Lamezia: Camera Penale, avvocato Canzoniere su “Le misure cautelari personali a seguito dell’ultima riforma” - VIDEO

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Lamezia Terme – Questa mattina 7° lezione di Camera Penale e indirizzata ai difensori d’ufficio, presso il Tribunale di Lamezia Terme, tenuta dall’avvocato Lucio Canzoniere riguardo “Le misure cautelari personali a seguito della legge nr. 47/2015”. Un corso – ha spiegato Canzoniere – che viene reso obbligatorio, e che di concerto tra consiglio dell’ordine e camera penale non fa che accrescere e stimolare verso una comunione d’intenti e sviluppi il foro lametino, rappresentando un unicum del panorama nazionale”.

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L’argomento di oggi viene considerato, nel novero degli argomenti del c.p.p, tra i più importanti. Nella fattispecie l’art 272 e ss. del codice di rito del c.p.p contiene norme di alto rango costituzionale che riguardano la libertà personale. La quale libertà personale può essere intaccata, cioè limitata, in presenza di particolari circostanze. A seguire, ha citato l’art 273 dello stesso c.p.p “Nessuno può essere sottoposto a misure cautelari se non con gravi indizi di colpevolezza”. E sarà proprio tale indizio a rappresentare, insieme alla sussistenza delle prove, uno degli elementi cardine che porterà all’affermazione della responsabilità.

Da sottolineare è che il legislatore decide inoltre, rispetto alla particolare custodia cautelare in carcere che la stessa può essere applicata per i reati afferenti l’associazione mafiosa di cui all’art 416bis del c.p. (Si tratta di un argomento assai dibattuto sin dall’inizio, quindi sin dal 1989, sia in dottrina che in giurisprudenza di merito e di legittimità). Ci si trova, avendo insieme indizi di colpevolezza e sussistenza di prova, dinanzi ad un’evidenza incontrovertibile, poiché i due elementi coincidono perfettamente. Esempio classico sono le intercettazioni. In tema di intercettazioni, inoltre, l’art 171 c.p.p disciplina alcuni divieti e prevede l’applicazione dell’art 195, norma sulla testimonianza indiretta, che rimanda al dibattimento.

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“Condizione imprescindibile deve essere dunque – spiega bene l’avvocato Canzoniere – la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, la quale tuttavia da sola non è bastevole, poiché è necessario che vi siano anche delle ‘esigenze cautelari’ previste dall’art 174 alle lettere a), b) e c)”. La lettera a) riguarda il pericolo di dispersione della prova; la lettera b) l’immediata comprensione – uno dei primi interventi attuati con L.47/2015 inerenti il pericolo di fuga, e qui l’attenzione ricade anche sull’attualità – concretezza degli elementi nel momento in cui il p.m. avanza la richiesta dinanzi al giudice cautelare; la lettera c) che rispetto alle prime due si rivela essere certamente di non immediata comprensione, riguarda invece l’esigenza di prevenzione speciale. (Ad esempio nel caso di 5 precedenti per spaccio di droga, il certificato penale del soggetto farà propendere per delle reiterazioni).

Per quanto concerne il momento del procedimento applicativo della misura cautelare, qui compaiono due fasi. Nella prima fase emerge subito una richiesta del p.m. al giudice competente, evidenziando gli elementi su cui questa richiesta si fonda. La seconda fase necessita che alla richiesta faccia fronte un’ordinanza del giudice – la cui competenza spetta al giudice preliminare. Ma il tratto distintivo della L.47/2015 e che rappresenta il contenuto essenziale dell’art 292 c.p.p si evince nella nullità dell’ordinanza.

V.D.

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