Lamezia: il ritorno dei commissari, l'ira di Mascaro e le scadenze imminenti

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Lamezia Terme - Nuovo cambio di guardia in via Perugini nel giro di un mese. In attesa della decisione da parte del Consiglio di Stato, con udienza fissata al prossimo 11 aprile, il commissario Alecci tornerà in Comune come quel 24 novembre 2017, quando era da poco stato ufficializzato lo scioglimento del Consiglio comunale. Il tutto potrebbe già succedere domani, o comunque, in questi primi giorni della settimana.

I cittadini stanno seguendo attoniti e frastornati questo susseguirsi di vicende che non fanno altro che seminare ancora più incertezze sul futuro di una Lamezia già fin troppo martoriata da episodi negativi. E adesso che cosa succederà? L’accoglimento della sospensiva da parte del Consiglio di Stato è arrivata dopo il ricorso dell’Avvocatura, che ha ritenuto “frammentarie e riduttive” le motivazioni date dal Tar riabilitando Sindaco, consiglio e Giunta. La partita però, non poteva dirsi chiusa, ed è per questo che in città è accaduto proprio come il “caso Tropea”: prima il rientro del sindaco estromesso, poi il nuovo ingresso dei commissari. Se lo scioglimento in questo caso verrà confermato o meno, però, si dovrà ancora attendere una decina di giorni, quando sarà messo un punto definitivo sulla vicenda. 

Le ire dei sindaci di Lamezia e Marina di Gioiosa

Stesse sorti sono toccate a Marina di Gioiosa. Anche qui il Consiglio di Stato ha chiesto un rientro immediato della terna commissariale mandando su tutte le furie il sindaco Domenico Vestito: “Non mi muoverò da mio ufficio, dovranno venire le forze dell’ordine a cacciarmi” avrebbe dichiarato.

Non da meno la posizione del primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro, adirato soprattutto per la possibilità non concessa di essere ascoltato prima del verdetto finale. Una vera e propria batosta per lui che ci aveva creduto sin dall’inizio e che ora è convinto che l’esito definitivo sarà per lui negativo. Ha così già iniziato lo sciopero della fame e con toni tutt’altro che pacati ha promesso battaglie per un giudizio che reputa non abbia comprovato inefficienze negli atti amministrativi. Per lui solidarietà da consiglieri e partiti politici, ma anche da parlamentari, come l’onorevole della Lega Domenico Furgiuele, che chiede a gran voce “una modifica alla legge sugli scioglimenti”.

Dove eravamo rimasti? 

Il rientro del commissario Alecci, intanto, potrebbe coincidere proprio con la giornata di domani. Dovrà nuovamente fare i conti con una città lasciata da lui paralizzata che però necessita di fare inevitabilmente qualche passo in avanti. Molto difficili i suoi 15 mesi di commissariamento già avvenuto, tra il grande malcontento della cittadinanza e le accuse di essersi chiuso nelle sue stanze senza prendersi realmente a cuore le sorti della città. Immobilismo su tutti i fronti: dai finanziamenti e le opportunità perse all’emergenza degli impianti sportivi e teatri chiusi, fino ad un nuovo assetto mai dato alla macchina comunale. Ad attenderlo scadenze imminenti, quelle sulle quali, per poco, si stavano muovendo il riabilitato sindaco e la sua Giunta, come il bilancio di previsione e il piano strutturale comunale da approvare con estrema urgenza.

Non di poco conto poi, il rischio default che accomuna l’Ente lametino con la sorte di tanti altri comuni calabresi dopo la sentenza della Corte Costituzionale che non permetterà più di spalmare i debiti in 30 anni. Il futuro di Lamezia è appeso ad un filo e attende la decisione fissata per il mese di Aprile. Commissariamento confermato o meno, non si potrà però più continuare a vivere nel limbo sino a nuove elezioni, non c’è più tempo da perdere e i lametini sentono la necessità di ripartire. 

A.R.

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