Lamezia, sciolto per la terza volta il consiglio comunale

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Lamezia Terme – Un giorno nefasto per la città: il responso arrivato è quello del terzo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa. E' stata proprio questa la decisione presa oggi durante la seduta del Consiglio dei Ministri convocata per le 16. Lo sconforto e le lacrime del sindaco Mascaro lo avevano del resto già anticipato ieri sera, durante l’incontro tenuto con i giornalisti nel suo ufficio, a 48 ore dallo sciopero della fame iniziato e a poche ore dall’incontro in Prefettura che però si è risolto con un nulla di fatto. Un verdetto che fa inevitabilmente ripiombare la città a quel lontano 1991 e 2002.

Proprio il 10 novembre, il Sindaco, non avendo avuto alcun riscontro dalla Commissione d’accesso, aveva inviato la sua memoria anche al ministro Minniti. “Nessuno potrà mai affermare che condizionamento anche minimo vi possa essere stato da parte della criminalità, dalla malapolitica o da qualsivoglia potere perverso” scriveva il primo cittadino nelle 37 pagine spedite con la pec. Otto capitoli nei quali difende i suoi due anni d’amministrazione e mette in risalto le attività di contrasto alla criminalità organizzata. A Minniti si erano appellati anche il presidente del consiglio Salvatore De Biase e il deputato Pino Galati con un’interrogazione a risposta scritta. Poi la protesta eclatante del Sindaco con lo sciopero della fame e la successiva convocazione in Prefettura, ma solo per “cortesia istituzionale”, in quanto, come precisato dal verbale, la procedura relativa alla commissione d’accesso si era già conclusa da un mese.

L’organo ispettivo della Commissione, infatti, si era insediato il 9 giugno, quando ormai da tempo l'ipotesi dell'accesso antimafia al Comune era diventata sempre più concreta dopo l’operazione "Crisalide" contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri. Il 6 settembre era poi arrivata la richiesta di proroga per altri tre mesi firmata dal prefetto di Catanzaro Luisa Latella. I loro lavori si erano però conclusi prima dello scadere del termine previsto per dicembre. La proposta fatta al Ministero dell’Interno, con una relazione specifica, è stata quella dello scioglimento.

I tempi ora, sono quelli indicati dal 143 del Tuel: in attesa del Decreto del Presidente della Repubblica, il Prefetto sospende dalla data di deliberazione del CdM gli organi dalla carica ricoperta: Sindaco, Giunta, consiglieri comunali. Decadranno anche i tre consiglieri lametini eletti in Provincia. I commissari straordinari che arriveranno a giorni in via Perugini resteranno in carica per un periodo che va dai 12 ai 18 mesi (prorogabili fino ad un massimo di 24) e assumeranno tutti i poteri. Ancora secretate le motivazioni che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale. È ormai certo che, avuti gli atti, il Sindaco ricorrerà al Tar per provare a ribaltare la situazione. Intanto, alle 18:30, Mascaro ha programmato un incontro pubblico al Chiostro San Domenico per parlare alla città. 

 Alessandra Renda

 

 

 

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