Lamezia, conclusa giornata di studi Ipasvi per infermieri

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Lamezia Terme - Una nuova giornata di studi è stata organizzata dall’Ipasvi, il collegio degli infermieri di Catanzaro e provincia, all’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme. Si è parlato del Picc, un catetere venoso centrale inserito perifericamente, che dà molto sollievo ai pazienti ai quali viene applicato, prevalentemente oncologici,  ma anche affetti da diverse altre patologie.  

Ore di formazione teorico pratica, “l’intento del collegio è infatti quello di diffondere attività professionali basate sulle best practices  - ha sottolineato la presidente Ipasvi Concetta Genovese - perché la formazione deve essere per noi continua, anche per restare al passo dell’evoluzione tecnologica” .

L’azienda Pugliese Ciaccio si è dotata di un Team Picc, un gruppo altamente specializzato che ieri ha illustrato l’esperienza consolidata. Si è visto anche come l’impianto del Picc, che può essere eseguito autonomamente dall’infermiere, è una delle prove di come questa professione, che richiede ormai da tempo una laurea, si sia sempre più connotata di responsabilità e appunto autonomia. “L’autonomia, però – ha aggiunto la presidente Ipasvi – si basa sulla competenza. Infatti gli infermieri specializzati del Team Picc hanno fatto pratica su questi impianti, molto delicati, per 18 mesi ed hanno eseguito 150 pianti”.

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Il sogno nel cassetto, ha aggiunto il dottore Rosario Russo, direttore dell’Unità operativa di Terapia del dolore del Pugliese Ciaccio di Catanzaro “è che si formino altri Team Picc anche in altre unità operative  e in altri ospedali, perché si diffondano sempre di più questi trattamenti”.  Sono impianti che liberano infatti il paziente dall’inserimento continuo di aghi che sarebbe inevitabile, ad esempio, in lunghi trattamenti chemioterapici, e in altre malattie, e che possono diventare “una vera e propria aggressione che rovina il percorso venoso periferico del paziente”.

Ma l’esperienza formativa organizzata dall’Ipasvi a Lamezia Terme è servita per ribadire anche concetti che stanno a cuore agli infermieri, per esempio che occorre sempre “non prendersi carico di un paziente, ma prendersi cura di lui” e che una accoglienza umana, per chi soffre, è la prima regola di una sanità efficiente.

Molti gli interventi tecnici che si sono succeduti nella giornata di studio. Dalla presidente Ipasvi al dirigente medico Russo, a Ornella Rania, coordinatrice degli infermieri dell’unità operativa di Ematologia del Pugliese Ciaccio, a ognuno dei cinque membri del Team Picc che ha illustrato alcuni aspetti particolari dell’impianto, Marianna Aloia, Giovanna Cavaliere, Wanda Gariani, Paolo Marinaro e Santo Soluri. Per loro la formazione per impiantare il Picc è iniziata nel 2013 e durata un anno e mezzo. “Non si improvvisa diventare impiantatori – hanno precisato – è una procedura particolare, seria e delicata, ognuno deve migliorare attraverso lo  studio e la pratica”.

La dottoressa Rania, coordinatrice di unità operativa  molto delicato come quello di Ematologia, ha ricordato “già dall’87 le prime bellissime esperienze di iniziale conoscenza fatta in questo campo”. Ma la conoscenza, ha sottolineato, si può sempre migliorare, per questo tra infermieri, come in tutte le professioni, è bene ci si confronti sempre tra i colleghi e si usi lo strumento della consulenza infermieristica come metodologia lavorativa e cooperazione tra i professionisti. 

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