La sinistra è 5 stelle

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgSiamo dinanzi al più clamoroso spostamento a destra dell’elettorato del nostro Paese. Lega e Fratelli d’Italia assieme superano il 40%. Non era mai avvenuto prima nella storia d’Italia che forze esplicitamente collocate nella destra politica ottenessero un risultato così alto. È necessario indagarne le ragioni politiche e quelle sociali. Queste ultime sono le più interessanti e profonde e riguardano larga parte dei paesi occidentali, non solo il nostro Paese. La tesi di Roberto Speranza, che è stato capogruppo del Pd a Montecitorio e oggi è deputato di Leu, è chiara: la sinistra ha prima trascurato, poi abbandonato la questione sociale e ha smesso di interpretare la domanda di protezione che emerge dai ceti sociali più deboli e dai ceti medi impoveriti dalla crisi. “La nuova destra della protezione è riuscita dove noi abbiamo fallito e ci ha, a mano a mano, sostituito sul piano elettorale e ancor prima sul piano della rappresentanza sociale. Così si spiega il “recinto” del centrosinistra, chiuso elettoralmente nelle aree urbane, tra i ceti benestanti e benistruiti. Alle elezioni europee ho sostenuto, assieme alla comunità di Articolo Uno, la lista unitaria legata alla famiglia del Pse, lanciata da Nicola Zingaretti. Il suo risultato è certamente un punto di partenza, ma il limite vero che vedo è che il blocco sociale che rappresenta non è mutato rispetto a quello ristretto del 4 marzo’’. Questa è la ragione di fondo per cui, per voltare pagina, serve una svolta vera a partire dalle questioni economiche e sociali: parlare prima di tutto a chi negli ultimi anni ha voltato le spalle. Ad oggi non ci sono riusciti.

Analizzando le ragioni politiche dello sfondamento della destra, invece, non possiamo non evidenziare la scelta scellerata per taluni ma ovvia per altri di aver favorito la saldatura tra Lega e 5 stelle dopo il 4 marzo. L’esperienza di governo giallo verde ha spostato l’asse del Paese a destra, spingendo un movimento, in cui dentro convive tutto e il contrario di tutto, verso posizioni da noi lontanissime. I 5 stelle perdono alle ultime elezioni europee 6 milioni di voti rispetto alle politiche. È un dato impressionante che dà il senso della crisi che ha attraversato il movimento negli ultimi mesi. Secondo gran parte delle analisi dei flussi, la maggioranza di questi voti finisce nell’astensione. Una parte significativa va alla Lega, proprio perché l’esperienza di governo ha aperto il ponte levatoio dei consensi tra le due forze. Solo una piccolissima percentuale finisce alla lista unitariapd.  È lecito chiedersi perché e provare a capire come porvi rimedio, se si vuol costruire un equilibrio politico diverso.

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