Lamezia, operazione "Quinta Bolgia": così le gare dell'Asp finivano ai gruppi Putrino e Rocca

galati-foto-pugliese-121118.jpg

Lamezia Terme – Un vero e proprio “cartello per dividersi la gestione delle ambulanze, in violazione di qualsiasi norma di diritto amministrativo che possa regolamentare appalti e contratti. Il tutto con il coinvolgimento dei dirigenti Asp, Perri, Pugliese e Ciccone”. Così il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, descrive quello che era la gestione del servizio ambulanze all’ospedale di Lamezia in merito all’operazione “Quinta Bolgia” che ha portato all’arresto di 22 persone tra imprenditori, politici e amministratori. Ai domiciliari sono finiti anche l'ex direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Giuseppe Perri, e insieme a lui Giuseppe Pugliese, già direttore amministrativo sino all'ottobre 2017, ed Eliseo Ciccone, già responsabile del Suem 118 ed ora destinato ad altro incarico. I tre sono accusati di plurimi episodi di abuso d'ufficio. In particolare, secondo l'accusa, Perri - già commissario straordinario e poi direttore generale sino all'agosto 2018 - e gli altri due funzionari dell'Asp avrebbero favorito un gruppo imprenditoriale nella fornitura del servizio sostitutivo delle ambulanze del 118. Proroghe, ottenute dal cosiddetto “gruppo Putrino” in alcuni casi addirittura tacite, grazie proprio ai rapporti privilegiati intrattenuti con i dirigenti dell’Asp tramite la mediazione di politici: Pino Galati e Luigi Muraca ‘68. Il ruolo di questi ultimi doveva essere quello di intercedere con Pugliese e Perri per “indurli a favorire le società”. Significativa, secondo gli inquirenti, una frase che sarebbe stata pronunciata da Pietro Putrino a Luigi Muraca: “Perri è con noi, Perri è un amico. Quello è Direttore general, il Perri”.

protonto-soccrso-foto-op-bolgia-1211.jpg

Così, successivamente a questi fatti i dirigenti assumono un atteggiamento definito dagli inquirenti e spiegato negli atti dell'inchiesta “dilatorio, volto a mandare alla deriva la gara di appalto e, contestualmente consentendo a Putrino di continuare, sulla base di illecite proroghe di fatto, a fornire il servizio di ambulanze”.  Per i tre è stata esclusa l'aggravante di cui all'art. 416 bis (associazione di tipo mafioso).

Comportamenti agevolativi di reati e ritenuti dagli inquirenti ambigui che si celavano dietro un apparente rispetto formale delle regole per scopi estranei alla Pubblica Amministrazione. Giuseppe Perri, attualmente in pensione da come è scritto nelle carte dell’indagine avrebbe “dimostrato la sua pericolosità nel dimostrarsi così facilmente disponibile nei confronti del Putrino, abdicando al ruolo che gli sarebbe dovuto competere in qualità di Commissario dell'A.S.P.”. Diverse anche le conversazioni rilevate tra i soggetti coinvolti da parte degli inquirenti. In una di queste emerge la richiesta di Galati a Pugliese di un incontro “in maniera solare”. Questa espressione secondo gli inquirenti “è chiaramente riferita alla vicenda di Putrino, In quanto l'unico motivo per cui il Galati e il Pugliese si stanno sentendo e vedendo nel periodo di monitoraggio, è proprio la vicenda del servizio di autombulanze e il suo affidamento a Pietro Putrino”.

Sempre per come emerso dagli atti d’indagine “Galati intendeva significare un incontro "all'aperto", "alla luce del sole", evitando ambienti chiusi, per scongiurare evidentemente il rischio di intercettazioni”.

R.V.

© RIPRODUZIONE RISERVATA