Lamezia, convegno Aiga: positiva collaborazione tra avvocatura e magistratura - VIDEO

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Lamezia Terme – Nella gremita Aula Garofalo del tribunale di Lamezia Terme è stato presentato il fitto convegno dal titolo “Nuove Tendenze del Processo Penale: Deflazione ed Ablazione dei Patrimoni Illeciti”, realizzato congiuntamente alla Scuola Superiore della Magistratura, Struttura Didattica Territoriale di Catanzaro. L’organizzazione ben curata dall’Aiga – Sezione Lamezia Terme nella persona dell’avvocato Giuseppe Murone ha visto la rappresentanza di un tavolo allargato, volto a testimoniare l’armonia in atto tra avvocatura e magistratura. “Sono contento di eventi formativi in collaborazione con la Magistratura – afferma in apertura il presidente dell’ordine degli avvocati Antonello Bevilacqua – quando a relazionare sono avvocati e magistrati, attorno a temi interessanti e complessi come quelli scelti, il cerchio si chiude e siamo in dovere di ascoltare tutte le voci della giurisdizione”.

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Interviste di Maria Arcieri

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A portare il benvenuto a tutti gli uomini di diritto presenti in aula, da parte del presidente del tribunale di Lamezia Terme Bruno Brattoli, è la dottoressa Maria Teresa Carè – Presidente della Sezione Penale dello stesso tribunale. Si è tentato di tracciare le due vocazioni, solo apparentemente divergenti impresse negli ultimi anni alla giustizia penale, con l’obiettivo di restituirle la efficienza smarrita nel corso del tempo, le quali perciò stesso si pongono solo ‘prima facie’ in un rapporto oggettivamente dicotomico. Si è fatto in seguito riferimento alle nuove figure della sospensione del procedimento con messa alla prova e della particolare tenuità del fatto, accenni sul disegno di legge n. 2067 attualmente in discussione in Parlamento e sulle misure di prevenzione patrimoniali. Si è cucita infine una valutazione di ampio respiro tesa a valutare l’evoluzione degli ultimi anni, la compatibilità costituzionale e convenzionale degli istituti anche in relazione alle pronunce della CEDU. 

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Accanto alla deflazione compare la recente legge n. 87 del 28 aprile/2014 a proposito dei due istituti sopra citati: sospensione della messa alla prova e particolare tenuità del fatto. “L’obiettivo è quello di attuare il reinserimento sociale per i reati di particolare tenuità, con conseguenti limiti oggettivi (pena massima di 4 anni) e limiti soggettivi (esclusione di accesso alla prova)” – spiega l’avvocato Giuseppe Murone. Ma alle finalità deflattive l’avvocato Mario Murone, professore aggregato di procedura penale presso l’UMG di Catanzaro, affianca ‘necessità deflattive’ e pone qualche accenno critico riguardo l’attuale crisi in cui versa la giustizia nello Stato italiano. “Sappiamo che il problema è la carenza d’organico – afferma Mario Murone – tutti sono pronti ad invocare l’intervento del Governo, le cifre del debito in cui versa lo Stato sono allarmanti”. Si contano infatti 455 milioni di euro di debito per risarcimento danno, ma intanto si pensa bene ad allungare i termini di prescrizione. “Parlare di emergenza penale è un eufemismo – continua Mario Murone – dobbiamo parlare di necessità, il sistema giustizia in Italia non funziona e questa è una verità risaputa da tempo ormai”.

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L’esigenza, a seguito dell’intervento del professore, è quella di cercare prospettive serie e di riforma, un compito che spetta a tutti gli operatori della giustizia, nessuno escluso. Il dottor Francesco Menditto, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli ha gettato invece lo sguardo sui profili sostanziali delle forme di confisca (penali e di prevenzione) tra efficacia e garanzie. “Mi occupo di aspetti concernenti il sequestro e la confisca fino al procedimento che vede la destinazione dei beni in mano ad associazioni – spiega Menditto – dando particolare attenzione al momento della restituzione del bene alla collettività e allo Stato”.  L’elemento rivoluzionario? La confisca di prevenzione nei confronti del crimine organizzato e la possibilità di deflazionare tutti i beni nella disponibilità diretta e indiretta del soggetto che indiziariamente sono di provenienza illecita. Infine, a proposito di un eventuale inasprimento per emergenze, in atto nel 2008/2009, il dottor Marco Petrini, Consigliere della Corte di Assise di Appello di Catanzaro ha messo in luce quelli che sono i profili processuali delle misure ablative tra codice antimafia e giusto processo. Gli elementi positivi? “Le misure di prevenzione sono celeri ed efficaci - commenta Petrini – nelle misure ablative in questione da prendere in considerazione sono gli articoli 42 e 48 della Costituzione, inciso il diritto di proprietà e l’iniziativa economica”.

Valeria D'agostino

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