Lamezia, protagonisti e retroscena di una classe politica in crisi: direttore "Corriere della Sera" Fontana incontra studenti

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Lamezia Terme - Gli ultimi 25 anni di storia politica italiana raccontati attraverso i ritratti emblematici e non sempre positivi dei suoi principali attori: questa la traccia su cui si snoda il saggio di Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera dal 2015, che nella sua prima visita a Lamezia ne parla con gli studenti dei Licei Campanella e Galilei in un incontro guidato dai dirigenti scolastici Giovanni Martello e Teresa Goffredo e fortemente voluto da Costantino Fittante. “Un paese senza Leader – Storie, protagonisti e retroscena di una classe politica in crisi” è un titolo eloquente che racconta da solo un panorama difficile, studiato a lungo dall’osservatorio privilegiato degli uffici di una delle testate più importanti del paese, dove Fontana lavora dal 1997, dopo l’esperienza all’Unità. Per approfondire la sua visione d’insieme non nasconde di aver appositamente incontrato di persona i suoi personaggi – Salvini, ad esempio – e anche di avere raccolto le loro recensioni all’uscita del libro – negativa quella di Berlusconi, per nulla contento di non essere stato considerato un leader.

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“Per me leader non è chi è capace di parlare al popolo e di ottenere consensi – spiega a proposito l’autore – ma chi ha un progetto chiaro per il paese che possa essere condiviso dai cittadini nella sua utilità, e una classe politica che lo aiuti a realizzarlo, lasciando così un’impronta indelebile nella storia del paese.” In questo senso, poiché tassazione, burocrazia, riforma della giustizia, e altri temi cari al Berlusconismo non sarebbero stati fondamentalmente toccati in 20 anni di governo, ben altri risultano essere i leader per Fontana: De Gasperi, Berlinguer, Einaudi.

Significative le parole rivolte alla platea di giovanissimi, invogliati senza retorica a perseguire i propri obiettivi senza nutrire il clientelismo, in particolare nel mondo della carta stampata. “Penso che i giornali non debbano esprimere posizioni di parte o essere faziosi, ma dare un punto di vista critico, aprire un orizzonte”, dice apertamente ai ragazzi, invitandoli a diffidare di uomini politici che vogliono sembrare a tutti i costi “simili a noi” e delle “scelte che si fanno con un click”, ma anche di chi fa un uso popolare del linguaggio “parlando alla pancia e non alla testa”. “Prendere una decisione politica comporta studio, formazione, competenza” dichiara, ma lascia i giovani con parole di speranza e di fiducia nelle istituzioni democratiche, capaci di “fare da contrappeso” alle derive populiste di cui il paese potrebbe essere vittima.

Giulia De Sensi

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