi sottolineato la "cronica insufficienza degli organici dei giudici nel Distretto, aggravata dai vuoti di organico del personale di cancelleria". Tra i dati positivi segnalati, Fiorenza Freni ha sottolineato i contenuti della legge di Stabilità 2016 che "prevede l'acquisizione di un contingente massimo di mille unità di personale amministrativo proveniente dagli enti di area vasta, nel biennnio 2016-2017, da inquadrare nel ruolo dell'amministrazione giudiziaria". Fiorenza Freni ha inoltre evidenziato "la professionalità e l'impegno profusi dal Procuratore della Repubblica Distrettuale Federico Cafiero de Raho, coadiuvato da tutte le forze dell'ordine, per i risultati rilevanti conseguiti, contrastando e fronteggiando l'economia mafiosa e aggredendo con la confisca i patrimoni mafiosi".

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