"Mare Monstrum 2018": Calabria seconda nella classifica nazionale del mattone selvaggio con 478 reati

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Roma - L'assalto ai mari e alle coste italiane non conosce sosta e crescono i reati contestati dalle forze dell'ordine: nel 2017 sono state 17mila le infrazioni contestate, oltre 46 al giorno, con un incremento rispetto all'anno precedente dell'8,5%. E le minacce sono sempre le stesse, a partire dalla maladepurazione: gli scarichi illegali riguardano un abitante su quattro di questo Paese. La fotografia del mare illegale è stata scattata come ogni anno dal dossier Mare Monstrum 2018 di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell'ordine e delle Capitanerie di porto, presentato oggi in occasione della partenza della Goletta Verde.

Tristi primati anche per la Calabria che, in particolare, chiude la top five con 528 reati accertati per quanto riguarda la classifica dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti nelle regioni costiere (Mare inquinato): depuratori, scarichi fognari, inquinamento da idrocarburi, suolo e radioattivo. Nella classifica nazionale del mattone selvaggio, invece, la Calabria figura al secondo posto, con 478 reati, il 14,4%, seguita dalla Puglia, con il 12,6% e dal Lazio con il 10,5.

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Crescono dell'8% rispetto allo scorso anno le persone denunciate e arrestate, che sono 19.564: così come i sequestri - arrivati a 4.776 - che segnano una crescita significativa in termini percentuali del 25,4%. Quasi il 50% dei reati si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Sicilia, Calabria), che insieme al Lazio sono anche quelle che dominano la classifica nazionale. I reati più contestati sono quelli legati all'inquinamento delle acque e del suolo, derivanti da scarichi fognari fuorilegge, depuratori malfunzionanti o assenti, spandimenti di idrocarburi e contaminazioni del suolo: da soli raggiungono il 35,7% del totale delle infrazioni accertate. Seguono con il 27,7% la pesca illegale, quindi il cemento abusivo, con il 19,5%, e infine le infrazioni al codice della navigazione della nautica da diporto, che valgono il 17,1%.

Stefano Ciafani (Legambiente) a Trame.8: "La 'ndrangheta continua a farla da padrone nell’illegalità ambientale"

“L’illegalità sulle coste calabresi continua con grande virulenza. Vediamo rappresentanti politici nazionali che vengono qui e non parlano di ‘ndrangheta; eppure  la ‘ndrangheta a continuare a farla da padrone anche nell’illegalità ambientale. Il traffico e lo  smaltimento illegale dei rifiuti, le infiltrazioni delle cosche  negli appalti pubblici continuano ad essere una costante.  E poi ci sono quelli che possiamo definire crimini “istituzionali”. A quarantadue anni dalla prima legge sulla depurazione delle acque, la legge Merli, è impensabile che lo stato della depurazione in Calabria sia ancora in queste condizioni. In Calabria si devono costruire depuratori. Non si possono  sprecare i soldi dei contribuenti per pagare le multe dell’Unione Europea, sprecando così risorse che potrebbero essere indirizzate invece per migliorare i sistemi di depurazione, creare posti di lavori, sostenere il turismo”. Così il presidente di Legambiente Stefano Ciafani alla terza giornata di Trame. 8 che si sta svolgendo in questi giorni a Lamezia.

Commentando i dati del dossier Mare Monstrum 2018 di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell'ordine e delle Capitanerie di porto, presentato oggi in occasione della partenza della Goletta Verde, Ciafani ha evidenziato che “il dossier serve a ricordarci che i veri nemici del mare non sono i disperati che fuggono dai loro Paesi e i barconi che li trasportano, come nelle ultime settimane il dibattito politico nazionale vorrebbe farci credere, ma sono gli scarichi illegali, la depurazione che non esiste, il cemento legale e illegale, le piattaforme di petrolio. Con la legge 2015 sugli ecoreati, la pacchia è davvero finita in questo caso, ma per gli ecocriminali e gli ecomafiosi. Presenteremo a luglio il rapporto sugli ecoreati a tre anni dall’approvazione della legge”.

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