Lamezia: ‘Digital landscape’, unire tecnologia e archeologia per invogliare giovani alla cultura classica

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Lamezia Terme – Il progetto di innovazione culturale ‘Digital landscape: percorsi interattivi per la conoscenza del territorio’ nell’ambito del concorso nazionale MIUR è stato presentato nella biblioteca del Liceo Classico. Si tratta di un piano di lavoro volto a sensibilizzare e promuovere la storia e la conoscenza del nostro territorio con un occhio di riguardo anche ai reperti conservati nel Museo Archeologico Lametino il quale è diviso in tre distinte sezioni preistorica, classica e medievale.  

Il progetto è stato presentato dalla dirigente scolastica Teresa Bevilacqua che ne ha spiegato l’origine e gli obiettivi principali. “Questo piano di lavoro è nato grazie ad un progetto didattico realizzato nei musei ed è iniziato a novembre mentre, probabilmente, sarà operativo da settembre, con il fine ultimo di invogliare i giovani alla cultura degli studi classici fondamentali per capire le origine del territorio in cui vivono”. “Nel digistrutturarlo - ha proseguito - abbiamo preso come simbolo il museo in quanto è vero simbolo della nostra storia”. 

A discutere della parte tecnologica innovazione del progetto è Saverino De Leo in rappresentanza della società 3d Research che nel presentarla come, “uno spin off accademico, dove i docenti universitari promuovono un progetto”, ha aggiunto: “con particolari idee quali l’ausilio di App o l’uso della tecnologia tridimensionale vogliamo far ‘vedere’, rendere più fruibile la storia di un bene (come è nato, come è stato trovato…) agli studenti rendendoli attori del progetto”. La coordinatrice scientifica del progetto Stefania Mancuso ha chiarito le finalità culturali del progetto che unisce tecnologia e archeologia. “Vogliamo coinvolgere direttamente gli studenti per farli sentire custodi del nostro e del loro patrimonio culturale”. “Bisogna fare del museo archeologico lametino - ha aggiunto - un perno per sviluppare e analizzare attentamente il nostro esteso territorio, unire pertanto le idee, le molteplicità di culture e i patrimoni territoriali che sono rappresentati in tutta l’area lametina”. “Rendere quindi più accattivante il museo, vuole significare costruire, soprattutto nei giovani, un interesse che li porti ad interessarsi sempre più al proprio territorio”. A sottolineare l’importanza di unire archeologia e tecnologia, alle quale i giovani sono più abituati e avvezzi è anche il direttore alla Soprintendenza Archeologia della Calabria Fabrizio Sudano, “puntare alla tecnologia anche nell’ambito museale per stimolare maggiormente i giovani”.

 Il sindaco Paolo Mascaro evidenzia l’importanza dell’approfondimento della cultura e le potenzialità del progetto e del museo archeologico lametino, definito come, “un simbolo dell’intero territorio, mentre questo progetto sarà uno stimolo, un pungolo, in grado di trasmettere ai giovani la passione dell’archeologica e dei segni della storia”. 

Il progetto oltre al Liceo Fiorentino vede l’accordo con altri partner fra cui gli istituti Perri-Pitagora” e “Sant’Eufemia” di Lamezia Terme, Curinga, Falerna, Maida, il Comune di Lamezia Terme, la Soprintendenza Archeologia della Calabria e la 3d Research spin-off dell’Università della Calabria.

 Francesco Ielà

 

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