Lamezia, quella via Salvatore Miceli che in realtà non esiste: ecco la vera storia della strada dedicata a una antica chiesetta

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Lamezia Terme - Via Salvatore Miceli o via San Miceli? É un errore nel quale si continua a sguazzare da tempo, attribuire il nome di via Salvatore Miceli a quella lunga strada che una volta percorreva la città trasversalmente, fino a collegare Nicastro a Sambiase e che attualmente parte dalla zona del Razionale e termina all’incrocio con la chiesa della Pietà. Il nome, in origine, era in realtà San Miceli derivato da un’antica chiesetta qui presente dedicata al culto di San Michele, dal latino Micaeli tronco della A, o, secondo un’altra ipotesi, derivante dalla pronuncia dialettale “Santu Miceli”.

“Questo errore si perpetua ormai da decenni - ha spiegato Antonio Vescio, archeologo e studioso del territorio - persino su documenti ufficiali, oltre che stradari, siti internet e Google Maps. In realtà il nome della via è San Miceli, cioè San Michele. La denominazione deriva dalla presenza, nella zona, della chiesetta di San Michele, attestata dai documenti d’archivio sin dal 1600 e citata anche da Pietro Ardito. Già negli anni ’80 Antonio De Sarro e più di recente studiosi come la professoressa De Sensi e l’architetto Giovanni Iuffrida, nonché don Giancarlo Leone, parroco della Pietà, hanno scritto a riguardo, ma si è continuato ad usare erroneamente il nome di Salvatore Miceli, un personaggio che non esiste. Direi che si tratta di un caso di ‘paratoponomastica’: la perdita della memoria storica, insieme all’alterazione dei luoghi, può produrre nel tempo il mutamento del toponimo originale”. Si ha ricordo orale di una via San Miceli fino alla fine degli anni ‘70 circa, successivamente, negli uffici comunali di toponomastica venne trascritta la via a mano e, la S puntata, trasformata erroneamente in Salvatore. Delle trascrizioni precedenti non esiste più traccia. Così è diventata ufficialmente ed è tutt’ora riconosciuta come via Salvatore Miceli, intitolata ad un personaggio frutto della fantasia popolare e di una convinzione collettiva che ha di fatto surclassato la memoria storica di quei luoghi, che è possibile però recuperare.

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A risollevare la faccenda, qualche mese fa, è stata la professoressa Giovanna De Sensi, ordinaria di Storia Greca presso l’Università degli Studi della Calabria. In un articolo apparso sul giornale online acliterracalabria.it, la storia è ampiamente argomentata. In un passo spiega: “La presenza della «chiesa di San Michele» e la denominazione dialettale di «Santu Miceli» o «San Miceli» assunta dalla zona circostante risulta ampiamente documentata nel Catasto onciario delle città di Nicastro e di Sambiase. Solo nel corso del 1700, con l’esplosione del culto mariano dopo il Concilio di Trento, prevalse per la chiesetta la denominazione di «chiesa di Santa Maria della Pietà»”. La professoressa afferma in sostanza, così come don Giancarlo Leone, che la chiesetta che sorge perpendicolarmente a via Miceli, all’altezza dell’incrocio con via Marconi, attualmente nota come chiesetta della Pietà, sia stata anticamente la chiesa dedicata a San Michele.

Di altro parere è invece il dottor Antonio De Sarro, che, rifacendosi all’Ardito, in un articolo di Città del giugno 1989, ha scritto che la chiesa di San Michele oggi non esiste più, identificandola in un edificio, trasformato nel tempo in un casino rurale, sito “quasi di fronte all'imbocco della attuale via A. Moro”, quindi sempre in zona. In ogni caso rimane indubbio che la chiesa di San Michele abbia dato il nome alla via, nonché a tutto il quartiere. Dopo aver considerato i fatti suddetti dei punti fermi da cui partire e a cui approdare per risolvere il caso, ci si può facilmente abbandonare alla curiosità: esiste un fantomatico Salvatore Miceli? Ebbene sì. Googlando il nome, due sono i risultati che risaltano all’attenzione: Salvatore Miceli è un ex centrocampista del Napoli, quarantaseienne, originario di Paola. Il secondo risultato, fa riferimento invece, ad una biografia di Wikipedia che recita così: “Salvatore Miceli (Salemi, 12 aprile 1946) è un mafioso italiano. Ricercato dal 2001 per associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti ed altro, già nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi di Italia, è stato arrestato il 20 giugno 2009 a Caracas". Forse sarebbe ora, dunque, alla luce dei fatti, di recuperare definitivamente la memoria e restituire alla strada il suo toponimo originale. L'attribuzione di un nome ad una via o il cambio di denominazione ad una piazza deve essere deliberata dalla giunta comunale che, di norma, dovrebbe attenersi al principio di conservazione dell'omogeneità che caratterizza la zona, privilegiando i riferimenti legati alla storia e alla cultura locale.

Dora Coscarelli

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