Vibo Valentia, 23 giugno - Una vera e propria banda di coltivatori di marijuana è stata sgominata dagli uomini della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia a Briatico. Il gruppo, costituito da Domenico Lo Briglio, giardiniere miletese di 35 anni, Antonio Cichello, commerciante zungrese di 24 anni, Vincenzo Runca, operaio di Briatico del 26 anni, e Riccardo Vallone, disoccupato di Zungri del 26 anni, tra l'altro arrestato appena 5 giorni fa per la coltivazione di oltre 4000 piante di canapa indiana, era convinto di aver trovato il modo di far crescere la canapa indiana senza rischiare l’arresto come accaduto ad uno di loro.
La banda, infatti, aveva pensato di far crescere le 41 piante che si erano salvate dal maxi sequestro di domenica scorsa nascondendone i vasi all’intero di un casolare diroccato in aperta campagna e, per evitare che qualcuno si potesse insospettire, avevano anche deciso di annaffiarle in piena notte, convinti che nessuno li avrebbe notati o potuti seguire. A rendere vani tutti i tentativi di depistaggio sono stati gli uomini del NORM e dei carabinieri di Briatico che con pazienza, per giorni, hanno seguito tutti i movimenti del gruppo scandagliando ogni notte le campagne di Briatico. Un lavoro meticoloso che ha portato gli investigatori fino al casolare diroccato dove i giovani, forse preparandosi a mettere a dimora le piante in qualche piazzola preparata in zona per favorirne la crescita e la completa maturazione prima della raccolta, stavano caricando i vasi pieni di canapa su delle autovetture. Data la situazione i militari dell’Arma non hanno aspettato un attimo e hanno fatto irruzione nel casolare traendo in arresto tutti prima che potessero allontanarsi. Un’azione fulminea che ha portato i quattro ai domiciliari con l’accusa di coltivazione illecita di droga. Reato di cui ora dovranno rispondere davanti al Tribunale del capoluogo. In una manciata di giorni gli uomini della Benemerita hanno letteralmente estirpato migliaia di piante di marijuana dalla zona a cavallo tra Briatico e Zungri, mandando in fumo, è proprio il caso di dirlo, decine di migliaia di euro di proventi illeciti che, nel giro di poche settimane, sarebbero finiti nelle tasche della criminalità.
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